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Cronache dal Future Film Festival 2017 – Seconda parte

Future Film Festival 2017
Future Film Festival 2017

Il 7 maggio 2017 si è tenuta l’ultima giornata del Future Film Festival con una tavola rotonda dedicata al cinema fantastico italiano.

Future Film Festival 2017

Domenica 7 maggio, come conclusione del ciclo “Apocalissi a basso costo” del Future Film Festival, si è tenuta una tavola rotonda sul nuovo cinema fantastico italiano. A questo incontro hanno partecipato i registi Lorenzo Bianchini, Donatello della Pepa, Federico Greco, Roberto Leggio, Paolo Gaudio e Michele Pastrello. Ha coordinato l’incontro il critico Raffaele Meale.

La tavola rotonda è stata più che altro una piacevole chiacchierata, che ha permesso ai presenti di perfezionare la conoscenza dei registi e le loro opere. Inizialmente ogni autore ha presentato i propri lavori proiettati durante il Future Film Festival, con interessanti approfondimenti riguardo il loro percorso.

Per primo ha preso la parola Donatello della Pepa, parlando del suo “Versipellis“, premiato al “TOhorror Film Festival“. Il regista si è soffermato sulle difficoltà che ha una produzione indipendente, anche se questo suo corto è riuscito ad avere una distribuzione in dvd collegato al lungometraggio “Morituris” di Raffaele Picchio.

Sulle difficoltà delle produzioni “artigianali” si sono pronunciati anche altri registi, tra cui Federico Greco (“Road to L“) e Lorenzo Bianchini (“I dincj de lune” e “Custodes bestiae“). Anche se entrambi hanno avuto problemi legati al budget povero sono comunque riusciti a proseguire coi loro progetti cinematografici. Greco ad esempio è ora nelle sale con “Piigs” e Bianchini ha realizzato cinque lungometraggi di cui due (“Custodes bestiae” e “Oltre il guado“) godono di distribuzione in dvd.

Greco, insieme a Roberto Leggio, si è poi soffermato su “Road to L“, descrivendolo come un film “alla Lovecraft” e non “su Lovecraft” o tratto dai racconti dello scrittore di Providence. Afferma che è per questo che nel mockumentary non si vedono i mostri, così come accade nei racconti a cui si ispira. In queste storie di alienazione e follia i mostri a cui viene dato maggior risalto sono quelli della mente e non quelli “reali”.

I due autori hanno inoltre dichiarato quanto sia importante, per girare un falso documentario ben fatto, possedere la giusta tecnica cinematografica per essere in grado di “sporcarla”. Per essere credibili infatti in post-produzione hanno “sbagliato” volontariamente la resa dell’audio, in modo da ottenere un effetto più realistico. Altra azione diretta in questo senso è l’assenza di un copione: gli attori infatti avevano a disposizione solo un canovaccio, ed erano poi lasciati liberi di interpretare le scene in modo personale. Di sicuro il risultato è stato raggiunto, infatti da molte persone “Road to L” è stato preso come assunto reale da cui partire per arrivare a “nuove false rivelazioni”: cercate sul web per credere.

Anche Gaudio, animatore di “Fantasticherie di un passeggiatore solitario” e del nuovo “The black cat” (tratto da Edgar Allan Poe), ha parlato di un suo nuovo progetto riguardante sempre il Solitario di Providence. In questa occasione, più che descrivere il suo nuovo “Black cat”, ci fa sapere che spera al più presto di girare un nuovo film d’animazione in cui “Lovecraft incontra Schwarzenegger”. Questa rappresentazione di Lovecraft sopra le righe (una commistione animata di Dagon, Cthulhu e l’action movie anni ’80) ha incontrato il favore anche di Greco, che ha rivelato come anche loro abbiano cercato di portare sullo schermo l’essenza dei racconti più che i racconti stessi.

Per questo Future Film Festival non si parla solo nuovi progetti animati: anche Bianchini infatti ha svelato di essere al lavoro su un nuovo script, che si baserà su una commistione di elementi drammatici e elementi di genere (horror/ del mistero). Il fatto di partire da dati e sensazioni reali è un elemento fondamentale della sua poetica cinematografica, dal momento che “è il genere a dare dignità ai drammi, rendendo possibile il loro racconto”. Inoltre questa commistione a quanto pare suscita interesse nei produttori: potrebbe quindi essere un modo per uscire dalla nicchia delle produzioni indipendenti e semiamatoriali.

Altro argomento toccato da Bianchini è stato quello della presenza della cultura popolare nei suoi film, già a partire da “I dincj”. Ha sottolineando quanto sia impossibile prescindere dal folklore, deriva tutto da lì che lo si voglia o no. La valorizzazione di questo elemento avviene sia tramite tematiche e ambientazioni che tramite l’uso del dialetto friulano (o sloveno, nel caso di “Oltre il guado”).

Dopo il regista friulano ha preso la parola Michele Pastrello, che in questo Future Film Festival ha presentato “Ultracorpo“, un suo corto del 2010. Parlando dei suoi lavori e di quanto sia importante per lui partire da un dramma (la distruzione del paesaggio in “32” e l’omofobia e il pregiudizio in “Ultracorpo”) per poi aggiungere elementi horror o fantastici per avvicinare le storie al pubblico.

Questa idea viene condivisa anche dagli altri registi: ho già riportato le parole di Bianchini, ma anche Greco, Leggio e Gaudio si sono espressi in questo senso. Il problema principale però non è tanto quello di trovare il favore del pubblico, quanto quello di riuscire a trovare una produzione interessata a investire su un progetto indipendente. Il problema in Italia è che il genere fantastico non è ben visto, e rimane quindi relegato nel circuito underground (il successo di “Lo chiamavano Jeeg Robot” è purtroppo una goccia nel mare).

In sostanza non è proprio uno futuro confortante quello che si prospetta per il cinema fantastico indipendente. Per fortuna ci sono molti autori che investono comunque tempo ed energie per dar vita ai loro sogni, che forse sono anche quelli di noi spettatori.

Leggi la prima parte di Cronache dal Future Film Festival

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