Bianca, il candore diabolico dei bambini nel corto di Federico Zampaglione
La voglia di esorcizzare il periodo cupo di ansia e di paura diffusa, dovute alla pandemia che ha colpito tutto il mondo, senza distinzione tra ceti sociali o condizioni economiche, sono la spinta creativa che ha dato vita a “Bianca”, il cortometraggio a tinte giallo-thriller di Federico Zampaglione, anima e leader dei Tiromancino, artista, lo dico con una punta di orgoglio, a cui sono legato da grande amicizia.
“La quarantena a cui ci ha costretti questo virus, sommata all’impossibilità di andare in tour e fare musica incontrando il mio pubblico e ad alcuni fatti tristi che mi sono capitati ultimamente, come la malattia di alcuni amici, mi stavano veramente buttando giù di morale. Così una sera, chattando con lo sceneggiatore e produttore Gianluigi Perrone, nostro comune amico che, vivendo in Cina, il dilagare dell’infezione lo ha vissuto sul nascere, abbiamo pensato di trasformare questo momento difficile in qualcosa di creativo e positivo e insieme abbiamo scritto la sceneggiatura di questo corto”, mi spiega Federico.
Girato a casa con un iPad, “perché rispetto ad un telefonino lo schermo è più grande ed era più facile girare per me che porto gli occhiali!”, in quattro giorni ed interpretato dalla figlia Linda e dalla compagna, l’attrice Giglia Marra, con una comparsata dello stesso Federico, “Bianca” è un thriller che vede la tranquillità famigliare di una madre e della figlia insidiata da un misterioso stalker, che sembra essersi introdotto nell’appartamento dove vivono, terrorizzandole.
Ma come in ogni buon Giallo che si rispetti, non manca il colpo di scena finale, che ribalta le certezze dello spettatore, “ho messo qualche omaggio al genere Giallo che, insieme all’Horror, amo molto, come la ripresa attraverso lo spioncino, la voce fuori campo all’inizio ed il coltello da cucina che usa Giglia, realizzato con cartone e carta stagnola per le scene più movimentate”, continua Federico, “ma ho volutamente attenuato i momenti più Horror, mostrando ad esempio, che il sangue che si vede sul pavimento è in realtà marmellata (attirandosi le ire di Giglia, preoccupata che si macchiasse il parquet) e rendendo anche divertente la storia e, a suo modo, simpatico, il personaggio di Bianca, perché volevo che il corto fosse visibile da tutti, anche da chi non è particolarmente avvezzo a questi generi e perchè la realtà che stiamo vivendo da settimane mi sembra già sufficientemente tragica”.
La storia raccontata sottolinea anche il divario digitale che esiste nell’imparare ad utilizzare le nuove tecnologie tra i giovanissimi e gli adulti, al proposito rimango stupito leggendo nei titoli di coda che il montaggio è stato curato dalla stessa Linda, che ha solo 10 anni! “Avendolo girato in casa, durante la quarantena, con risorse ridotte, non avevo idea di dove sbattere la testa per il montaggio, lavoro che ho spesso supervisionato per i miei film (la dark-comedy Nero bifamiliare, l’Horror Shadow e l’efferato Giallo Tulpa, nda), ma che non sapevo materialmente come fare. Linda mi è venuta in aiuto consigliandomi di scaricare il programma di editing gratuito “iMovie” e insegnandomi ad utilizzarlo; Il lavoro lo ha praticamente fatto tutto lei io, quando ho preso un po’ di dimestichezza con il software, ho solo corretto alcune cose”. L’incredibile facilità e la velocità con cui gli adolescenti interagiscono con internet rispetto agli adulti è utilizzata da Zampaglione nel creare il personaggio di Bianca, che non si ferma davanti a nulla pur di ottenere ciò che vuole, ma non voglio raccontare altro per non rovinare la visione a chi ancora non avesse visto il corto.
Se della creatività artistica di Federico sono sempre stato a conoscenza (musicista, cantautore, regista, giornalista, pugile dilettante…), sono rimasto assolutamente meravigliato dalla bravura di Linda, che si muove sulla scena come un’attrice navigata, dando in ogni momento al suo personaggio il candore credibile di una bambina e allo stesso tempo la diabolica perfidia di un adulto. Linda Zampaglione, che a 10 anni già canta, recita, suona il piano e la chitarra, è la prova che buon sangue non mente e, sono certo, la vedremo presto condividere ancora il palco ed il set con il padre, magari tornando a vestire i panni di Bianca, “il corto è piaciuto a tutti, anche a chi non ama particolarmente questo genere, come i fan dei “Tiromancino”, e qualcuno mi ha proposto di realizzare una web serie”, mi rivela Federico.
“Bianca nasce dalla voglia di rendere il tempo produttivo, non rinunciando alla creatività, dimostrando che, come ci hanno insegnato i Maestri del Cinema Italiano, se ci sono le idee, si può fare qualcosa di dignitoso anche con pochi mezzi. Date spazio alle vostre passioni in questo periodo, leggete, scrivete, suonate, create…”.