Rob Zombie, il cantante e regista americano che ha stregato i fan del cinema horror.
Rob Zombie, il cui vero nome è Robert Cummings, nasce musicista per poi intraprendere la carriera di regista nel 2003. E meno male, dico io. Meno male perché nonostante come tutti abbia alti e bassi credo che si tratti di uno dei migliori registi di questi primi anni 2000. Questo forse perché alla base di tutto c’è il fatto che Rob in fin dei conti sia un horrormaniaco come tutti noi, ma con tante idee che gli hanno permesso di esprimere il suo talento. Ma procediamo con ordine.
Il suo esordio è “La casa dei mille corpi”, che esce appunto nel 2003, e racconta una storia che, diciamocelo, è abbastanza trita e ritrita: un gruppo di ragazzi cade preda di una famiglia di maniaci assassini. È almeno dal 1974 che ci propinano questo copione, ma Rob fa il miracolo: una trama scontata diventa una tale esplosione di colori, depravazione, sangue, frattaglie, torture e follia che tiene lo spettatore incollato allo schermo fino alla fine. In più crea una galleria di personaggi che nulla ha da invidiare a Leatherface e fratellini vari: la famiglia Firefly si guadagna subito un posto nell’Olimpo horror e anche nel cuore dei fan.
Ritroveremo alcuni membri della genia nel secondo film del regista, “La casa del diavolo” (2005), un vero capolavoro. Con questo lungometraggio Rob Zombie è consacrato tra i grandi: il film è tecnicamente ineccepibile, la colonna sonora è meravigliosa e indovinata per ogni situazione (basti pensare al finale, uno dei più belli della storia del cinema), gli attori offrono prove superiori rispetto al predecessore, i personaggi sono più caratterizzati e la violenza viene ancor più esasperata e mostrata senza remore. Aumentano anche le citazioni cinefile, che emergono anche dalla scelta del cast, che oltre a Sid Haig e Bill Moseley comprende tra gli altri Ken Foree e Michael Barryman. Anche qui non è di certo la trama la cosa più importante (la famiglia in fuga dalla polizia), ma tutto il resto è perfezione.
Dopo questi due film Rob abbandona i Firefly per concentrarsi sul remake di due capitoli di una delle saghe horror più importanti del genere: Halloween. Nel 2007 esce “Halloween-The beginning” e nel 2009 “Halloween 2”. Il primo è un raro esempio di remake intelligente, con un interessante ampliamento della parte riguardante Mike Myers bambino e la giusta dose di sangue e frattaglie. Diverso il discorso per il sequel, che si distacca abbastanza dall’originale e non decolla mai realmente; non si tratta di un prodotto scadente ma purtroppo si dimentica abbastanza in fretta.
Bisogna poi attendere il 2012 per trovarsi di fronte a un nuovo film, il chiacchieratissimo “Le streghe di Salem”. Di nuovo la trama è piuttosto basilare e a tratti forse quasi confusa, ma è sicuramente il film più personale del regista, che qui dimostra di essere arrivato abbastanza in alto da poter fare fondamentalmente ciò che vuole. La discesa nella follia della protagonista Heidi, interpretata da Sheri Moon, moglie di Rob e presente in tutti i suoi film, viene praticamente narrata per immagini e suoni. Heidi è una dj e dopo l’ascolto di uno strano disco dalle melodie dissonanti (opera di John 5) viene progressivamente “posseduta” dallo spirito dei “signori di Salem”, cioè la famosa congrega di streghe che abitava la cittadina americana. Credo che sia uno di quei film che “o lo si ama o lo si odia”: le immagini sono estremamente potenti e verso il finale l’iconoclastia nei confronti della religione cristiana diventa quasi esasperata e ai limiti della blasfemia rende il film disturbante quanto basta, ma l’oscurità della trama porta la pellicola ad essere un po’ pesante e a tratti noiosa.
“Le streghe di Salem” ha suscitato polemiche, diviso critica, pubblico e anche il regista e le case di produzione, tanto che il suo ultimo film è stato finanziato in parte col crowfounding: a chi non sarebbe piaciuto ricevere un piccolo gadget per la miserevole cifra di 2000 dollari? Sto parlando di “31“, forse troppo celebrato prima della sua uscita…tanto da suscitare una certa delusione. Le trovate visive lasciano sempre di stucco, il cattivo più cattivo, “Doom Head”,è un personaggio abbastanza interessante; ma il film vola basso e dopo un po’ ci si stanca di seguire le vicissitudini dei protagonisti, un gruppo di hippie che cade preda di un manipolo di sadici impegnati in una caccia all’uomo che ha come scopo il massacro.
Chiudo questa carrellata con le ultime due produzioni del regista, “The haunted world of el Superbeasto” e il fake trailer girato per “Grindhouse” (2007), “Werewolf women of the SS”. Il primo, del 2009 è un film d’animazione irriverente, coloratissimo e come sempre
- La casa dei 1000 corpi (House of 1000 Corpses) (2003)
- La casa del diavolo (The Devil’s Rejects) (2005)
- Halloween – The Beginning (Halloween) (2007)
- Werewolf Women of the SS, fake trailer di Grindhouse (2007)
- Halloween II (2009)
- The Haunted World of El Superbeasto (2009) – inedito in Italia
- Le streghe di Salem (The Lords of Salem) (2012)
- 31 (2016)
- 3 from Hell (2019)
- The Munsters (2022)