Quello che non ti uccide ti rende più forte. La recensione dell’ottavo episodio di American Horror story: Cult: Winter of Our Discontent.
[Attenzione! L’articolo può contenere spoiler]
La fede è un’arma potentissima. Essa ha il potere insito d’elevarci tanto ad atti di grande valore quanto a grande rovina. Una rovina devastante. Umberto Eco riassunse il concetto in modo mirabile nel romanzo Il nome della rosa:
L’Anticristo può nascere dalla stessa pietà, dall’eccessivo amor di Dio o dalla verità come l’eretico nasce dal santo e l’indemoniato dal veggente.
[Adso – Il nome della rosa di Umberto Eco]
Il dado è tratto, ormai. Kai Anderson (Evan Peters) è ormai un martire della libertà, una guida, un leader. Alle sue spalle, si sta formando un esercito fedele pronto a tutto per lui. Sembra forzata la velocità con cui avviene tale fenomeno, tuttavia è invece tremendamente verosimile e umano. Nel film L’onda (2008) di Dennis Gansel, tratto dal romanzo di Todd Strasser, veniva proprio osservato tale fenomeno in una scuola attraverso un esperimento sociale, ispirato ad uno reale accaduto nel 1967 in California. La dinamica dell’esperimento è in realtà molto semplice: un professore vuole provare ai suoi studenti come nascono le strutture sociali autoritarie, per cui crea un movimento fondato sulla disciplina a cui i ragazzi si uniscono. Quello che sembra un gioco, ben presto diventa per i ragazzi uno stile di vita e di pensiero estremo e mortale.
Kai, però, è andato ben oltre, mutando il suo gruppo in un vero e proprio culto che fa capo alle sue idee malsane come base della dottrina. Come aveva profetizzato Bebe Babbitt (Frances Conroy), inoltre, le donne vengono degradate a ruoli minori in favore degli uomini. Persino, Winter (Billie Lourd), fedelissima a Kai, ne diventa vittima a tal punto che Anderson, travolto dalle proprie manie di grandezza, decide di renderla madre di una razza eletta di cui lui, invece, sarà il “padre”, attraverso un ménage à trois con la sorella e Jack Samuels (Colton Haynes), evitando così l’incesto.
La ribellione di Winter a questa follia è solo il principio e primo sintomo di un’insoddisfazione dilagante che sta attanagliando i Clown del Caos. La paura inizia a serpeggiare, quindi, tra chi la diffondeva, scatenata da una prepotente domanda: “Fino a che punto Kai sarà pronto a spingersi?”
American Horror Story: Cult resta, comunque, la serie delle soprese. I tempi dell’isteria per Ally (Sarah Paulson) sono ormai finiti. Raggiunto l’apice del terrore grazie a Kai e internata in manicomio, la donna ha abbracciato qualcosa di così oscuro tanto da prendere anche una decisione a dir poco inaspettata…
La fede è un’arma a doppio taglio. Persino chi la impugna si può tagliare. Persino chi l’abbraccia può bruciare.