Per antonomasia, sia nella letteratura che nella cinematografia il primo vampiro fu Vlad III, il tanto temuto e crudele principe della Valacchia che ispirò Bram Stoker. Da allora la sua figura ha assunto diverse sfaccettature, incarnandosi, di volta in volta, nello spettrale Max Schreck di Nosferatu, nei volti di Bela Lugosi e Christopher Lee, fino ad arrivare a Jonathan Rhys Meyers e Luke Evans, senza dimenticare il grande Gary Oldman.
Una figura senza dubbio particolare, ricca di un fascino che da subito si nota nello sguardo profondo, nel viso pallido, fino al più noto “sorriso famelico” con canini appuntiti mostrati nel momento di mordere sul collo la sua vittima. Da secoli ormai la figura di Dracula continua ad essere viva nell’immaginario collettivo come una delle creature più diffuse sul panorama horror. Veramente pochi personaggi sono stati in grado di tenere il passo del vampiro nel corso degli anni. Quindi un’immortalità senza dubbio la vanta, quella legata al cinema. Ricordate la pellicola Intervista Col Vampiro
di Neil Jordan, una delle scene che più ho apprezzato è quella finale dove il vampiro (Brad Pitt) si reca in una sala cinematografica perché solo lì può ammirare l’alba. E durante la proiezione vede sul grande schermo non un’alba qualsiasi, bensì quella di Sunrise, capolavoro di F. W. Murnau ed del suo vampiro Nosferatu.
Solitamente tutti noi siamo abituati a vedere Dracula trasformarsi per i suoi spostamenti nelle cupe figure più disparate, da classico pipistrello al ratto o persino in un lupo. Però l’evoluzione del principe delle tenebre nel tempo è stata ancora più ampia. Infatti, l’essere non morto che sfugge alla luce del sole, è passato da bestia maledetta rinchiusa in quattro enormi mura, ad affascinante aristocratico con un carisma talmente spiccato al quale nessuno è in grado di sottrarsi. Pensateci bene, il vampiro è stato sempre presente tra di noi, nel nostro immaginario, e forse lo abbiamo anche cercato nell’oscurità del parco di ritorno da un rave party. Del resto è quasi un secolo che si parla di lui.
Conoscerete magari senza averlo visto, il film Nosferatu il Vampiro, interpretato da Max Schreck, pellicola vecchiotta, del 1922, muta, ma nonostante ciò in grado di terrorizzare lo spettatore molto più di molti horror attuali. Questo film, diretto da F. Murnau, rappresenta la vera e propria consacrazione di Nosferatu come vampiro ed è ispirato, come tutti quelli a seguire direi, al celebre romanzo di Bram Stoker. Se continuiamo a guardare al passato, tornano in mente le scene in bianco e nero con Dracula di Tod Browning interpretato da Bela Lugosi nel quale già è evidente la figura di un conte, ipnotico e manipolatore in grado di entrare nelle nostre case, per giunta dietro nostro invito, e capace in qualche modo di non abbandonarle mai più. Poi fu la volta di Nosferatu il Principe della Notte del 1979. Il regista, W. Herzog, il quale si ispirò proprio alla pellicola di Murnau. In questa versione spiccano soprattutto i paesaggi che sembrano appartenere a un mondo ultraterreno con una splendida Isabelle Adjani. Qui il principe della notte non è proprio terrificante, anzi è più malinconico, angosciato dal fatto di essere intrappolato tra il mondo dei vivi e quello dei morti, riflessione del tutto ovvia e realistica che si evince anche per tutta la pellicola di Intervista con il vampiro.
Quando invece si fa riferimento al vampiro contemporaneo ci salta alla mente, la versione di Francis Ford Coppola, del 1992, con un cast eccellente: Gary Oldman, Anthony Hopkins, Winona Ryder, Keanu Reeves, Monica Bellucci, insomma ci sono proprio tutti. Come risultato la pellicola è proprio ciò che ogni spettatore soprattutto della mia young generation si aspettava, rappresenta una grandiosa revisione del mito cinematografico del celebre vampiro. Il film non è fedele al racconto di Bram Stoker a differenza di quello che il titolo lascerebbe supporre (Dracula di Bram Stocker) anche se è comunque la storia di un giovane archivista inglese che si reca in Transilvania su richiesta del conte. Dobbiamo riconoscere che il fascino contenuto nei film di una volta non è assolutamente paragonabile a quello di oggi, dove ahimè, salvo qualche eccezione, i vampiri per la generazione attuale sono come dire quelli di Twilight, sui quali non voglio sprecare nemmeno una parola!
Purtroppo i vampiri oggi come oggi non risultano più di grande impatto, i nuovi fluorescenti ipotetici succhia sangue non hanno più alcuna intenzione di spaventare. Fortuna che grazie a internet possiamo rivedere ogni volta che ci viene in mente i classici del genere. Per concludere facendo un parallelismo, i vampiri succhiano il sangue agli umani così come noi spettatori pretendiamo di essere nutriti dalla cinematografia del cosiddetto buio, che deve essere in grado di farci tremare dal crepuscolo all’alba, trovandoci nel bel mezzo di questa continua lotta tra vittime e carnefici nella speranza che il cinema diventi il vampiro e noi spettatori la sua preda.