Tra le figure leggendarie più note nella cultura horror ci sono i lupi mannari (etimologicamente dal latino lupus homenarius, cioè lupo che si comporta da uomo). Ora dimenticate le parodie in tv, perché nella cultura popolare, quando i lupi mannari ancora non apparivano sex symbol come in Twilight, o divertenti come Michael J. Fox in Voglia di vincere, erano creature che turbavano davvero tanto la cultura popolare.
Inoltre il loro mito o leggenda risale al periodo antecedente alle storie classiche dei Greci e dei Romani. Da sempre, persino la scienza si è interessata al fenomeno: la Licantropia (lykos, lupo, e antropos, uomo). Nel 1985 il professor David Dolphin durante una conferenza, rivelò che i sintomi della licantropia (come anche quelli del vampirismo) derivano da una malattia di carattere ereditario, definita porfiria, dovuta alla mancanza di una sostanza – eme – che tinge il sangue di rosso e che colpisce 1 individuo su 200.000.
Secondo un’analisi eseguita su un campione di pazienti, il dottore spiegò che tale morbo era in grado di produrre effetti devastanti qualora il malato fosse esposto ai raggi solari e il corpo poteva, in alcuni casi, subire una vera e proprio mutazione riempiendosi di peli. Casi del Medioevo, argomentati scientificamente, asseriscono che ci sono stati alcuni casi di malati di porfiria sorpresi a bere sangue umano (per recuperare eme). La storia ci insegna che uno di più famosi cacciatori di lupi mannari è stato l’illuminista Cesare Beccaria (Dei delitti e delle pene) che nel 1792, convinto di smascherare una strana creatura, a tratti belva, che aveva dilaniato a Milano dei bambini, catturò un uomo considerato lupo mannaro e lo fece impiccare. Così i delitti cessarono.
Dai documenti storici si evince che dal 1300 al 1600 oltre ventimila persone, affette da tale malattia o disturbi simili, siano state uccise sul rogo con l’accusa di licantropia. Ma, i numeri in fatto di uccisioni dovute a persecuzioni varie (le più, per opera della Chiesa) sono troppe per essere menzionate in quest’articolo.
Nel 1800 in Spagna, il timore per i licantropi tra il popolo, era davvero molto sentito e rivolto in particolare a Manuel Blanco Romasanta, l’Uomo Lupo di Allariz, ai giorni nostri uno dei serial killer più noti nella storia del crimine spagnolo. Era un quarantaduenne, venditore ambulante, rimasto vedovo e fortemente religioso, era solito fare da guida per i turisti della città. Si dice che chi lo seguisse, scomparisse nel nulla. Un giorno furono ritrovati alcuni indumenti di persone scomparse e quando un’altra giovane del paese sparì, allora si iniziò a sospettare di lui, soprattutto perché l’uomo vendeva al mercato una sostanza avente la consistenza di grasso, ritenuta una medicina. Le persone iniziarono a sospettare che si trattasse di grasso umano e così iniziarono le indagini. Manuel Blanco Romasanta confessò subito di essere un lupo mannaro e di aver ucciso lui tutte le persone scomparse. Il suo è uno dei pochi casi reali di licantropia. L’uomo fu riconosciuto come malato di mente e gli fu dato l’ergastolo. Gli archivi non documentano quando morì, né dove fu sepolto, ma la leggenda narra che vaghi ancora tra i boschi di Allariz. Il suo caso ha persino ispirato un film del 2004, I delitti della luna piena, di Paco Plaza.
Casi documentati di Licantropi se ne trovano anche ai giorni nostri; infatti, nel 2002 a Teremgash in Kazakistan fu scoperto un bambino considerato lupo, chiamato Ablai, il quale aveva il corpo completamente ricoperto di peli, in percentuale cento volte in più rispetto alla norma. Altri casi come quello di Pruthviraj Patil affetto da ipertricotismo, furono scoperti a Mumbai, in India.
Quindi, potremmo dire di aver prove scientifiche dell’esistenza dei cosiddetti lupi mannari? In molti casi, sono solo dei poveri sventurati, afflitti da una gravi malattie, in altri, sono serial killer in grado di sbranare come bestie.
Mio padre stesso (classe 1940) mi raccontava, che da bambino, le sorelle e i fratelli maggiori, alcune notti lo svegliavano e (con un pizzico di sadismo) lo portavano in veranda silenziosamente per mostrargli un uomo che si aggirava per le strade nudo, ansimando affannato e sempre inseguito da un branco di cani randagi; lo chiamavamo per l’appunto il lupo mannaro! Chi, e da cosa fosse affetto, non so dirlo, ma ho sentito varie storie anche da altre persone riguardo a quest’uomo-lupo.
Personalmente, sono d’accordo con la scienza, che attribuisce questi comportamenti a disturbi mentali e fisici. Ciò che rimane del tutto incomprensibile è quello, che molto spesso scatta nella mente di queste persone per indurle, in alcuni casi, a commettere atroci delitti.