Home Folklore e leggende Janare, le streghe di Benevento: leggenda o realtà?

Janare, le streghe di Benevento: leggenda o realtà?

Janare, le streghe di Benevento
Janare, le streghe di Benevento

Quanti di voi si saranno chiesti almeno una volta se le streghe siano davvero esistite e se esistono ancora? Nel corso della storia tantissime donne sono state definite tali e pertanto condannate ad una mala sorte solo perché, erano conoscitrici di erbe mediche o di rimedi che oggi vengono definiti omeopatici.

Ma in antichità era davvero difficile possedere doti o talenti particolari; in questi casi le persone che si distinguevano non erano viste di buon occhio e per la Chiesa erano sicuramente in contatto con il demonio, quindi streghe. In base a queste credenze, sono state sterminate in tutta Europa povere donne che hanno solo cercato di farsi largo nella società pagandone il caro prezzo.

Tuttavia però non tutte le streghe sono state messe al rogo, in realtà quelle vere sono immortali, specialmente in un mondo in cui la ragione e la razionalità si sostituiscono al mistero e alle credenze cioè in quello dell’esoterismo. Per quanto mi riguarda, sono particolarmente legato all’argomento ed in questo articolo vorrei proprio parlarvi di una delle leggende più antiche, tramandate nella nostra nazione, specificatamente nella mia terra natia, la Campania, relativa alle cosiddette streghe di Benevento.

Janare, le streghe di Benevento

Sin da piccolo mi sono state raccontate storie di donne che potevano assumere le sembianze di felini, essere leggere come il vento e viaggiare in ogni dove durante le notti di tempesta. In dialetto venivano chiamate “Janare” (coloro che veneravano la dea Diana quindi Dianare) tra i vari malefici che esse compivano c’era quello di rapire infanti per intere notti per poi riportarli a casa prima dell’alba con ossa rotte e persino mutilazioni.

Non solo,  erano anche solite prendere dalle stalle giovani cavalle (le giumente) con l’intento di cavalcarle ignude, riportandole sudate e con delle trecce alla criniera, questo era un segno della loro presenza.
Il peggior sortilegio che veniva loro attribuito era la sensazione di soffocamento durante il sonno, si pensava infatti che queste streghe si divertissero a posizionarsi sul petto di giovani cercando di soffocarli.

Non ho mai creduto in queste storie e persino adesso stento a crederci, ma più volte, quando ero più giovane, dopo essermi svegliato cosciente di non riuscire a muovermi ed incapace di chiedere aiuto, la mia visione è cambiata… Infatti ricordo che ogni mattina la mia stanza era cosparsa dei miei capelli, nel guardarli, incredulo, sembravano persino più di quanti ne avessi sulla testa. Ne parlai con mia madre, la quale prese molto seriamente la questione e a sua volta chiese consiglio ad alcune signore anziane, le quali le mostrarono antichi rimedi (dal mio punto di vista stupidi!) ma funzionarono. Infatti l’unico modo per tenerle lontane era di posizionare un sacchetto di sale o una scopa dinanzi alla propria finestra; così che le Janare non potessero resistere alla tentazione di contare i grani di sale o i fili della scopa, creando un diversivo che le intrattenesse fino all’alba .

In maniera diretta è la prima volta che racconto questa storia, ma proprio per questo motivo non potevo fare a meno di scrivere in merito a queste streghe un racconto intitolato Maleventum (per chi non lo sapesse anticamente Benevento era chiamata in questo modo, proprio per la loro presenza).
Nel suddetto racconto, non parlo di leggende del passato, bensì di incontri casuali come si fanno ai giorni nostri, soprattutto online che porteranno il protagonista, Luca, a partecipare ad un Sabba nero; e credetemi anche questo è successo realmente! E voi avete mai incontrato uno strega?

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