Quando la religione e la scienza incontrano Carpenter. La recensione de Il signore del male.
“Il signore del male” si inserisce in un periodo particolare della filmografia del regista cresciuto nel Kentucky, che aveva appena vissuto un grande flop commerciale con “Grosso guaio a Chinatown” (1986). Per Carpenter, dunque, questa pellicola segna il ritorno a produzioni con budget ridotto, dopo la cosiddetta parentesi “major”. Fra i volti selezionati per interpretare il film, si possono riconoscere alcuni collaboratori ricorrenti del regista, su tutti Donald Pleasence e Victor Wong, rispettivamente nei panni del prete e del professore universitario.
Secondo titolo della cosiddetta “Trilogia dell’Apocalisse”, “Il signore del male” condivide il proprio cuore tematico con “La Cosa” (1982) e “Il seme della follia” (1994). La logica comune, il materialismo e la società delle apparenze viene qui contrapposta e annichilita dal confronto con l’invisibile e ciò che viene erroneamente considerato soprannaturale. Con grande astuzia, Carpenter fornisce infatti un sostrato scientifico agli accadimenti presentati sullo schermo, sviluppando un sistema che gioca sull’opposizione fra materia e anti-materia.
La sceneggiatura originale, opera dello stesso regista, è incentrata sulle ricerche di un gruppo di studenti di fisica teorica presso una chiesa abbandonata di Los Angeles. Un prete, turbato dalle sue recenti scoperte, è infatti riuscito a coinvolgere il brillante professor Howard Birack per far luce sui misteri della Confraternita del Sonno. Nei sotterranei della chiesa, i ricercatori si trovano immersi in uno scenario inquietante, al centro del quale si staglia un misterioso cilindro contenente un liquido verde. Proprio il fluido, adorato in segreto per millenni, si rivela essere l’Anticristo in lotta per riassumere una forma che gli consenta di esprimere appieno il proprio potere oscuro.
Girato a Los Angeles in trenta giorni, il film ritrae un’America in recessione e decadente (un quadro poi ripreso nel successivo “Essi vivono“). Balza inoltre agli occhi una contrapposizione fra classi: gli adepti della Confraternita del Sonno, capeggiata da Alice Cooper, sembrano tutti appartenere ai corpi meno abbienti del tessuto sociale; d’altro canto, il gruppo che si trova a dover fare i conti con l’ignoto proviene dalla medio-alta borghesia e frequenta l’università. Più di una volta, nel corso della pellicola, chi fra di loro liquida la ricerca in corso come priva di fondamento, viene poi punito…
“Il signore del male” presenta altresì alcune analogie importanti con “La Cosa”: c’è un nemico extraterrestre che si insinua in un gruppo minandone la fiducia reciproca; si svolge per la maggior parte in un unico ambiente, amplificando una sensazione claustrofobica nello spettatore.
I toni cupi e la tensione vengono mantenuti ai massimi livelli sin dai primi minuti del lungometraggio, rendendo la pellicola non solo godibile ma anche estremamente inquietante. Fra gli elementi portanti che consentono la buona riuscita del film, vale la pena sottolineare la colonna sonora, fra le più lunghe ed efficaci mai realizzate da Carpenter. La seconda parte del film, d’altro canto, ritorna a uno sviluppo più classico dell’azione.
Il proposito de “Il signore del male” è ben riassunto dal finale, che mette in dubbio, per un’ultima volta, il sistema di credenze razionali nel quale ci culliamo.
Titolo: Il signore del male
Titolo originale: Prince of Darkness
Regia: John Carpenter
Attori: Donald Pleasance, Jameson Parker, Victor Wong, Lisa Blount, Alice Cooper
Genere: Horror soprannaturale
Durata: 101 minuti
Anno: 1987
Paese: USA