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Inexorable – Recensione

Inexorable - Recensione
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Benoît Poelvoorde torna a inquietarci nel nuovo film di Fabrice Du Welz. La recensione di Inexorable

Inexorable è un film thriller del 2021 franco-belga diretto da Fabrice Du Welz (Adorazione, The Lonely Hearts Killers, Calvaire) e scritto da Joséphine Darcy Hopkins e Aurélien Molas insieme al regista. Nel cast troviamo il grandissimo Benoît Poelvoorde (che ho amato nel bellissimo Il cameraman e l’assassino), Alba Gaïa Bellugi, Mélanie Doutey, Jackie Berroyer e Anaël Snoek. La pellicola, presentata in anteprima al 47° Festival di Deauville il 7 settembre 2021, è recentemente uscita in home video in formato DVD e Blu-ray in edizione limitata con Midnight Factory, ed è disponibile anche sul loro canale digitale su Prime Video.

Marcel Bellmer è uno scrittore di romanzi di successo in crisi creativa, che si trasferisce con la moglie e la figlia in una grande casa in campagna, appena ereditata dopo la scomparsa del facoltoso suocero. Durante la permanenza faranno la “fortuita” conoscenza di Gloria, una dolce ragazza taciturna che sembra apparentemente innocua. Piano piano verrà sempre più introdotta all’interno del nucleo familiare, finendo per lavorare come badante della bambina. Il suo arrivo però scatenerà una serie di eventi drammatici e rivelerà verità perse nel tempo.

Quando arriva un nuovo film di Fabrice Du Welz il pubblico si aspetta “un pugno in faccia”, una dose di violenza e disagio pari o superiore a quella ricevuta dalla visione delle pellicole precedenti. Invece Inexorable segna una mutazione significativa, ma forse impercettibile per il grande pubblico, di quello che è il cinema di Du Welz. Forse presagio di una nuova strada che potrebbe imboccare il regista belga. Gli affezionati del suo cinema scioccante, rimarranno in po’ delusi e interpreteranno questo cambiamento come una perdita di “smalto”.

Ma sarebbe da considerarsi una lettura frettolosa e inesatta, perché Inexorable è un passo di Du Welz verso un cinema più asciutto e sintetico, dove una telecamera più “stabile” e sofisticata immortala personaggi inquieti e disturbati quanto quelli che troviamo in Calvaire o Alleuja, ma che lo danno meno a vedere. Il filo conduttore del suo cinema continua un percorso che riprende gli stessi temi, come la follia, l’amore, l’ossessione e la morte, ma anche l’innocenza. Cambiano i protagonisti ma rimane la pellicola (16 mm), che Du Welz non vuole abbandonare, è la sua cifra, un “materiale” con cui il regista ha un rapporto confidenziale. E rimangono le Ardenne, habitat e location cinematografica nella quale il regista si sente a suo agio a girare e dove trova la luce che preferisce per le sue opere.

Questa volta, però, gran parte della storia si svolge all’interno di una grande e lussuosa villa di campagna, un luogo antico, nel quale la tradizione del male e delle menzogne di famiglia si sono espressa nei secoli. In questo farlocco “rifugio”, va in scena la distruzione di una famiglia, quella di Marcel, un uomo che ha seminato un male che decide di sbocciare anni dopo in modo violento e per l’appunto “inesorabile”.

Un male che si esprime attraverso Gloria, interpretata magistralmente da Alba Gaïa Bellugi, un ragazza misteriosa e sensuale, una lolita diabolica e spaventosa, che seduce Marcel per amarlo, ma anche per distruggerlo. L’amore per Du Welz, è sinonimo di follia, odio, vendetta, sensualità e autodistruzione.

Alla fine, la violenza nella pellicola c’è, ma si esprime quasi tutta nel finale e in maniera più misurata. Come quando uno dei protagonisti si addenterà un braccio arrivando a trafiggere la carne fino a far sgorgare copiosamente il sangue. La scena non è ben visibile nel dettaglio e il gore è solo suggerito, ma l’intensità della prova attoriale e la vicinanza con il potente climax finale la rendono visivamente insostenibile. Non fraintendetemi però, qualcuno sarà trafitto e ucciso da qualche letale oggetto in questa pellicola, ma gli atti di violenza in Inexorable sono veicolo di altre emozioni come l’amore, la compassione e la pietà come non mai nel cinema di Du Welz. Escludendo le “anime innocenti” sempre presenti nel suo cinema, ci vengono proposti ancora protagonisti odiosi, spregevoli e bestiali che si vendicano e uccidono per amore e per i quali proveremo un forte senso di compassione.

Inexorable è un film sofisticato nel raccontare il tormento dell’esistenza umana e forse ancora più debitore dei precedenti al cinema di Andrzej Żuławski per il suo stile sofisticato nel narrare questi temi, a suggerirlo anche una scena finale che ricalca, involontariamente, l’epilogo del bellissimo Possession del 1981 con Sam Neill  e Isabelle Adjani.

Titolo: Inexorable
Titolo originale: Inexorable
Regia: Fabrice Du Welz
Attori: Benoît Poelvoorde, Alba Gaïa Bellugi, Mélanie Doutey, Jackie Berroyer e Anaël Snoek
Paese: Belgio, Francia
Anno: 2021
Genere: Thriller
Durata: 98 minuti

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