Il cult che ha tracciato la strada delle zombie-comedy. La recensione de Il ritorno dei morti viventi.
Cult. Non possiamo che iniziare con questa parola: “Il ritorno dei morti viventi” rappresenta senza dubbio il capostipite delle molte commedie sugli zombie che sono state prodotte dopo la sua uscita. Insomma, ha iniziato un genere (non è cosa da poco). Uscito nel 1985, lo stesso anno di altri due gemme della caratura di “Re-Animator” e “Ammazzavampiri”, rappresenta il primo lungometraggio diretto (ma anche scritto) da Dan O’Bannon. Il nome vi è familiare? Beh, la sceneggiatura di Alien porta la sua firma… impressa anche su Dark Star, Heavy Metal e Space Vampires.
Recentemente, la Midnight Factory ci ha regalato una spettacolare edizione Blu-ray del film, inserita all’interno della strepitosa collana Midnight Classics. Se come noi siete curiosi di vedere com’è fatta potete scoprirne ogni dettaglio col nostro unboxing.
Questo gioiellino si collega a filo diretto con “La notte dei morti viventi” di George A. Romero e, come dichiarato nella prima schermata del film, viene trasportato nella realtà. «The events portrayed in this film are all true. The names are real names of real people and real organizations». Il nocciolo centrale è infatti ricalcato su quello dell’illustre predecessore: il tòpos della barricata, in questo caso all’interno delle pompe funebri. La cappella ivi presente, inoltre, si chiama “Chapel of the Dawn“, chiaro riferimento al secondo titolo della trilogia originale dei morti viventi.
L’intento scherzoso della trama è evidente sin dalle premesse sulle quali si basa: due decenni prima, il governo americano ordinò la produzione della triossina, prodotto chimico top secret, facendolo passare per gas defoliante contro le piantagioni di marijuana. Una perdita accidentale ne avrebbe invece rivelato invece la macabra proprietà di riportare in vita in morti. Gli zombie furono quindi intrappolati all’interno di capsule per la crioconservazione, che arrivarono erroneamente nei magazzini di una società scientifica dedicata alla vendita di cadaveri per scopi di ricerca. Il caposquadra Frank, volendo impressionare il nuovo arrivato, lo porta nello scantinato nel quale si trovano le capsule, danneggiandone inavvertitamente una e provocando la fuoriuscita del pericoloso gas…
L’idea di cremare lo zombie, inarrestabile nonostante venga fatto a pezzi, si rivelerà però pessima. La diffusione dei vapori derivati dalla combustione, catalizzatisi nella pioggia, si abbattono proprio sul camposanto adiacente, ironicamente denominato “cimitero della resurrezione“. Il “sacrificio” del primo morto vivente (cioè quello “dipinto” da Romero) è necessario affinché tutti gli altri defunti tornino sulla terra. “La notte dei morti viventi” è pertanto metaforicamente indicato come “padre” dei successivi “zombie-movies“, che O’Bannon erge a sua ispirazione. La risoluzione dell’intreccio, esilarante e grottesco nel corso dell’intera pellicola, punge con sarcasmo i metodi dell’Esercito a stelle e strisce.
Uno dei contributi più originali del film si apprezza nella delineazione delle caratteristiche dei morti viventi. Gli zombie del film sono molto ingegnosi («Ok centrale, servono altri infermieri»), veloci, e anche se fatti a pezzi capaci di perseguitarci muovendo le singole parti del corpo! Vale la pena sottolineare inoltre che la passione dei morti viventi per i cervelli nasce grazie a questo cult.
“Il ritorno dei morti viventi” si fa apprezzare anche dal punto di vista tecnico, grazie alle inquadrature particolari, gli effetti speciali e all’attenzione maniacale per i dettagli. Ad esempio, dopo la fuoriuscita del gas nel magazzino, si possono notare i campioni di farfalle morte che riprendono a sbattere le ali. Il montaggio veloce favorisce poi la fluidità di una narrazione molto vivace e d’intrattenimento, il cui ritmo viene magistralmente tenuto sempre al massimo. Merita una menzione particolare Don Calfa, che veste eccezionalmente i panni dell’impresario delle pompe funebri.
La cultura Punk anni Ottanta pervade la pellicola, incarnandosi in un gruppo di personaggi indimenticabili e nella coinvolgente colonna sonora. Il tema principale, di tipo “muscolare”, fa il paio con quello impiegato per “Dèmoni” di Lamberto Bava… uscito sempre nel corso di quel magico 1985.
Il lungometraggio, il cui successo al botteghino è stato impreziosito dall’ottima reazione della critica, continua ancora oggi a divertirci con quel suo gusto per l’orrore che ha lasciato un’impronta indelebile nel cinema di genere. «Cerveeeeelli!»
Titolo: Il ritorno dei morti viventi
Titolo originale: The Return of the Living Dead
Regia:Dan O’Bannon
Attori: Clu Gulager, James Karen, Don Calfa
Genere: Zombie-comedy, Horror
Durata: 91 minuti
Anno: 1985
Paese: USA