Dal 2 al 7 maggio 2017 si è tenuta a Bologna la 19a edizione del Future Film Festival, che da anni dà spazio ad anteprime, workshop e proiezioni underground italiane e straniere.
Io sono stata presente per gli ultimi tre giorni del Future Film Festival, concentrandomi sul “programma” “Apocalissi a basso costo”, riguardante il cinema fantastico indipendente italiano. Dal venerdì alla domenica mi sono immersa nel buio della sala rivedendo alcuni film, ma soprattutto scoprendo nuovi autori attraverso la visione dei loro lavori.
VENERDI’ 5 MAGGIO
Venerdì 5 per tutto il pomeriggio del Future Film Festival si sono alternate produzioni del collettivo livornese “I licaoni“. Per primo è stato proiettato “Last Blood“, corto di 14 minuti del 2003 di Guglielmo Favilla e Alessandro Izzo. Il corto è ambientato tutto in esterni, tra un bosco e una radura. Potremmo trovarci in un futuro post apocalittico, in cui gli uomini non sono più tali, ma sono mutati in bestie antropomorfe. Il protagonista (Alex Lucchesi), solo, caccia queste creature con arco e frecce. Non ci sono molti altri risvolti della trama, ma c’è molto interesse nel far vedere i mostri: gli effetti infatti sono ben curati nonostante il budget limitato.
A seguire è stato proiettato “Olivia“, corto di 8 minuti del 2016, sempre per la regia di Alessandro Izzo e sceneggiato insieme a Francesca Detti. Questa volta di sicuro ci troviamo in un futuro post apocalittico, in una città nebbiosa abitata soltanto da bambini. Olivia è la piccola e solitaria protagonista: seguiamo i suoi spostamenti tra strade deserte e giganteschi mostri morti (simili agli alieni di “Terrore dallo spazio” di Mario Bava), finché non arriva in una specie di “quartier generale” di un gruppo di ragazzini. Il corto è sottilmente inquietante e ben curato, e gli ambienti contribuiscono davvero a creare un’atmosfera densa e opprimente.
Per ultimo ho visto “I rec u“, lungometraggio del 2012 di Federico Sfascia già disponibile da tempo su Youtube. La vicenda ha per protagonista Neve, un ragazzo con un particolare difetto della vista: non riesce a vedere il volto delle donne. L’unico modo per farlo è riprenderle per poi rivederle sulla pellicola. Inventa perciò un paio di occhiali speciali da “presa diretta” per risolvere il suo problema, finché non incontra Penelope, visibile anche senza lenti. Sarà lei il vero amore? “I rec u” è davvero divertente, forse un po’ prolisso soprattutto nella seconda parte, ma comunque godibile. L’estetica pop, dai colori sparati e le gag continue avvicinano il film ai B-movie anni ’80: a ciò contribuiscono anche i fantasiosi mostri di pellicola che assalgono i protagonisti. Un film visionario davvero dolce, una bellissima scoperta nel panorama underground italiano. Partecipa Terry Gilliam nei panni di un dottore.
SABATO 6 MAGGIO
Ad arricchire il Future Film Festival era presente Lorenzo Bianchini, regista friulano attivo dai tardi anni ’90. Ho potuto finalmente vedere “I dincj de lune“, mediometraggio di 40 minuti del 1999 che racconta una storia di licantropia. Già da questa opera si possono evincere tutti i temi che verranno successivamente sviluppati dal regista: l’attaccamento per la sua terra (“I dincj” non è in italiano, ma in dialetto friulano), il fatto di suggerire la paura piuttosto che mostrarla e il legame tra l’inquietudine e i luoghi o gli oggetti che vediamo ogni giorno. Girato con mezzi davvero poveri, il film riesce comunque a trasmettere timore e disagio: il fatto che la creatura quasi non si veda non intacca questo sentimento; il non-visto è infatti un elemento chiave della produzione di Bianchini.
A seguire è stato proiettato “Custodes bestiae“, il secondo lungometraggio del regista, girato nel 2004 e distribuito anche in dvd. Questa volta siamo di fronte a una vicenda di satanismo su cui indaga un giornalista, a partire dalla sparizione di un professore e dalla scoperta di un quadro che svela inquietanti particolari (un po’ come avviene ne “La casa dalle finestre che ridono”). I fondi sono sempre scarsi, ma il salto di qualità è notevole: siamo di fronte a un film vero e proprio, che è servito come trampolino al regista per arrivare a girare “Oltre il guado”, che ritengo il suo capolavoro, almeno per adesso.
DOMENICA 7 MAGGIO
L’ultima giornata del Future Film Festival si è conclusa con “Versipellis” e “Il mistero di Lovecraft – Road to L“. Il primo è un corto diretto da Donatello della Pepa, che ha lavorato anche allo script insieme a Luca Ruocco. “Versipellis” (2011) è una storia di 21 minuti di lupi mannari e del rapporto tra due gemelli. La trama è molto ricca e potrebbe risultare intricata per un corto (forse addirittura un po’ confusa), ma comunque è molto interessante. Sarebbe intrigante vedere gli autori all’opera su un lungometraggio. Effetti speciali non eccelsi ma comunque di livello, il corto è stato distribuito in dvd insieme a “Morituris” di Raffaele Picchio.
“Road to L” (86 minuti, 2005) di Federico Greco e Roberto Leggio è un mockumentary che analizza l’ipotesi di un viaggio in Italia dello scrittore Howard Phillips Lovecraft, che si sarebbe ispirato per i suoi racconti ad alcune leggende del Polesine (i “racconti del filò”). Il film parte in quarta per poi diventare un po’ prolisso nella parte centrale, ma nonostante questo rimane interessante e ben fatto. Se siete amanti del Solitario di Providence merita una visione.