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Imprint (Sulle tracce del terrore) – Recensione

Imprint (Sulle tracce del terrore) recensione
Imprint (Sulle tracce del terrore) recensione

Imprint è un mediometraggio diretto da Takashi Miike, ultimo episodio della serie Masters Of Horror.

Imprint (Sulle tracce del terrore) recensione

Takashi Miike con con Imprint, crea probabilmente una delle sue opere migliori, una fiaba macabra, piena di torture e violenza.

Siamo nel Giappone dell’800, Christopher (Billy Drago) è un giornalista americano che intraprende un viaggio alla ricerca di una prostituta di nome Komomo, di cui si è follemente innamorato. Una volta raggiunta l’isola nella quale si trova il bordello dove la ragazza lavora, viene accolto da strane persone e si ritrova a dover passare la notte con una donna dal volto deforme, che nasconde un inquietante segreto e gli racconterà ciò che è accaduto alla sua amata.

Prima si entrare nei dettagli della pellicola, va specificato che si tratta di uno dei mediomatraggi probabilmente più malati della storia del cinema, almeno così lo giudicarono le tv americane a suo tempo, che decisero di non trasmetterlo, al contrario dell’Italia dove però fu trasmesso, ma ad un’ora molto più tarda rispetto a tutti gli altri episodi e comunque per la maggior parte tagliato.

Takashi in questa pellicola non si risparmia, con la famosa scena della tortura ad esempio, una delle più disturbanti e realistiche mai viste al cinema, il regista vuole turbare lo spettatore, facendogli rivoltare lo stomaco… e il peggio deve ancora venire.

Durante la visione, troveremo infatti vari temi comuni nella sua filmografia, come gli stupri, gli incesti e le violenze domestiche, ma anche molte altre cose che eviteremo di spoilerarvi.

Imprint appare come una fiaba, grazie al modo in cui viene raccontato visivamente. Miike utilizza spesso colori caldi e gioiosi, quando deve rappresentare i ricordi e li contrappone all’atmosfera lugubre e oscura che pervade tutto il film.

Le immagini su schermo sono uno spettacolo per gli occhi. La regia rasenta la perfezione, la scelta delle inquadrature e delle musiche è fatta con grande maestria.

Miike con questo lavoro, vuole probabilmente far riflettere sulla società odierna e con la sua visione pessimista, sembra volerci dire che il male ha trionfato sul bene. Fin dalla nascita si può essere marchiati da esso e non vi è alcuna speranza di uscirne, ci lascia intendere che il mondo è corrotto dalle sue origini e che l’inferno si trova proprio qui, sulla terra.

Imprint è l’opera più rappresentativa del maestro dell’orrore giapponese Takashi Miike , racconta una fiaba nera, esteticamente meravigliosa, crudele e violenta. Consigliato agli amanti dell’horror estremo.

Titolo: Sulle tracce del terrore
Titolo originale: Imprint
Regia: Takashi Miike
Attori: Billy Drago, Youki Khudoh, Michie Ito, Mame Yamada
Durata: 63 min.
Anno: 2006

RASSEGNA PANORAMICA
Giudizio
Aspirante regista in erba ma più che altro grande amante del cinema in ogni suo genere e sottogenere.
imprint-recensioneUn mediometraggio che può essere inserito nella classifica dei più bei film horror di sempre, se non eravati innamorati di Miike con questo film lo diventerete o probabilmente lo odierete ancora di più.

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