Una gemma nascosta firmata Wes Craven. La recensione di Benedizione mortale.

Benedizione mortale- recensione
Benedizione mortale- recensione

Tutti gli amanti del cinema dell’orrore conoscono Wes Craven, largamente considerato uno dei maestri del genere grazie a pellicole molto apprezzate del calibro de Le colline hanno gli occhi, Nightmare – Dal profondo della notte e Scream. Il cineasta di Cleveland però, prima di sfornare il capolavoro con l’iconico Freddy Krueger come protagonista, ha avuto modo di sviluppare alcune idee cruciali per la propria produzione cinematografica grazie alle riprese di Benedizione mortale.

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La pellicola, distribuita nel 1981, prende le mosse da un misterioso omicidio commesso nella fattoria di una giovane coppia di sposi, che confina con la comunità religiosa degli “Ittiti”. Questi ultimi, dal credo estremamente rigido e non disposto a compromessi con la modernità e il progresso tecnologico, sono fermamente convinti che una forza oscura sia all’opera nei loro territori: l’Incubus, antico spirito maligno.

Gli Ittiti e i “moderni” non rimangono però completamente estranei: non solo sono forzati a dialogare a causa del macabro delitto, ma hanno nel giovane sposo (proprio la vittima dell’assassino) il più importante punto di contatto, essendo egli il figlio maggiore del capo della comunità religiosa, dalla quale ha deciso però di prendere le distanze; questo particolare diventa estremamente significativo se si guarda alla biografia di Craven, la cui infanzia è stata segnata da un pressante contesto religioso.

Oltre a presentare elementi autobiografici, Benedizione mortale si rivela un vero e proprio laboratorio per l’incubazione di contenuti e tecniche di ripresa che il regista rielaborerà in Nightmare. I temi della visione e del sogno e la struttura slasher, a partire dalla seconda parte del film, vengono esplorati in Benedizione mortale, ma non ne costituiscono il cuore della narrazione (come accadrà invece nella serie dedicata a Freddy Kreuger). Una delle scene cult di Nightmare – nella quale Nancy si trova nella vasca da bagno e vede spuntare il guanto artigliato di Freddy fra le sue gambe – deriva direttamente dalla pellicola del 1981, nella quale è però un serpente a disturbare il momento di relax della protagonista.

Il cast vanta la partecipazione del leggendario Michael Berryman e del veterano Ernest Borgnine, le cui ottime performance si sommano a quella convincente della protagonista (Maren Jensen) e una delle prime apparizioni di Sharon Stone, futura stella di Hollywood.

Nonostante le pressioni della casa di produzione, che ha costretto Wes Craven a includere un (pessimo) finale a sorpresa per inserirsi nella scia della moda dettata quasi dieci anni prima da Carrie di Brian De Palma, il film scorre piacevolmente e funziona a meraviglia. Benedizione mortale è una pellicola dalle atmosfere estremamente affascinanti, che trae la sua forza da una trama complicata e dall’ambientazione particolare, godibile come opera in sé e non solo in relazione a Nightmare. Un piccolo gioiello nascosto nella filmografia del grande Wes Craven, che vale la pena di essere ricordato e riscoperto.

Titolo: Benedizione mortale
Titolo originale: Deadly Blessing
Regia: Wes Craven
Attori: Maren Jensen, Lisa Hartman, Sharon Stone, Susan Buckner, Jeff East, Michael Berryman, Ernest Borgnine
Genere: Horror, Mistery
Durata: 98 minuti
Anno: 1981
Paese: Stati Uniti d’America
Budget: 2.5 milioni di dollari

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RASSEGNA PANORAMICA
Giudizio
Simone Senna
I nati negli anni Novanta hanno un debito verso i Piccoli Brividi: io continuo a pagarlo mangiandomi tutto l'orrore possibile. Classici di carta o in pellicola, perle nascoste e colonne sonore da urlo. Nutrici, paura!
benedizione-mortale-recensioneNonostante le pressioni della casa di produzione, che ha costretto Wes Craven a includere un (pessimo) finale a sorpresa per inserirsi nella scia della moda dettata quasi dieci anni prima da Carrie di Brian De Palma, il film scorre piacevolmente e funziona a meraviglia. Benedizione mortale è una pellicola dalle atmosfere estremamente affascinanti, che trae la sua forza da una trama complicata e dall’ambientazione particolare, godibile come opera in sé e non solo in relazione a Nightmare. Un piccolo gioiello nascosto nella filmografia del grande Wes Craven, che vale la pena di essere ricordato e riscoperto.