L’erronea credenza popolare che considera il gatto nero come portatore di sfortuna ha origini antichissime e si è tramandata di epoca in epoca, e per fortuna dei felini, non in tutte le regioni del mondo.
L’origine del misterioso potere attribuito ai gatti neri è da ricercarsi nell’antico Egitto, paese in cui il culto della dea Bastet, la dea gatto, rese tali animali sacri, ma il gatto era anche vicino ad un altro culto, quello della dea Iside (Artemide per i Greci e Diana per i Romani), che era la dea della notte, il cui colore era appunto il nero.
Un’antica leggenda narra che le cosiddette streghe di Benevento (in Campania) fossero adoratrici di Diana, (da cui Dianare, nel dialetto Janare) e che durante i loro Sabba facessero orge con gatti neri e capre, infatti entrambi gli animali incarnano il demonio. D’altronde gatti neri e streghe sono figure strettamente legate proprio per il fascino e il misticismo che si cela dietro ai riti magici e al satanismo.
La figura del gatto nero , nel corso del tempo , ha assunto sempre più fascino grazie ad Edgar Allan Poe che con “The black cat” , ha voluto mettere in risalto la pazzia ed il percorso verso il patibolo del personaggio principale , evidenziando la sua rabbia crescente e l’aver maltrattato altri animali che possedeva, ma, probabilmente avrebbe ben fatto a lasciare in pace l’enigmatico Pluto (nome del suo gatto, come dal titolo, nero).
Quest’opera ha avuto un seguito di almeno nove pellicole interessanti a partire dal 1920 fino al 1990 circa, con la pellicola “I delitti del gatto nero“.
Del resto il forte legame del colore di questo stupendo animale, ricorda la notte, la quale è sempre stata per l’umanità motivo di paura, ma ha anche esercitato una seduzione magica. La notte è il momento in cui, sia mentalmente che fisicamente, si allenta il livello di attenzione, diventando facili prede dei sogni e dell’immaginazione e, quindi, potenzialmente vittime più indifese di poteri oscuri e misteriosi.
E’ naturale che il gatto nero diventasse l’animale più caro alla dea della Notte ed il suo rappresentante prediletto sulla terra. Infatti un gatto nero nella notte è quasi invisibile, ma se i suoi occhi incontrano una luce, brillano in modo inquietante; ci sarebbe da chiedersi : appartiene alla terra una visione simile? Si può rabbrividire e arrivare a pensare che tale creatura venga a farci visita da un “altro” mondo…
Molti ne sono ancora suggestionati e tra un “ci credo” ed un “ma no, non è vero”, si opta spesso per uno scaramantico: “Non ci credo, però .. non si sa mai!” uno scongiuro potrebbe salvarci la vita, giusto?
Per quanto affascinato dalle leggende dell’occulto, mi piace ricordare un proverbio inglese che cita: nella casa dove vive un gatto nero non mancherà mai l’amore.