La fortunata saga di Insidious giunge al quarto capitolo con “Insidious: L’ultima chiave”, ed esplora il passato di Elise Rainier.
Era il 2010 quando James Wan (alla regia) e Leigh Whannell hanno terrorizzato il mondo con la storia della famiglia Lambert, creando uno dei più efficaci film horror degli ultimi anni. Squadra vincente, si sa, non si cambia, quindi dopo il primo Insidious sono arrivati nelle sale altri tre capitoli. Insidious 2: Oltre i confini del male (2013) è un sequel diretto, mentre Insidious 3: L’inizio (2015) e Insidious: L’ultima chiave (2018) sono prequel. Il terzo e il quarto capitolo si concentrano sulle vicende di Elise Rainier (Lin Shaye), la medium che appare in tutti i film della saga.
Insidious: l’ultima chiave in particolare inizia con un prologo che ci mostra Elise bambina: scopriamo che ha un fratello, un padre-padrone e una madre sottomessa con poteri medianici. Ovviamente nella casa si consuma una tragedia, Elise viene incolpata e per lei saranno anni difficili fino a quando non se ne andrà.
Lei e i suoi aiutanti Tucker e Specs (Angus Sampson e Leigh Whannell) formano un trio specializzato nel trovare e annientare spiriti e simili. È la richiesta di un cliente che porterà il terzetto a Five Keys, proprio nella casa dove viveva Elise da piccola. Il trauma è ancora ben vivo nella mente della medium, ma nonostante questo è decisa ad arrivare in fondo al mistero.
Insidious: l’ultima chiave non brilla troppo per originalità, ma nel complesso funziona e intrattiene fino alla fine. Ci sono dei jump-scare un po’ telefonati, ma alcuni momenti sono davvero efficaci. Inoltre l’entità maligna dalle dita a forma di chiave che viene fronteggiata da Elise è davvero inquietante. Insomma, un villain ben congegnato e una trama ben costruita rendono il film scorrevole e abbastanza piacevole. Non è di sicuro al livello dei primi due capitoli, ma decisamente superiore al terzo. Di sicuro non deluderà gli appassionati della serie.