Rimasta paralizzata dopo un incidente d’auto, diventa la vittima di un Boogeyman. La recensione di Nails.
“Nails“, unghie, è il dettaglio da cui parte Dennis Bartok – regista e sceneggiatore originario di Pittsbourgh – per raccontarci il suo ultimo film: “Nails”, appunto. Dettaglio che viene utilizzato come pretesto nei frame iniziali per poi essere ripescato solo più avanti.
Il vero inizio invece è l’incidente d’auto che vede coinvolta Dana Milgrom (Shauna Macdonald), madre di famiglia, uscita come ogni mattina per andare a fare jogging. L’incidente la lascia inchiodata al letto di una vecchia struttura, mezzo volto sfregiato ed un tubo piantato in gola che le permette di respirare. Ma non di comunicare: è infatti costretta a farlo attraverso un computer che con una voce femminile ma robotica traduce quello che lei scrive. Una voce fredda, googleliana. A trovarla vanno spesso il marito (Steve Wall) e la figlia (Leah McNamara), che vogliono prendersi cura di lei.
Dennis Bartok decalca il titolo del suo lavoro facendo sì che la figlia di Dana le metta uno smalto celeste alle mani, come prima cosa, un colore evidentemente lucente in contrasto con l’ambiente in cui si trova confinata a tempo indeterminato la madre. Il conflitto invece è dato da una presenza paranormale che emerge dalle oscurità di un armadio situato proprio davanti al giaciglio della donna, ai piedi del letto d’ospedale, con l’intento di farle del male.
Nails è questo e poco più: una ghost story innanzitutto ben interpretata dalla bravissima Shauna Macdonald, abile nel trasmettere il senso di oppressione dato dallo stato di salute in cui si trova, dove nessuno (o quasi) crede alle storie che racconta. Storie che non trovano un fondamento nemmeno nelle riprese che fanno le videocamere di sorveglianza installate dal marito dentro e fuori dalla stanza. Uno schema tradizionale in cui il regista prova ad infilarci il sospetto che il marito, così come fece in passato, abbia una relazione extraconiugale con una ragazzina più giovane e “più hot” di lei (Muireann D’Arcy). Tentativo che rimane comunque ai margini di una storia di fantasmi crudeli e vendicativi, legata, ça va sans dire, alle atrocità commesse da un ex paziente/infermiere della struttura: un certo Eric Nilsson (Richard Foster-King), su cui la signora Milgrom dovrà indagare.
Al racconto poco originale si controbilanciano comunque alcuni aspetti positivi e degni di nota: oltre alla prestazione di Macdonald, un uso mai esagerato dei classici meccanismi della paura; la presenza del comico Ross Noble nei panni di Trevor – infermiere della struttura, personaggio poco sviluppato ma comunque rassicurante; un finale senza grossi capovolgimenti ma che al contempo non redime e non assolve.
Insomma, Dennis Bartok si dimostra valido in fase di regia, sviluppando un prodotto gradevole partendo da una sceneggiatura non eccentrica ed estendendo la narrazione dal solo giaciglio della protagonista. Bisognerà forse attendere il prossimo lavoro, e forse una storia più strutturata, per dare a Bartok quel che è di Bartok? Staremo a vedere.
Titolo: Nails
Titolo originale: Nails
Regia: Dennis Bartok
Attori: Shauna Macdonald, Leah McNamara, Ross Noble
Genere: Horror
Durata: 85 minuti
Anno: 2017
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