Weird Book pubblica un libro su David Cronenberg scritto da Roberto Lasagna, Rudy Salvagnini, Massimo Benvegnù e Benedetta Pallavidino
A David Cronenberg e al suo affascinante universo cinematografico è dedicato il nuovo volume delle edizioni Weird: David Cronenberg. Estetica delle mutazioni. Con la prefazione di Danilo Arona, l’elegante cover di Giorgio Finamore e i testi dei critici Roberto Lasagna, Rudy Salvagnini, Massimo Benvegnù e Benedetta Pallavidino, il libro è una rilettura completa e finalmente illuminante di uno dei più importanti autori del cinema moderno, che con la sua opera lavora sin dagli inizi a fianco del “New horror” perseverando nell’ossessione di realizzare “un cinema apparentemente naturalistico”. Dice infatti il regista canadese: “I miei non sono film di mostri in senso stretto, ma il mostro è il nostro corpo, la nostra esistenza”. Una professione di fede che farà del cineasta di Toronto, attivo sin dalla fine degli anni Sessanta con titoli sperimentali come Stereo e Crimes of the Futures, un nome presto riconosciuto dai cinefili e dalla critica, specie in Europa, dove Cronenberg viene eletto come l’artista visionario attento a rivelare i demoni sotto la pelle di un’apparenza quotidiana insospettabile.
Cronenberg parte dagli orrori nascosti per crescere come autore visionario, in grado di dipingere affreschi inquietanti, immaginando scenari distopici come in Videodrome (1983), dove quel che accade sullo schermo di un televisore è più reale di quello che chiamiamo realtà di tutti i giorni. Autore teorico e disturbante, attratto dalla letteratura e dalle ambivalenze, coraggioso nel portare al cinema titoli come Il pasto nudo o Crash, Cronenberg coglie nel suo percorso le ossessioni di personaggi che vivono interscambi tra la macchina e il corpo, mentre all’individuo spetta di “mutarsi” in tramite di una nuova comunicazione, palesandosi nella sua identità compromessa di nuovo media.
La tecnologia plasma l’umano, e si avvicendano individui divorati dalla dipendenza, soggetti/oggetti di una conoscenza manipolatoria e tramite di una riflessione su cui il cineasta declinerà la sua poetica ricca e sfaccettata, suscettibile di varie “mutazioni”. Il grande pregio del libro, che si segnala per la sua completezza e per l’elevata qualità della scrittura, è di riuscire a portarci con passione dentro il cinema e il suo processo creativo, come tra le sequenze del bellissimo Inseparabili (1988), con gli interni del corpo che motivano l’ossessione più eversiva dei gemelli Mantle, o in M. Butterfly (1993), dove l’identità diviene un territorio ambiguo di reticenze. Le ferite dei personaggi possono venire occultate o divenire oggetto di desiderio, ma nel teatro consumistico e straniante di Crash (1996), sono le automobili a divenire oggetto della brama e dell’adorazione in quanto estensione del corpo umano, con il personaggio trascinato in una febbre dei sensi che lo inchioda a quelle lamiere destinate a penetrare nella carne.
Motivi e ossessioni rinnovano la tensione espressiva del cineasta: dalla possessione di una mente che governa il pensiero altrui ed è da esso governata (Scanners), ai domini che si sottraggono all’immediata comprensione e preludono a scenari sconcertanti (l’orizzonte politico sociale di un altro titolo di grande fascino, La promessa dell’assassino), con l’apoteosi rappresentata dal tentativo dei personaggi di Crash di raggiungere l’orgasmo avvicinandosi alla morte – quadro gelido futuribile di congiunzione tra Eros e Thanatos che tanta influenza avrà sul cinema a venire.
Il libro scritto dai quattro bravi critici si caratterizza per la sua completezza e per l’approfondimento con cui ciascun lungometraggio trova una collocazione nel percorso del cineasta. Gli autori mantengono una tensione conoscitiva che favorisce la lettura, e un particolare approfondimento, a cura di Roberto Lasagna, completa il libro con un capitolo dedicato al nuovo film del regista, Crimes of the Futures, recentemente presentato al Festival di Cannes, che rappresenta l’atteso ritorno alla regia dopo una pausa che dura da Maps to the Stars.
Le mutazioni che il libro coglie sono metamorfosi e ritorni, approfondimenti in territori che riguardano la psiche e le dipendenze. E a proposito di psiche da perlustrare, uno dei titoli più emblematici della maturità artistica di Cronenberg si intitola appunto Spider, dove l’individuo è parte di una tela in cui finisce per smarrirsi e in cui il cinema assurge al suo compito di luce tra le tenebre. Un cinema teso e inquietante, spesso vitale e disturbante, in cui il cineasta non smette di sperimentare, anche in titoli moderni come A History of Violence o Cosmopolis: cinema in grado di estendere i nostri orizzonti e filmare quello che identifichiamo come non-filmabile, come la bellezza interiore della carne ma anche quella disturbante della psiche, o l’interno della ragnatela che va a replicare, seppur lasciando nuovi spiragli, la trappola in cui si ritrovava lo scienziato de La mosca (1986), uno dei (non pochi) film memorabili di un regista forte del suo essere unico.
SCHEDA TECNICA
Titolo: David Cronenberg. Estetica delle mutazioni
Autore: AA.VV.
Editore: Weird Book
Collana: Revolution
Genere: Saggio
Pagine: 196
Prezzo: 24,90 €
Formato: 15 x 22 cm
ISBN: 978-88-31373-76-0