Per Alice c’è solo un mondo senza le meraviglie. La recensione di Alice was my name.

Alice was my name è un film horror rape & revenge ideato e diretto da Brace Beltempo (Carpenter’s House), sceneggiato da Lisa Rovo e distribuito in DVD da Digitmovies. L’edizione, oltre al film, contiene diversi trailer, i cortometraggi “L is for Last” e “Shemaleficent” e tre videoclip musicali sempre diretti da Beltempo. Nel cast Melissa Di Cianni, Alessia Semprebuono, Alessandro Davoli e Lisa Rovo.

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Alice è una giovanissima e bella ragazza che aspira a diventare un’attrice. Dopo tanti provini che finiscono sempre con degli infruttuosi “le faremo sapere”, viene notata e convocata finalmente per un’audizione che potrebbe dare una svolta alla sua carriera. Purtroppo però, finirà in una trappola: i suoi aguzzini la violenteranno e la picchieranno brutalmente, ma, prima che riescano ad ucciderla, riuscirà a fuggire e a pianificare la sua tremenda vendetta.

A parte il bellissimo La casa sperduta nel parco di Ruggero Deodato datato 1977, non ho memoria di un film rape & revenge italiano, tantomeno per come lo si intende più frequentemente: cioè, dove gli accadimenti tra lo stupro e la vendetta avvengono in un breve lasso di tempo, come vediamo in Non violentate Jennifer o nel recentissimo Revenge, e dove la vittima (solitamente donna) si trasforma in carnefice. Alice was my name va quindi a riempire un vuoto in questo sottogenere dell’horror, almeno per quanto riguarda il cinema di genere più recente, con una pellicola che sì, trae molto della sua struttura di partenza dai capisaldi a cui si ispira, ma aggiunge anche qualche elemento distintivo interessante e una sotto trama che lo rende un prodotto davvero peculiare.

Una voce fuori campo, quella di Alice, ci metterà subito in guardia: la ragazza è sopravvissuta ad uno stupro, ma anche se è fisicamente ancora in vita, la sua innocenza è decisamente morta e sepolta. Da quel momento vedremo la “preda” correre ignara verso il suo nefasto destino, tra le grinfie dei suoi predatori. Di grande impatto emotivo e tremendamente insopportabile sarà la scena della violenza sessuale subita dalla protagonista, prolungata ed enormemente dilatata, quasi a voler ricordare allo spettatore quanto il tempo sia relativo. Dal punto di vista della vittima e chiunque empatizzi con essa, è come infinito, lento, dolorosamente interminabile.

Alice was my name
Alice was my name

Ci sarà, per la gioia degli amanti della violenza “gratuita”, il momento della vendetta nel quale Alice si trasformerà da preda in predatrice e utilizzerà ogni sorta di attrezzo (persino un trapano), per fare a pezzi i suoi carnefici. L’obbiettivo non indugierà nei punti in cui verranno inferte le ferite, ma orbiterà attorno all’azione, immortalando il tripudio di sangue, grida e dolore, mentre vedremo Alice crogiolarsi nell’infliggere la pena alle sue vittime, quasi come se il gusto della vendetta non fosse l’unico piacere procurato da tanto sadismo. La recitazione, qualitativamente altalenante, commette qualche scivolone lungo il percorso, ma tutto sommato funziona e regge il peso di una tematica così delicata.

Alice was my name racconta un male misogino e disumano, un odio sistemico che sotto diverse forme è pronto a colpire le sue vittime. Allegoria della ribellione e del rifiuto “dell’indole mite” da parte del genere femminile, rivendicando il suo diritto di essere anch’essa predatrice e perché no, anche carnefice.  La sceneggiatura che si poggia su un plot “standard” e già visto, viene saggiamente arricchita di una sottotrama intrigante che nel sorprendente twist finale apre nuovi e distopici scenari. Brace Beltempo regala agli amanti del genere rape & revenge italiani una pellicola indipendente visivamente raffinata, anche grazie ad un’ottima fotografia e ad inquadrature sofisticate.

Titolo: Alice was my name
Titolo originaleAlice was my name
Regia: Brace Beltempo
Attori: Melissa Di Cianni, Alessia Semprebuono, Alessandro Davoli, Lisa Rovo.
Paese: Italia
Anno: 2021
Genere: Thriller, horror, rape & revenge
Durata : 82 minuti


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