Doppia personalità - Recensione
Doppia personalità – Recensione (1992)

Il grande Brian De Palma si conferma un magistrale esploratore dei meandri della psiche umana. La recensione di Doppia Personalità

Scritto e diretto dal regista di culto Brian De Palma, Doppia personalità (1992) può essere a buon diritto definito un horror psicologico. Il regista è ricordato dagli amanti del cinema soprattutto per altre pellicole però: è lui, infatti, a dirigere la macchina da presa in Vestito per uccidere, Scarface, Gli intoccabili e (non ultimo) la gemma del genere horror Carrie.

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Doppia personalità, seppure faccia parte della filmografia minore di De Palma, rimane un lungometraggio decisamente riuscito. Non un capolavoro, ma un viaggio affascinante nella parte più intima della natura umana, diretto con grande eleganza estetica. Si tratta di un film avvincente, che riesce a tenere lo spettatore incollato alla sedia nonostante la trama sia abbastanza lineare, a fronte invece di una sequenza iniziale spiazzante. De Palma non perde neppure in questa pellicola il vizio per i finali a sorpresa, come in Carrie – Lo sguardo di Satana.

Sin dall’inizio chi guarda è consapevole che Carter, il protagonista, sia afflitto da un disturbo dissociativo dell’identità: la sua personalità multipla rivela infatti il suo alter-ego amorale, Caino. Per rappresentare la distruzione della psiche, il regista cambia spesso le carte in tavola: i diversi punti di vista dei personaggi si susseguono incessantemente, mentre la realtà si mischia ai sogni senza soluzione di continuità. La narrativa non è lineare. Nel momento in cui Carter spruzza una strana polvere negli occhi della prima vittima, anche noi veniamo colpiti e non possiamo più fidarci di quello che vediamo.

Una scena su tutte merita una menzione d’onore per la grandiosa tecnica messa in campo, ovvero quella dell’ospedale. Un lungo piano sequenza, incorniciato da sapienti movimenti di macchina, accompagna una vecchia conoscenza del padre di Carter (la dottoressa Waldheim) e gli ispettori di polizia verso l’incontro finale con gli “Io” del protagonista. Ed è nella stessa scena che veniamo a conoscenza della storia che si cela dietro il dramma di Carter.

Fra le influenze che hanno ispirato De Palma, mi sembra appropriato iniziare citandone una letteraria: Doppia personalità ha un gusto che riporta alla mente uno dei capolavori della grande scrittrice Shirley Jackson, ovvero Lizzie (1954). In campo cinematografico, invece, sono evidenti i riferimenti a Tenebre di Dario Argento (di cui riprende uno shot), a L’occhio che uccide di Michael Powell e, per stessa ammissione di De Palma, ad Alfred Hitchcock: «It’s almost impossible not to fall into his grammar, which is, of course, the best».

Titolo: Doppia personalità
Regia
: Brian De Palma
Attori: John Lithgow, Lolita Davidovich, Steven Bauer
Genere: Horror psicologico, Thriller
Durata: 88 minuti
Anno: 1992
Paese: USA

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