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Lake Bodom – Recensione

Bodom - Recensione
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Una notte del giugno 1960, le rive del lago Bodom, tre vittime e un unico superstite, un killer ancora senza volto. La recensione di Lake Bodom.

Bodom – Recensione

5 giugno 1960. Finlandia, a poca distanza dalla cittadina di Espoo. Sulle sponde del lago Bodom, alcune decine di chilometri dalla capitale Helsinki, si accampano quattro adolescenti per passare la notte. Si tratta di Nils Gustafsson e Seppo Boisman, allora diciottenni, e le quindicenni Tuulikki Mäki e Irmeli Björklund. Durante la notte, un uomo dall’identità sconosciuta ed armato di coltello li aggredisce, uccidendone mortalmente tre e ferendo gravemente solo Gustafsson. Nel 2004, quest’ultimo fu fermato per omicidio plurimo, poiché accusato di esser stato colpito da un eccesso di violenza provocato dalla gelosia che provava per la sua nuova ragazza, Irmeli Björklund. Fu rilasciato solo un anno dopo, quando la Corte distrettuale lo sollevò dai reati ascritti. Altre teorie più recenti di questa imputazione si fecero strada durante il corso degli anni, le quali provavano a dare un’identità al misterioso killer di quello che viene ricordato come “il massacro di Bodom”. La prima e più inquietante di queste risale ai giorni “tra il 3 e il 6 giugno 1972, [quando] un uomo annunciò nella lettera che accompagnò il proprio suicidio di essere l’omicida del lago Bodom. Si appurò che lavorava in un chiosco vicino al lago e che le vittime erano clienti, a cui aveva venduto della limonata. Era generalmente noto che il gestore del chiosco aveva avuto alcuni screzi coi campeggiatori, e che non ne poteva sopportare la presenza: comunque, ulteriori investigazioni trovarono che l’uomo aveva un alibi (stava dormendo a casa con la moglie, che testimoniò sotto giuramento di averlo al proprio fianco la sera della strage)” [Fonte: Wikipedia]. Ad ogni modo, il rilascio nel 2005 del superstite Nils Gustafsson rimette un grosso punto interrogativo sulle generalità di colui (o colei) che commise una simile atrocità.

Ed è qua che finisce la realtà ed inizia la fantasia. Più di preciso, la fantasia di Taneli Mustonen, regista finlandese classe 1978, che con Bodom (titolo internazionale: Lake Bodom) gira una sorta di sequel cinematografico della vicenda che sconvolse il suo paese. La storia riprende infatti gli avvenimenti sopraccitati descrivendo la notte sul lago di Atte (Santeri Helinheimo Mäntylä), Elias (Mikaerl Gabriel), Ida (Nelly Hirst-Gee) e Nora (Mimosa Willamo). I quattro, proprio come le loro controparti cinquanta anni prima, partono per un accampamento sulle rive del Bobom, alla ricerca di sesso, divertimento e – perché no – di una notte da brivido sulla scena del crimine. Il gruppo di amici però non è solo, tra gli arbusti illuminati esclusivamente dalla luce lunare si nasconde qualcuno. O qualcosa.

La suggestione iniziale che si definisce nella mente è quella di esser davanti ad uno slasher “old but gold”, ma Lake Bodom ci mette poco, pochissimo a cambiare le carte in tavola ed uscire dal sentiero tracciato per seguire delle orme inattese: nessuno è come sembra nel gioco a quattro che va a crearsi tra le coppiette. Un ambiente ostile, glaciale come la nazione scandinava che regala le tonalità ad una pellicola estremamente monocromatica alla maniera della tradizione nord-europea. Il contrasto nel gioco di (de)saturazione viene spezzato solo nel momento in cui gli eventi della narrazione precipitano, quando la temperatura delle lastre di ghiacchio intorno al lago sarà avversata dal calore del sangue ed il bianco candido sporcato dalle macchie color porpora.

Ci pensa nuovamente Mustonen – coadiuvato in questo da Aleksi Hyvärinen – ad invertire la rotta una seconda volta, proprio sul finale, e tornare sui suoi passi. Lo stesso passaggio che fece, cinquanta anni prima, il vero killer che con immensa ferocia tolse la vita a Seppo Boisman, Tuulikki Mäki e Irmeli Björklund. Lake Bodom recupera così le sue intenzioni primarie – forse con l’intento di omaggiare le vittime o più semplicemente per spirito investigativo – e prova a dare un corpo a quello Slender Man umano che nelle fattezze ricorda il Bye Bye Man (2017) di Stacy Title e Jonathan Penner. Un uomo insolitamente alto, con dei grossi anfibi ed un rabbioso cane lupo al seguito: è così che il regista finlandese dipinge l’ignoto assassino che vive solitario nei boschi intorno al bacino, con una forza fuori dall’ordinario ed estremamente freddo nelle sue azioni, senza però mai svelarci il volto con la cinepresa.

Come giustamente è stato scritto, Lake Bodom non è un prodotto sui generis e non offre niente di nuovo alla sconfinata filmografia degli slasher camping, ma è anche vero che alcuni interessanti dettagli tecnici – la fotografia diretta da Daniel Lindholm, in primis, ed una buona interpretazione di tutto il cast – congiunti alla vicenda reale dal quale il film è tratto, rendono il lavoro di Taneli Mustonen una sorta di porta a forma filmica sugli eventi che nel giugno del 1960 sconvolsero la Finlandia.

Titolo: Lake Bodom
Titolo originale: Bodom
RegiaTaneli Mustonen
Attori:  Nelly Hirst-GeeMimosa WillamoMikael Gabriel
Genere: Horror/Thriller
Durata: 85 minuti
Anno: 2016
Paese: Finlandia

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RASSEGNA PANORAMICA
Giudizio
Scrittore abortito, direbbe qualcuno, dalla polvere di questo pianeta. Visita il mio blog personale Phoboshorama.
bodom-recensioneBodom Lake non è un prodotto sui generis e non offre niente di nuovo alla sconfinata filmografia degli slasher camping, ma è anche vero che alcuni interessanti dettagli tecnici - la fotografia diretta da Daniel Lindholm, in primis, ed una buona interpretazione di tutto il cast - congiunti alla vicenda reale dal quale il film è tratto, rendono il lavoro di Taneli Mustonen una sorta di porta a forma filmica sugli eventi che nel giugno del 1960 sconvolsero la Finlandia.

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