Nicolas Cage sarà protagonista di un film horror basato sul racconto “Il colore venuto dallo spazio”.
Nicolas Cage è uno di quegli attori che non lascia certamente indifferenti: o lo si odia o lo si ama. Una cosa però è certa: nessuno sperimenta diversi generi quanto lui. C’è stato il periodo (eterno) dei film d’azione, qualche commedia, alcuni ottimi film impegnati e ora, a quanto pare, è tempo di horror.
Prima c’è stato Mom and Dad (2017), curioso film in cui i genitori sono preda di un misterioso istinto omicida verso i propri figli. Poi è venuto il turno di Mandy (2018), horror psichedelico ambientato negli anni ’80 e dall’impatto molto crudo.
Ed ora, secondo molte fonti, sembra arrivato il turno di un famoso racconto di Lovecraft: Il colore venuto dallo spazio.
Già in passato abbiamo parlato della difficoltà generale nell’adattare i racconti dello scrittore americano alle pellicole cinematografiche. Difficoltà derivante dall’elemento principale delle tematiche Lovecraftiane: l’indescrivibilità. Come si può rappresentare qualcosa che ha il suo fascino proprio nell’alone di mistero che la circonda? Occorre una grande abilità da parte del regista.
Il colore venuto dallo spazio, tra l’altro, è ancora più complicato di molti altri racconti per quanto riguarda una trasposizione a video, perché ha il principale elemento di mistero di tipo puramente visivo, ossia nel colore eccezionale di una sostanza sconosciuta arrivata tramite un meteorite.
Nonostante questo, però, ci sono già stati dei tentativi di adattamento cinematografico, tra i quali uno del regista italiano Ivan Zuccon con il film Colour from the Dark (2008).
L’idea più originale resta però quella del tedesco Die Farbe (2010), girato interamente in bianco e nero, ad esclusione del colore misterioso.
Esistono poi film con molti elementi simili a quelli del racconto, ma con una trama diversa. È il caso di Annihilation (2018), film distribuito in Italia da Netflix, che racconta una spedizione scientifico-militare volta a capire cosa sia successo in un’area venuta a contatto con un meteorite. Pure in questo caso i colori saranno un elemento chiave.
È chiaro quindi che tentativi precedenti non sono mancati. Ma l’aspettativa, nel caso di film tratti da racconti di Lovecraft, è sempre alta.
C’è da dire, infatti, che la scelta da parte della produzione (la stessa di Mandy) di affidarsi a Nicolas Cage non è stata accolta dai fan di Lovecraft con approvazione all’unanimità. Molta della contrarietà è data dal ricordo di partecipazioni dell’attore a film di poco spessore. Una preoccupazione assolutamente superabile se si considerano le prestazioni ottime dell’attore in film più sofisticati. In particolare, la caratteristica principale di Cage è la quasi esagerata esternazione delle reazioni umane mentre recita. Caratteristica che si è rivelata azzeccata sia in Mom and Dad, sia in Mandy e che speriamo si rivelerà vincente anche in tutti i prossimi horror in cui vedremo l’attore.
È giusto infine dire qualcosa anche sul regista scelto per questo film: il sudafricano Richard Stanley, regista di Hardware – metallo letale (1990), cult sci-fi semi-sconosciuto che regala pregevoli trovate estetiche, e L’isola perduta (1996), film dello stesso genere con Marlon Brando che si rivelò però un fallimento d’incassi e critica.