Ana Asensio, regista di Most Beautiful Island, in un’intervista esclusiva ci racconta il dietro le quinte del suo esordio cinematografico.
Abbiamo avuto l’occasione di intervistare Ana Asensio, regista del film Most Beautiful Island, che abbiamo precedentemente recensito. Il film è uscito nelle sale italiane il 16 Agosto 2018, distribuito da Exit Media e oltre ad essere l’esordio come regista della Asensio, la vede anche come attrice protagonista. La narrazione si incentra sulle vicende di Luciana e sulle sue peripezie nel trovare lavoro nella Grande Mela. Un guadagno che sembrerebbe troppo facile, trascinerà la donna in luoghi e situazioni oscure di cui nemmeno sospettava l’esistenza.
Ciao Ana, prima di tutto ti ringraziamo per averci concesso quest’intervista. Most Beautiful Island è il tuo primo film come regista: come mai hai deciso di cominciare proprio con un film horror?
Veramente non ero consapevole che il mio film sarebbe stato considerato un horror. Ho pensato che sarebbe stato pieno di suspence e tensione, ma sono rimasta sorpresa dal fatto che l’audience abbia reagito in un modo tale da far diventare il film un horror. Sono molto felice di ciò, ma non è stato intenzionale.
Ti piace guardare film horror?
Mi piacciono i film horror classici, quelli psicologici, come The Shining e Rosemary’s Baby.
Sei stata ispirata da qualche film horror o da qualche regista in particolare nella realizzazione di Most Beautiful Island?
Ammiro Polanski e David Lynch e sono stati un’ispirazione per me.
E quali sono, in generale, i tuoi idoli cinematografici?
Direi che Kieslowski, Cassavettes, i fratelli Dardenne, Andrea Arnold e Asgar Farhadi sono tra i registi che ammiro di più.
Most Beautiful Island ha le donne come protagoniste principali: c’è qualche icona femminile nel cinema a cui ti senti più legata?
Non ho un’icona in particolare, che sia femminile o maschile. Ma ammiro artiste donne come Juliette Binoche o Isabella Rossellini.
In questo film sei sia regista che attrice: com’è stato auto-dirigersi?
In un certo senso è stato facile, perché ho scritto io il ruolo ed è abbastanza ispirato alle mie esperienze personali. In altre parole è stato solo scomodo cambiare gli abiti di continuo.
Pensi che la tua carriera come attrice ti abbia aiutato in qualche modo a diventare una regista?
Penso sia stato parte del percorso per arrivare dove sono adesso, e ho avuto l’occasione di imparare osservando gli altri registi sul set.
Ci è piaciuto davvero molto Most Beautiful Island: stai pianificando di realizzare altri film che trattino il tema della paura?
La paura e la colpa sono i temi che mi interessa esplorare nei miei film.
Alla fine Most Beautiful Island diffonde un potente messaggio sociale sull’immigrazione, un tema caldo oggigiorno sia in Italia che negli USA. Cosa pensi al riguardo?
Le persone che lasciano i propri paesi senza una vera necessità, sono diverse da quelle che prendono questa decisione per cercare nuove possibilità per le loro vite. Penso che quando ne parliamo, abbiamo bisogno di capire innanzitutto che loro non vogliono lasciare le loro case, bensì sono costretti a farlo, e questo comporta molta sofferenza. Spererei nell’empatia, innanzitutto, come risposta al razzismo, e mi piacerebbe che dal governo fossero prese misure di supporto legale per i nuovi cittadini.
Molto interessanti le risposte di Ana Asensio alla nostra intervista che sottolineano, da una parte, la sua grande passione e dedizione al cinema, prima come attrice e poi anche come regista. In secondo luogo, fanno riflettere le sue parole sul tema dell’immigrazione, trattato alla fine: infatti la donna che interpreta in Most Beautiful Island, Luciana, è proprio un’immigrata sbarcata a New York in cerca di opportunità migliori.
Insomma, gli spunti per riflettere non mancano, se ancora non lo avete fatto, vi consigliamo vivamente di vedere questo film.