La nostra lista dei 5 migliori film d’animazione horror.

Se siete amanti dell’horror e fin da piccoli avete avuto uno strano rapporto di amore-odio con la strega di Biancaneve questa è la guida che fa per voi! Può essere utile anche per iniziare un parthner poco avvezzo/a agli squartamenti passando per vie traverse e (leggermente) più edulcorate.

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Nightmare Before Christmas (1993) di Tim Burton
“Tim Burton’s nightmare before Christmas” è il titolo completo di questo capolavoro della stop motion partorito dalla mente di Tim Burton e affidato alla regia di Henry Selick. I protagonisti sono Jack Skeletron, il Re delle zucche, sovrano del “Mondo di Halloween”; Sally, una bambola di pezza innamorata di lui; e Babbo Natale in persona, che ovviamente vive nel “Mondo di Natale”. Un nuovo, ennesimo giorno di Halloween fa capire a Jack che ormai quella vita gli sta stretta, e decide così di rapire Babbo Natale per sostituirsi a lui e dare una svolta alla propria esistenza, nonostante Sally (che lo ama da lontano) lo inviti più volte a desistere. Nightmare before Christmas a mio parere è uno dei migliori film mai girati: azione, amore, ma soprattutto horror. Ovviamente l’orrore si concentra nel mondo di Halloween, che tra streghe, lupi mannari, emuli del dottor Frankenstein e vampiri offre una galleria di mostri che non si dimentica facilmente. Una menzione speciale va al Baubau, l’uomo nero per eccellenza, un disgustoso-meraviglioso sacco pieno di insetti rivoltanti.

La Leggenda della Valle Addormentata (The Legend of Sleepy Hollow, 1949), di Clyde Geronimi e Jack Kinney.
“La leggenda della Valle Addormentata” compone insieme a “Il vento tra i salici” l’undicesimo classico Disney (il titolo completo è “Le avventure di Ichabod e mr. Toad”). Purtroppo non è molto conosciuto, anche perché non è mai stato distribuito nelle sale cinematografiche, ma La valle merita di certo una riscoperta. La trama è la riproduzione abbastanza fedele del racconto omonimo di Washington Irving, di sicuro molto più attinente del film “Il mistero di Sleepy Hollow” del 1999. Il protagonista è Ichabod Crane, un maestro di scuola che una volta arrivato a Sleepy Hollow entra in competizione con Bronn, un ragazzo del luogo, per l’amore della bella Katrina. Ichabod è un noto fifone, così durante la notte di Halloween Bronn decide di spaventarlo col racconto del cavaliere senza testa… per Ichabod il ritorno a casa sarà denso di terrore e urla. Nemmeno lo spettatore potrà stare tranquillo, né durante il racconto né accompagnando a casa il mite pedagogo, terrorizzandosi con lui fino alla follia e ammirando una delle più inquietanti sequenze animate di sempre.

Taron e la pentola magica (The Black Cauldron, 1985) di Ted Berman, Richard Rich
Un altro classico Disney in gara (il venticinquesimo) e un altro film che purtroppo non ha goduto del successo che merita. “Taron e la pentola magica” è tratto dai primi due libri delle “Cronache di Prydain”, una saga fantasy irlandese di Lloyd Alexander. Nel cartone animato Taron si imbarca in una pericolosa avventura per recuperare Evy, una maialina con poteri magici che è stata rapita dal malvagio Re Cornelius, che intende usarla per i suoi scopi nefasti. Sfido chiunque a rimanere impassibile di fronte al re, uno scheletro con grandi corna e fiammeggianti occhi rossi, e al suo esercito di non morti striscianti e putrescenti che hanno il solo scopo di distruggere e dominare il mondo. Dopo la visione (consigliata) di questo classico auguro buoni incubi a tutti gli spettatori.

Monster House (2006) di Gil Kenan 
Credo che “Monster house” dovrebbe rientrare in qualsiasi rassegna horror che si rispetti, una fresca bevuta defaticante tra una maratona e l’altra. I protagonisti sono tre ragazzini, Dj, Timballo e Jenny, alle prese col malvagio vicino Nebbercracker e la sua misteriosa casa. In seguito a un malore di Nabbercracker i tre riescono a intrufolarsi nell’abitazione, trovando risposte a domande che nemmeno si erano posti. Come nella migliore tradizione delle case infestate anche la protagonista di “Monster house” è un po’ fatiscente, scura, stona decisamente col resto del vicinato e ha un proprietario antipatico e odioso. Questa magione però ha realmente un’anima nera, ed è in grado di difendersi da sola dagli invasori, trasformando il portone e le scale del portico in fauci spalancate e il tappeto in una lingua prensile. La guerra tra i protagonisti e la casa è davvero spassosa fino all’ultimo sangue, complice anche una sceneggiatura mai banale e un colpo di scena davvero inquietante.

Coraline e la porta magica (Coraline, 2009) di Henry Selick
“Coraline e la porta magica” è tratto da un racconto per ragazzi di Neil Gaiman e pur modificandone un po’ la trama riesce a essere all’altezza della carta stampata. Coraline è una bambina che si è appena trasferita in una casa nuova con i genitori e si annoia molto, non le piacciono i vicini e non è contenta della nuova sistemazione. La svolta avviene quando scopre una strana porta che la catapulta in un mondo alternativo, con altri vicini e persino un altro padre e un’altra madre: qui tutto è allegro, colorato e divertente e persino i genitori sono più affettuosi e presenti rispetto a quelli reali… se non fosse che qui tutte le persone hanno bottoni al posto degli occhi. Poco importa a Coraline, che passa sempre più tempo nell’altro mondo, finché non scopre che l’unico scopo dell’altra madre è quello di imprigionarla impedendole così di vivere la sua vera vita. Selik interpreta meravigliosamente il libro di Gaiman, offendo agli spettatori un universo che seppur apparentemente allegro e pieno di vita inizia pian piano a disfarsi, diventando sempre più cupo e pauroso. Non dimentichiamo poi la figura dell’altra madre, prima amorevole e poi vera e propria matrigna cattiva e violenta, perturbante dall’inizio alla fine. Visione consigliatissima.

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