Downrange - Recensione
Downrange – Recensione

Un’auto in panne, sei ragazzi, un cecchino e tensione a non finire. La recensione di Downrange.

Nel 2008 Ryuhei Kitamura portava sullo schermo The Midnight Meat Train (in Italia col titolo Prossima fermata: l’inferno), un ottimo horror tratto da un racconto breve di Clive Barker (creatore della saga Hellraiser). Non era un’impresa semplice rendere efficaci le atmosfere intrise di paranoia ideate da Barker, ma le scelte di Ryuhei si rivelarono perfette.

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Lo stesso è accaduto nel 2017 con Downrange. Questo film (disponibile in home video e digital download dall’estate scorsa grazie a Midnight Factory) riesce infatti a giocare magistralmente con la tensione, con una manciata di elementi a disposizione.
Tutto comincia su una strada solitaria delle campagne statunitensi, attraverso cui sei ragazzi stanno viaggiando in macchina. Non si conoscono tutti, si trovano infatti nello stesso veicolo grazie al car pooling, ma sembrano comunque trovarsi bene tra loro, parlando e scherzando anche quando si buca una gomma della macchina.

Il problema si risolverebbe in poco tempo, visto l’affiatamento del gruppo, se non fosse per la presenza di uno spietato cecchino, nascosto nel paesaggio desolato circostante.
Questo inconveniente si rivelerà un vero e proprio incubo, che metterà alla prova il gruppo in una sfida d’astuzia e di nervi, in grado di generare ansia dall’inizio alla fine del film.

Questo è tutto ciò che serve sapere per quanto riguarda la trama di Downrange, ma è necessario approfondire alcuni dettagli per convincersi ancor di più della qualità dell’opera.

Ogni inquadratura e movimento di camera è studiato con grande attenzione, ed in ogni scena si ha la sensazione di vivere il momento dall’angolazione migliore. Riprese dall’alto, rasenti il terreno, movimenti di camera dinamici o inquadrature statiche, tutto è studiato e ponderato, per ottenere un maggiore effetto ansiogeno. Nelle scene d’attesa aumenteranno la tensione e nelle scene crude intensificheranno la repulsione, amplificando notevolmente la ricezione dei momenti clou.

Degne di nota, le performance attoriali degli interpreti e la caratterizzazione dei personaggi. Non capita spesso che in horror di sopravvivenza di questo tipo, siano costruiti e sviluppati così bene. Di solito, infatti, i membri del gruppo di “vittime sacrificali”, sono poco approfonditi e caratterizzati. Nel caso di Downrange, invece, i personaggi sono molto credibili: rabbia cieca, disperazione, paranoia e sfinimento, ogni volta che una reazione si palesa sullo schermo, ci sentiamo empatici verso chi la sta esternando.

Infine è doveroso parlare dell’efferatezza delle scene. Così come in The Midnight Meat Train, anche qui le scene “gore“, sono parecchie e realizzate molto bene. Si potrebbe pensare che un fucile da cecchino, non permetta di dare sfogo alla creatività, invece l’abilità del regista, si riveleranno ancora una volta all’altezza.

Downrange è quindi un buon horror. Pur raccontando una situazione decisamente statica, si rivela estremamente dinamico. Sicuramente adatto a chi cerca atmosfere ansiogene, senza troppe interruzioni.

Titolo: Downrange
Titolo originale: Downrange
Regia: Ryûhei Kitamura
Attori:  Kelly Connaire, Stephanie Pearson, Rod Hernandez, Anthony Kirlew, Alexa Yeames, Jason Tobias
Genere:
Horror, Thriller
Durata: 90 min
Anno: 2017
Paese: USA

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