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Deadlight, Director’s Cut – Recensione

Deadlight director's cut - recensione
Deadlight director's cut - recensione

Deadlight, Director’s Cut arriva finalmente su Playstation 4: l’edizione estesa e migliorata di un’avventura post apocalittica piena di zombie.

Deadlight director’s cut – recensione

Il genere Horror negli ultimi vent’anni si è ritagliato uno spazio consistente nel panorama videoludico mondiale. In principio c’erano Resident Evil e Silent Hill, giochi carichi di atmosfera che facevano dei limiti del gameplay un punto di forza per aumentare la tensione nel giocatore, via via negli anni, distributori e sviluppatori ci hanno regalato esperienze sempre più “Open World” come Dead Island o il più recente Dying Light, enormi mappe da esplorare e orde di zombi da sconfiggere, lasciando al giocatore varie possibilità di scelta su come massacrare i mostri di turno.

Il genere è diventato un mercato talmente appetibile, che persino studi di sviluppo minori o indipendenti hanno deciso di investire in questo senso, realizzando piccole perle dal gusto rétro e dalla direzione artistica veramente impeccabile.

È questo il caso di Deadlight, titolo del 2012 inizialmente esclusiva Xbox One che è stato riproposto ultimamente, dato il suo successo di pubblico e critica, in versione Director’s cut per PS4.

Gli sviluppatori, i Tequila Works, sono un piccolo studio spagnolo che vanta fra le sue fila ex-dipendenti talentuosi, provenienti da studi maggiori come Blizzard, MercurySteam,  Pyro Studios e Sony Computer Entertainment.

Per il loro primo gioco hanno scelto di cimentarsi in un survival-Horror, ma attenzione questa classificazione rischia di non rendere giustizia  a questo prodotto che nasconde anche altri aspetti più interessanti.

Nel gioco impersoneremo il duro Randal Wayne, sopravvissuto ad una apocalisse zombie con un piccolo gruppo di persone, alla disperata ricerca di una zona sicura dove sia possibile rifugiarsi dalla minaccia che cammina nelle strade. Rimasto ulteriormente isolato dal resto del gruppo, il nostro eroe sarà impegnato su più fronti, ritrovare i propri famigliari, raggiungere la fantomatica “safe-zone” e ricongiungersi con il gruppo di compagni, appena smarrito. Tutto questo sfuggendo ad orde di famelici zombi, qui chiamati “ombre”, pronti a divorare tutti gli esseri umani che incontrano sul loro cammino. In generale, la narrativa si attesta su un buon livello, con qualche colpo di scena ma, forse un po’ troppo lineare per i videogiocatori più navigati.

Deadlight director’s cut – recensione

Oltre ad essere un gioco di sopravvivenza , Deadlight è soprattutto un action-platform 3d a scorrimento orizzontale, di chiara ispirazione anni 80 (guarda caso il gioco si svolge proprio in un distopico 1986) che riprende e cita il gameplay di mostri sacri di quel periodo, come Prince of Persia o  Another World.

Di quest’ultimo, Deadlight riprende anche la forte impronta narrativa, infatti gli sviluppatori per raccontare la vicenda hanno inserito, fra uno livello e l’altro, delle cut-scene in stile graphic novel dal gusto chiaramente inspirato al celeberrimo fumetto di The Walking Dead, che donano al tutto un’appeal ancora più torbido e accattivante.

Deadlight director’s cut – recensione

Rispetto ai suoi illustri predecessori, una componente sicuramente riuscita di questo gioco, è la pressione che le “ombre” esercitano sul giocatore, infatti non solo dovrete scalare muri, recinzioni e saltare fossati, ma dovrete farlo prima che i morti viventi riescano a riunirsi richiamati dalla vostra presenza, diventando un avversario troppo duro da sconfiggere. Questo vi spingerà a dover prendere le decisioni sul da farsi in tempi molto stretti, accrescendo in modo particolare la sensazioni di essere inseguiti e braccati dal nemico. Ma non solo, come se non bastasse una barra della fatica regolerà la quantità di sforzo fisico a vostra disposizione, una volta esaurita, la vostra capacità di movimento o di difesa sarà seriamente compromessa e diventerete quasi sicuramente cibo per gli zombie!

Oltre alla vostra agilità, per scappare, nel corso dell’avventura troverete qualche arma per uscire dalle situazioni più complicate, come ad esempio un’accetta, il cui uso e sempre limitato dalla barra della fatica,, una pistola o uno Shotgun. Attenzione però, anche in questo caso il team di sviluppo ha pensato di fornirvi ben poche munizioni, in linea con i dogmi di questo genere, quindi il mio consiglio e di utilizzarle con parsimonia, solo in caso di estrema necessità.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, il gioco gira bene ed è veloce, unica pecca forse la troviamo nel controllo del personaggio che, pur rimanendo molto maneggevole, a volte richiede di essere veramente molto precisi, o alcuni ostacoli risulteranno davvero complicati da superare. Questo rischia di creare, nei meno esperti, un po’ di frustrazione. Tuttavia, anche questa incertezza, a parer mio,contribuisce a darvi quel brivido in più, facendovi incrociare le dita ad ogni salto compiuto con leggerezza, senza mai diventare un limite alla giocabilità. Il level design è ottimo, e fornisce una sfida sempre crescente con una lieve impennata di difficoltà sul finale,  che però non pregiudicherà la godibilità dell’esperienza complessiva.

La direzione artistica per un prodotto indipendente, è veramente strepitosa. Il livello di dettaglio e la caratterizzazione delle ambientazioni sono molto curate ed in grado, anche con elementi semplici, di calarvi appieno nella Seattle post apocalittica, abbandonata da anime vive ed infestata dagli zombi. Ottimi anche doppiaggio, effetti sonori e accompagnamento musicale. 

Piccolo neo di questo gioiellino è la durata: la campagna si porta a termine in poche ore, ma fortunatamente il prezzo basso e la quantità di contenuti di questa Director’s cut, controbilanciano questo difetto. Infatti una volta conclusa la modalità principale, oltre a potervi cimentare nelle modalità a tempo, potrete consultare il diario di Randal e persino quello di produzione (con tanto di backstage video), cimentarvi in modalità sopravvivenza dove, rinchiusi in un palazzo, dovrete resistere per più tempo possibile ad orde crescenti di famelici non morti. Credetemi, una vera sfida per hard-core gamer che vi porterà via del tempo.

In conclusione Deadlight è un’ottimo titolo indipendente dal prezzo contenuto che racchiude in se la magia dei giochi anni 80 e una narrativa coinvolgente alla The Walking Dead. La direzione artistica e un motore grafico moderno come l’Unreal Engine, sorprenderanno anche chi non ama questo genere di giochi.

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Titolo: Deadlight Director’s Cut
Uscita
: 24 giugno 2016 Tipologia: Action, Platform, Survival Piattaforme: pc, ps4, xone
Sviluppato: Tequila Works
Pubblicato: Deep Silver
DistribuitoKoch Media (Plaion)

 

RASSEGNA PANORAMICA
Giudizio
Designer e tecnico di post produzione cine-televisiva, appassionato di cinema, videogame e fumetti da quando ho memoria, ho anche una gran passione per la musica metal e punk hardcore!
deadlight-directors-cut-recensioneDeadlight è un’ottimo titolo indipendente dal prezzo contenuto che racchiude in se la magia dei giochi anni 80 e una narrativa coinvolgente alla The Walking Dead. La direzione artistica e un motore grafico moderno come l'Unreal Engine, sorprenderanno anche chi non ama questo genere di giochi.

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