Babbo Natale si chiamava Yule Goat, aveva le sembianze di un uomo-capra e frustava a sangue i bambini cattivi.
È risaputo, non è Natale se non si parla del suo beniamino, il simpaticone mister “salvo tutti con il consumismo dei miei doni!” Sto parlando di Babbo Natale, ma chi dice poi che quest’ultimo debba essere per forza associato a una figura estremamente buona che, senza ricevere nulla in cambio, porta a domicilio doni ai bambini la sera della vigilia di Natale?
Noi amanti dell’horror non siamo così cinici da pronunciare la frase ammazza sogni dei pargoli: Babbo Natale non esiste! No, noi ci divertiamo maggiormente nel credere fermamente nella sua esistenza, semplicemente lo guardiamo da una diversa prospettiva.
Ad esempio, amiamo la leggenda secondo la quale il caro vecchio Babbo Natale è rappresentato come una figura extraumana, con lunghe corna sulla testa, e nel tempo libero, se ne sta seduto su di una piramide fatta di teschi umani.
Non mi sto confondendo con il caro e vecchio Lucifero, bensì vi sto parlando di un’antichissima leggenda che vede una delle icone più famose della cultura occidentale assumere connotazioni completamente differenti, ossia quelle di un uomo-capra.
Joulupukki o Yule Goat (in finlandese) così si chiama Babbo Natale, fin qui ci siamo, sappiamo tutti che proviene dalla Finlandia, precisamente dal villaggio di Korvatunturi, caratterizzato da ghiacciai e fitte foreste; ma non tutti però sono a conoscenza che il nome Yule Goat fa riferimento proprio al caprone che secondo la mitologia scandinava possedeva di fatti enormi corna ritorte.
Quindi secondo i nordici Babbo Natale sarebbe in realtà un caprone, e questo non andava affatto bene, (dato che, nella cultura cristiana il capro rappresentare una figura satanica). La leggenda narra che sia figlio di due caproni che trascinavano il carro del dio Thor (il quale ogni sera era solito ucciderli con il suo martello per cibarsene, poi, l’indomani mattina li portava nuovamente in vita e ripeteva il tutto. Altro che riciclare…).
Dopo diverse contaminazioni, la storia ha acquisito maggiori sfaccettature, dettagli e inquietanti particolari. Le sembianze antropomorfe, malvagie e spaventose, hanno fatto sì che il capro sia diventato facilmente un orco mangiatore di bambini con enormi corna su cui erano appesi i corpi penzolanti di esseri umani. Secondo alcuni villaggi finlandesi, Yule Goat vaga di notte bussando a ogni porta delle abitazioni dove ci sono bambini, dando doni a quelli che sono stati buoni e frustando a sangue i cattivi.
Tale metamorfosi del buon vecchio Santa Claus è stata riportata anche sui grandi schermi con la pellicola del 2010 intitolata Trasporto Eccezionale – Un Racconto di Natale. Il film ripropone proprio questa versione “oscura”. Consiglio di guardare tale pellicola, nella quale la metamorfosi è riuscita proprio bene. Il film si rifà proprio ai miti precristiani del Nord Europa che indiscutibilmente, sono tra i più suggestivi. In effetti già il titolo fa riferimento al ritrovamento del demone Babbo Natale tra i ghiacciai (che quindi costituisce un trasporto eccezionale, in inglese appunto “rare exports”).
Ovviamente nel tempo la cultura moderna ha preferito sostituire le sembianze da uomo/capra con quelle di vecchietto barbuto, vestito di rosso (non è difficile capire il perché). Ma è da riconoscere che l’associazione di Babbo Natale al caprone è molto d’effetto. Ribadisco la mia preferenza, Babbo uomo caprone violento, e con quell’aspetto, forse, non comprato dal merchandising della Coca-Cola, avrebbe più carattere, e chi è stato cattivo, dopo le sue frustate ci penserebbe decisamente meglio prima di fare nuove “marachelle”.