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Fi-Pi-Li Horror Festival 2017: vincitori e recensioni dei corti in concorso

Fi Pi Li Horror Festival 2017 concorso cortometraggi
Fi Pi Li Horror Festival 2017 concorso cortometraggi

Fi-Pi-Li Horror Festival 2017: vincitori e recensioni dei cortometraggi in concorso.

Fi Pi Li Horror Festival 2017 concorso cortometraggi

La 6a edizione del FIPILI Horror Festival si conferma promotrice di giovani talenti come nelle edizioni precedenti, attraverso il genere da la possibilità a tanti ragazzi di potersi esprimere ed avere visibilità. In quel di Livorno noi di NAQB siamo stati gentilmente invitati ed abbiamo visionato maggior parte dei corti presenti nella sezione horror/thriller e siamo qua, per riportare le nostre impressioni. I corti che non siamo riusciti a visionare, verranno comunque citati a fine articolo.

Ringraziamo l’organizzazione del FI-PI-LI Horror Festival per l’invito a questo festival che vanta anche la presenza di molti nomi illustri come Dario ArgentoRuggero Deodato, Marco ed Antonio Manetti, Fabio Guaglione e Fabio Resinaro registi di Mine fino ad arrivare a Maurizio Nichetti ed Enzo Sciotti. Dopo avere parlato del festival è giusto passare a revisionare i cortometraggi che hanno caratterizzato il Fi-Pi-Li Horror Festival 2017.

CHAINSAW di Mirko Petrini
Un ragazzo si reca ad un appuntamento al buio attraverso un’app di sex dating, ma una volta arrivato si renderà presto conto che è tutta una farsa e ad aspettarlo vi troverà una terribile sorpresa. Il corto è realizzato con pochissimi mezzi e la storia non è particolarmente innovativa, nonostante ciò il regista mette sul piatto buone idee per ovviare alla mancanza di denaro ed il corto risulta divertente.

DOMINE di Enrico Fernandez
Una ragazza trova a terra uno strano anello, dopo averlo portato a casa incomincia a notare alcune presenze attorno ad esso, quindi decide di disfarsene ma non basterà a liberarsi dalla maledizione. La tensione viene costruita ottimamente ed i movimenti di camera claustrofobici rendono questo corto molto efficace. Da notare l’ottima recitazione da parte della protagonista.

GHOST CAM di Valentina Bertuzzi
Un uomo crea un’applicazione che con la fotocamera del telefono può rivelare il fantasma di chi si trova vicino alla morte, sua figlia e il suo ex fidanzato cercano di scoprire se questa app sia una bufala o meno. La storia è raccontata attraverso la fotocamera del cellulare dei protagonisti, un po’ come in Unfriend dove tutto avviene attraverso la webcam. L’idea è interessante e ben realizzata. Prima ancora di essere un cortometraggio, Ghost Cam era una web serie.

UNA DONNA COL CERVELLO di Mauro Nigro
Si tratta di un horror-comedy dove lo spettatore riesce a sentire i pensieri di uno zombie, che vorrebbe appunto, mangiare il cervello di una ragazza. Il corto è davvero molto semplice, ma le scene riescono comunque a strappare una risata e credo fosse l’intento del regista. La pellicola ha vinto il premio come Miglior film nella categoria horror.

NYCTOPHOBIA di Francesco Longo
Il corto fa parte di una trilogia riguardante le varie fobie dell’uomo, l’idea alla base è di vedere come la paura del buio possa condizionare la vita di un individuo. A livello tecnico uno dei migliori corti in concorso, la tensione costruita fa si che i classici jump scare funzionino alla grande, il make-up e la recitazione sono ottimi, si notano buoni movimenti di camera ed un notevole gusto stilistico da parte del regista.

SENZA OCCHI MANI E BOCCA di Paolo Budassi
Bianca è una ragazza senza fissa dimora. L’incontro con una psicologa in un Centro di accoglienza le farà ricordare un incidente in bicicletta avvenuto quando era piccola e del quale non aveva memoria, un evento che tragicamente ha segnato la sua intera esistenza. Da come si può dedurre non si tratta di un vero e proprio horror, ma più un film drammatico. Il corto è ottimamente diretto e ben recitato dalle due attrici principali, Alessia Pellegrino e Monia Rosa.

ELEVATOR GAME di Umberto Junior Vivaldi
L’idea alla base è ispirata ad una leggenda metropolitana coreana, il nostro protagonista non farà altro che entrare un ascensore, eseguire il “giochino” della leggenda e vedere cosa accade. Il budget è molto limitato e purtroppo si vede, nella brevissima durata del corto però il regista riesce a mettere tensione allo spettatore portando a casa un ottimo risultato.

Necrophos di Aristide Buffometto
La trama è quasi inesistente, si parla semplicemente di un rito per cui è inutile spiegarne i particolari a livello di sceneggiatura perché si andrebbe a rovinarne la visione. Sotto il punto strettamente tecnico il corto è veramente notevole, il low budget non si nota, anzi le riprese in esterno dimostrano un’ottima capacità nel posizionare la camera da presa. Di buonissimo livello anche la fotografia e comparto sonoro.

Deliziosa prospettiva di Antonio Padovani
Una donna cucina la cena per un appuntamento con la sua amante ma proprio quando lei sta per arrivare qualcosa va storto. Il corto è veramente ottimo a livello di fotografia e movimenti di camera, ma la lentezza di alcune scene fa si che il tutto perda di ritmo.

Queen Kong di Monica Stambrini
Il corto racconta di un uomo interpretato da Luca Lionello che si lascia andare e si concede sessualmente ad una creatura dei boschi (interpretata da Valentina Nappi ), l’iniziale ribrezzo e orrore che lui prova nei suo confronti muta presto in un esplosione di libido. La Queen Kong del racconto viene presentata come un classico satiro ma in versione femminile. Il film è fatto di molti primissimi piani e viene risparmiata ovviamente la visione dei genitali e del coito. Se vi va di vedere una versione più spinta di Tinto Brass questo corto è un’ottima soluzione.

Undercover Mistress di Giulio Ciancamerla
Durante una mostra fotografica, uno uomo infastidisce una ragazza fino a farla scappare in strada, nell’indifferenza generale della gente continua a seguirla, una volta che lei si troverà con le spalle al muro, lui cercherà di aggredirla. Ciancamerla affronta in un modo innovativo il tema del transgender, la violenza presente nel corto è parecchia, per questo motivo il regista ha avuto qualche problema a far proiettare la pellicola. Il film risulta veramente ben fatto anche grazie agli ottimi effetti speciali, una recitazione molto convincente da parte di tutto il cast ed una colonna sonora che crea la giusta atmosfera durante la visione.

Like di Giulio Manicardi
Un padre di famiglia viene rapito da un misterioso uomo mascherato, che lo lega ed imbavaglia su una sedia davanti ad una videocamera. La situazione per il padre di famiglia si mette davvero male, ma l’uomo sarà davvero il bravo genitore che sembra essere, oppure nasconde qualche segreto?
Giulio Manicardi è al primo lavoro come regista e da ciò che ha messo in questo corto non sembrerebbe proprio. Il film affronta in modo spudorato due temi ricorrenti nel cinema underground: la pedofilia e gli snuff movie. Non dice in realtà nulla di nuovo su questi temi, ma l’ottima recitazione ed il personaggio del rapitore mascherato sono ciò che fa di LIKE un bellissimo corto. Il regista interpreta lui stesso il villain, ma la voce non è la sua ma dello straordinario da Aldo Stella (doppiatore). I monologhi sono stupendi, mentre il finale è forse l’unico elemento debole di questo ottimo cortometraggio.

In umbra rosae di Dario Almerighi
Un prete ed una giovane donna si incontrano in una chiesa, il prete sembra riconoscere la donna ma non appare felice di questo incontro, la ragazza gli farà solo una richiesta: essere confessata da lui.
Il corto della durata di 12 minuti non ha però paura a prendersi i suoi tempi, con una regia elegante e sempre attenta ai particolari. La cupa fotografia sfrutta perfettamente la location, perfetta è anche la recitazione di Fabrizio Bordignon nel ruolo del prete. Un corto con poca azione, che vive di atmosfera, merita sicuramente una visione. Il sopracitato Fabrizio Bordignon ha vinto poi il premio come miglior attore nel genere horror.

Catena Alimentare di Dario Bagatin
Due uomini a colazione parlano del più e del meno, ma quando si arriva al taglio di un pezzo di torta, nasce la discussione che porterà ad una conclusione imprevista. Innanzitutto va precisato che il corto dura poco più di cinque minuti ed è stato diretto in una sola giornata di riprese. Visto la breve durata, sarebbe futile raccontare cosa accade, si tratta comunque di un corto pensato più per divertire, che per spaventare.

Paralysis di David Pachetti
In questo corto girato interamente in stile pov, il regista ci vuole parlare della paralisi del sonno e lo fa attraverso gli occhi di un ragazzo che addormentatosi con amici in casa, vedrà accadere a loro cose orribili fino al suo risveglio, dove scoprirà qualcosa di inquietante. Il film è a basso budget, ma risulta comunque divertente e riesce a costruire la giusta tensione nel finale. Il corto è stato anche vincitore della sezione Vincent Dawn nella quale era il pubblico a votare il vincitore.

Il Provino di Martin Koch
Una ragazza se ne va di casa dopo una lite con il fidanzato, successivamente si imbatte in un annuncio che riguarda la possibilità di lavorare come attrice. Si rivelerà un colloquio di tutt’altra natura…
Nel corto vi sono due diversi stili di regia e fotografia che raccontano la storia, si passa da movimenti di macchina frenetici a piani sequenza più lenti, la recitazione è ottima ed il comparto sonoro eccellente.

Last Round di Marco Cioni
La storia parla di tre uomini che sono rinchiusi dentro uno scantinato da troppo tempo, non possono uscire per colpa delle oscure presenze che si trovano fuori dalla porta, a questo punto stremati decidono di farla finita.
La camera cerca di non muoversi mai dai primi piani dei protagonisti per aumentare il senso di claustrofobia ed oppressione nello spettatore. Ottima anche la fotografia che rende perfetta l’atmosfera.

CHEF di Leonardo Masi

Una ragazza è intenta a cucinare, inizialmente non è nulla di strano ma dopo pochi secondi intuiamo che non si limiterà a mangiare solo cibo normale ma anche carne umana. La durata di questo corto è di appena cinque minuti ma bastano al regista per raccontare in modo esaudiente una piccola storia ben riuscita sia sotto il livello tecnico che di recitazione.

FRAGMENTS di Fabio Mangroni

La colonna portante di questo corto è la teoria che ogni oggetto porti con se una parte dell’anima dei proprietari precedenti. La storia narra infatti di una ragazza che ha comprato tutto il suo mobilio, ad un mercatino dell’usato ed assieme ai mobili, ha preso con sé una vecchia bambola.L’oggetto si rivela poco dopo maledetto e posseduto da una presenza di conseguenza la nostra protagonista dovrà cercare di purificarlo ed eliminare il fantasma legato ad esso.Il corto riesce a costruire un ottima tensione per tutta la sua durata grazie ai movimenti di camera e ad un ottimo reparto sonoro. Buona è anche la prova delle due attrici principali.

MILDVILLE di Andrea Maccari

In stile mockumentary viene raccontata la storia di un giornalista e il suo cameraman che si avventurano nella cantina di casa Lambert, luogo nel quale anni prima era avvenuta un incredibile tragedia. La signora Lambert teneva rinchiuso in cantina il suo figlio deforme, che legato ad una catena veniva trattato come un mostro, un giorno il corpo della donna e del ragazzo sparirono e nessuno ebbe più notizie di loro. Qualcosa però si aggira ancora nella cantina dei Lambert. Il corto girato interamente in stile pov è ben riuscito, i movimenti di camera seguono molto bene i nostri personaggi creando un senso di claustrofobia, la tensione viene costruita in ottimo modo e prepara lo spettatore ad un finale inaspettato.

Ci scusiamo con i registi di cui non sono stati visti i corti. Inviateci il vostro corto a info@nonapritequestoblog.it per avere una breve recensione da aggiungere all’articolo.

Cortometraggi non visionati:
Mors Currit di Amerigo P. Neri
Oppressione di Alessio Del Donno
Sol3 di Stefano Cosimini
Final Cut? di Francesco Bianchi
Garbage Man di C. Pierri e G. De Mauro
Funny Dice di Nicola Pegg
Lull di G. Rosati e G. Colombo

Per concludere, ringraziamo Alessio Porquier e Ciro Di Dato per la ottima organizzazione dell’evento e Tomas Ticciati per l’invito.

 

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