La top 10 dei migliori film dell’orrore del 2015

Per il mondo horror il 2015 è stato un anno particolare, caratterizzato da molti sequel o remake di poco conto e da opere di buona qualità di cui si discute ancora oggi. Noi di NAQB vogliamo fare ordine nel nugolo di titoli horror usciti nel 2015 e consigliarvi quelli che a nostro parere sono i migliori 10 film horror più qualche menzione speciale. Buona lettura!

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Prima della classifica vera e propria, ci sembra giusto fare qualche menzione speciale di film meritori ma non da Top 10. La prima pellicola che vi proponiamo è Tag, atipico horror del maestro Sion Sono. Surreale film sulla falsariga del Miike di Izo, non è per tutti i palati ma piacerà a chi cerca qualcosa di molto lontano dal circuito mainstream. Passando proprio al mainstream, due antologie a basso costo divertenti e perfette per una serata di relax: The chrismas horror story e The tales of Halloween. Come detto, qui siamo nel campo degli horror ad episodi, e questi due lavori sono perfetti per chi ama le storie del terrore senza troppi fronzoli, spaziando da racconti a tema “Natale di sangue” a un potpourri di più filoni miscelati fra loro. Detto questo, ora è arrivato il momento della Top 10 vera e propria.

10) The final girls – Regia di Todd Strauss Schulson. Un film con Taissa Farmiga, Malin Akerman, Adam DeVine, Thomas Middleditch, Alia Shawkat. Genere Horror – USA, 2015, durata 88 minuti.

Decimo posto per The final girls, secondo film del giovane regista Strauss Schulson. In un’epoca di rifacimenti e seguiti, questo simpatico ibrido merita di essere recuperato, essendo un mix di cultura pop anni 80 che spazia da Venerdi 13 al cinema di Zemeckis e Joe Dante. Tuttavia, non ci troviamo di fronte ad una mera opera citazionistica, con Schulson che riprende il modello di Quella casa nel bosco tirandone fuori una sua personale versione cinetica e debordante. Non è un prodotto perfetto e alcuni potrebbero trovare stucchevole il focus sempre sopra le righe, ma una visione di recupero la merita sicuramente.

9) Knock knock – Regia di Eli Roth. Un film con Keanu Reeves, Lorenza Izzo, Ana de Armas, Ignacia Allamand, Aaron Burns. Titolo originale: Knock Knock. Genere Horror, Thriller – Cile, USA, 2015, durata 96 minuti.

Nona posizione per il discontinuo Eli Roth che, dopo The green inferno e i cannibal movie, rivisita un nuovo sottogenere dell’horror: l’home invasion. L’idea di base non è male, ma il risultato convince soltanto a metà e lo stile caricato e manieristico del regista in più sequenze arriva ad irritare ed infastidire. Il duello psicologico e seduttivo fra un impacciato Keanu Reeves e le brave Lorenza Izzo e Ana de Armas offre validi momenti di tensione, ma non mancano gli scivoloni e numerosi frangenti più che pasticciati. Per una serata di spasso va più che bene, ma nonostante le premesse Knock knock non ha da offrire altro se non un’ora e mezza di semplice intrattenimento.

8) Somnia – Regia di Mike Flanagan. Un film con Kate Bosworth, Thomas Jane, Jacob Tremblay, Annabeth Gish, Scottie Thompson. Titolo originale: Before I Wake. Genere Horror, Thriller – USA, 2015, durata 97 minuti.

Mike Flanagan, autore che fra alti e bassi si sta costruendo una reputazione all’interno del cinema di genere americano, è diventato noto per l’ottimo Oculus, uscito nel 2014. L’anno successivo il regista è tornato sugli schermi con questo Somnia, pellicola attesa dai più considerando gli apprezzamenti per il titolo di debutto. Somnia non si discosta poi così tanto dal predecessore, inserendosi nel filone degli horror-dramma, appendice del genere che ha avuto grande risonanza dagli anni 2010 in avanti grazie al successo di film come Babadook e L’ombra della paura. Flanagan dimostra di aver imparato la lezione, mescolando l’horror con il dramma e il fantasy, dando vita ad un mix che dà maggiore risalto alla componente emozionale rispetto a quella orrorifica. Questa scelta naturalmente farà storcere il naso ai puristi e a chi cerca sangue o brividi puri. Nota di merito per il finale, l’aspetto migliore del prodotto e la perfetta chiusura del cerchio di film penalizzato dalla paura di osare.

7) Howl – Regia di Paul Hyett. Un film con Ed Speleers, Shauna Macdonald, Rosie Day, Ryan Oliva, Calvin Dean, Sam Gittins. Genere Horror – Gran Bretagna, 2015, durata 89 minuti

Settimo posto a sorpresa per howl, secondo film di Paul Hyett dopo il crudissimo The seasoning house. Rispetto al particolare esordio, Hyett torna al classico che più classico non si può con questo b-movie a tema licantropesco. Abbiamo voluto premiare con una posizione di tutto rispetto questo titolo proprio per la volontà di tornare al vero horror primordiale, quel tipo di prodotto venato di nostalgia e che rifugge la deriva moderna del genere. Qui ci troviamo su di un treno bloccato nell’oscurità della brughiera inglese, con temperature rigide e una minaccia esterna celata dalla neve e dal buio. Una formula molto canonica ed essenziale, ma che funziona alla grande per chi è in cerca di un film dal sano intrattenimento vecchio stile. Non privo di difetti, ma il settimo posto è più che meritato.

6) The devil’s candy Regia di Sean Byrne. Un film con Ethan Embry, Tony Amendola, Craig Nigh, Leland Orser, Oryan Landa, Richard Rollin, Sheila Bailey Lucas. Titolo originale: The Devil’s Candy. Genere Horror – USA, 2015, durata 90 minuti.

Dopo il grottesco e violento The loved ones, il promettente Sean Byrne torna con The devil’s candy, titolo poco convenzionale anche se meno eccentrico rispetto all’opera prima girata in Australia. Capitanato da un grande Ethan Embry, il film è un tourbillon di temi e generi: la colonna portante della storia è la possessione demoniaca, ma Byrne non ama essere scontato e alle possessioni ci aggiunge una spruzzata di slasher ed heavy metal, senza dimenticare una valida costruzione del personaggio principale. A tratti l’autore australiano sovraccarica troppo la pellicola, finendo per strafare ed allontanare lo spettatore meno incline alla sperimentazione. Ma certamente a Byrne va dato atto di non essere mai prevedibile.

5) Southbound – Autostrada per l’inferno – Regia di Roxanne Benjamin, David Brückner, Patrick Horvath, Radio Silence. Un film con Chad Villella, Matt Bettinelli-Olpin, Kristina Pesic, Fabianne Therese, Nathalie Love. Genere Horror – USA, 2015, durata 89 minuti.

Altra posizione a sorpresa della nostra classifica. Quinto posto per Southbound, antologia horror composta da 4 episodi e una cornice. Questa posizione così alta è dovuta ad una cura di tutte le componenti davvero sorprendente, con un comparto tecnico convincente e un calderone di generi che oscilla dalle più classiche creature da fiaba nera all’home invasion con totale disinvoltura. Southbound cita apertamente il cinema carpenteriano, prendendo a piene mani anche da Lovecraft per ricreare l’atmosfera malefica e sinistra che permea le opere dei due maestri succitati; il tutto non si ferma al semplice omaggio, e il clima d’orrore carpenteriano viene riproposto con successo in almeno tre dei quattro episodi. Chiude il cerchio il quarto segmento debitore al cinema di Haneke e al suo stile glaciale. A spiccare è il secondo episodio, vera gemma del film, angosciante e sottilmente ironico come pochi altri. Indubbiamente non tutto gira a perfezione, le cadute di tono non mancano soprattutto nel terzo capitolo, ma Southbound è una bella sorpresa che merita di essere recuperata.

4) The human centipede 3 – Regia di Tom Six. Un film con Eric Roberts, Robert LaSardo, Tommy ‘Tiny’ Lister, Bree Olson, Tom Six, Dieter Laser. Genere Horror – USA, 2015, durata 100 minuti

Quarto posto e piedi del podio per un altro film insospettabile: The human centipede 3 – Final sequence. Il megalomane e talentuoso Tom Six chiude la sua folle trilogia sul centopiedi umano con un capitolo conclusivo totalmente delirante, che spezza in modo netto il cordone ombelicale con i predecessori per vivere di vita propria pur restando coerente con lo stile e il marchio istrionico della saga. Difatti, rispetto al primo THC (un puro horror classicheggiante se escludiamo l’idea di base) e al secondo (un violentissimo film estremo per pochi stomaci forti), questo THC3 è una sorta di parodia fracassona e granguignolesca della serie; Six pigia forte sull’estrema assurdità, quasi trash, del concetto di fondo del trittico e ride del tutto riuscendo a innovare anche al terzo colpo un plot quantomeno bollente. Le trovate fra il cattivo gusto e il genio sono innumerevoli, così come le scene splatter. Il tutto contestualizzato in un clima caricaturale che sembra quasi nascondere (o suggerire) un sottotesto sociale dissacratorio. Dunque, quarta posizione per pochissimi coraggiosi amanti degli anfratti più weird del cinema horror.

3) The visit – Regia di M. Night Shyamalan Con Olivia DeJonge, Ed Oxenbould, Deanna Dunagan, Peter McRobbie, Kathryn Hahn Titolo originale: The Visit. Genere Horror – USA, 2015, durata 94 minuti

Dopo un periodo di crisi artistica e professionale, The visit segna il ritorno a grandi livelli di M. Night Shyamalan. Puro horror a basso costo, il regista anglo-indiano riscrive le regole del mockumentary e cala in un incubo ad occhi aperti i due giovani e convincenti protagonisti. Difatti, rispetto a tante produzione da mal di mare, l’autore americano sa come rendere credibili le riprese a mano, donando alla storia un’impronta di realismo e giustificando con un espediente tanto essenziale quanto riuscito il continuo utilizzo della MPD. Ma al di là della tecnica registica, The visit è puro cinema shyamaliano, con chiarissimi echi alla Hitchcock e una tensione palpabile e tagliente come la lama del coltello del killer di Pyscho. Per chi cerca splatter e frattaglie questo non è il film giusto, ma per gli amanti dei brividi naturali lungo la schiena questo è il film lo è. Anche il finale non delude, con il consueto colpo di teatro del regista che spiazza completamente lo spettatore stravolgendo tutte le carte in gioco. In conclusione, The visit segna la rinascita di un regista di talento ma discontinuo, che grazie questo horror semplice nella costruzione ma efficace nelle idee ha ritrovato l’ispirazione dei tempi migliori.

2) Crimson Peak – Regia di Guillermo Del Toro. Un film con Mia Wasikowska, Jessica Chastain, Tom Hiddleston, Charlie Hunnam, Jim Beaver. Titolo originale: Crimson Peak.Genere Horror – USA, 2015, durata 119 minuti.

Piazza d’onore per Crimson peak, omaggio e rivisitazione moderna del classico horror gotico a firma di Guillermo Del Toro. Il fantasioso regista americano torna alle origini, raccontandoci una fiaba gotica di immaginifica bellezza, che tributa il genere senza snaturare il suo stesso stile, che di recente ha trovato compimento col trionfo agli Oscar con La forma dell’acqua. Bastonato da molti e non capito da altri, Crimson peak è un’opera a metà fra il presente e il passato, un film che riesce nella non semplice impresa di fondere perfettamente fiaba, omaggio, classico, dark e richiami horror da Lovecraft a Poe. La cura maniacale per i dettagli travolge lo spettatore, immerso in questo mondo fiabesco scenograficamente ritratto alla grande; i personaggi, pur non godendo di particolare caratterizzazione, risultano magnetici per la prova degli attori e per la perfetta sincronia con l’ambientazione e l’atmosfera sognante e spettrale allo stesso tempo. La pellicola mostra il fianco per quanto riguarda la storia, ma l’impianto fondante di Crimson peak nasconde con successo qualche banalità di scrittura. Dunque medaglia d’argento per Del Toro e il suo tributo al gotico, una fiaba nera imperfetta ma dall’irresistibile fascino.

The Witch – Regia di Robert Eggers. Un film con Anya Taylor-Joy, Ralph Ineson, Kate Dickie, Harvey Scrimshaw, Lucas Dawson. Titolo originale: The Witch. Genere Horror – USA, 2015, durata 90 minuti

Primo posto assoluto per il magnifico The witch, capolavoro totale di Robert Eggers e miglior horror del 2015 a mani basse. L’esordiente regista americano ha dato vita ad un’opera sorprendente, uno di quei film che verrà ricordato nel corso del tempo. The witch è la quintessenza dell’horror, una pellicola spaventosa, tetra e glaciale. Eggers ci trasporta in un 1600 cupo e oscuro e vessato dalla superstizione e dal fanatismo religioso. La ricostruzione scenografica rasenta il pittoresco mentre l’atmosfera malefica toglie il respiro e i colori foschi e tenebrosi avvolgono lo spettatore privandolo di qualsiasi riferimento in un mondo che pare ostile in qualsiasi elemento, dal raccolto seccato alla foresta malsana che circonda la frugale dimora dei protagonisti. Ma Eggers non punta soltanto sull’atmosfera, basando l’intero esoscheletro del film su di una storia coinvolgente e perennemente sul filo dell’ambiguità; i personaggi e le dinamiche che intercorrono fra loro vengono trattati con particolare cura e con una continuità d’efficacia che non ha mai cadute di tono nemmeno nel concitato finale. Proprio l’enigma dietro l’origine dei mali dei protagonista regge fino al termine e non delude nemmeno dopo la conclusione risolutrice. Nel mezzo almeno quattro sequenze agghiaccianti da storia del cinema dell’orrore. In conclusione, vince la nostra Top 10 The Witch, capolavoro di genere (e forse in assoluto) che dona lustro e prestigio ad un genere troppo spesso flagellato dalla deriva commerciale imperante in questi ultimi anni.

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