Il capolavoro horror di Polański in 4K. La recensione di Rosemary’s Baby (contiene spoiler)
Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York (Rosemary’s Baby) è una pellicola del 1968 diretta da Roman Polański, tratta dall’omonimo romanzo di Ira Levin. Primo film girato negli Stati Uniti e primo non basato su un soggetto del regista. Nel cast troviamo Mia Farrow, John Cassavetes, Ruth Gordon, Sidney Blackmer e Maurice Evans. Considerato una pietra miliare del cinema horror, in occasione del 55° anniversario il film arriva in home video in formato 4K + Blu-ray con Plaion Pictures.
Rosemary è una giovane ragazza sposata con Guy, un attore sconosciuto in cerca di un’occasione. La coppia si trasferisce in un condominio a New York famigerato per la sua storia fatta di omicidi e suicidi. Delle strane circostanze porteranno Guy ad ottenere un ruolo importante a Broadway, e per festeggiare l’evento la coppia deciderà di avere un bambino. Durante la gravidanza, la presenza dei vicini di casa Minnie e Roman Castevet diventerà sempre più ingombrante e costante. Strane visioni e comportamenti insoliti dei vicini sono segnali che qualcosa di diabolico incombe sulla gestante.
Dopo averlo proposto ad Hitchcock, che declinò, il progetto di Rosemary’s Baby fu presentato a Polański, che inizialmente era titubante, perché, parole testuali: «Sembrava una cosa sdolcinata alla Doris Day». Decise poi, dopo averl letto il libro tutto d’un fiato, di scrivere l’adattamento e girare la pellicola. [Quanti di voi come me, stanno pensando a come sarebbe stata la versione di Hitch?]
Parlare di Rosemary’s baby nel 2023 potrebbe sembrare un’operazione complicata e demodé, ma in realtà, come capita spesso, i film importanti sono longevi nelle tematiche, e ahimè ancora attuali. Dietro ad una trama horror, fatta di occulto, satanismo e tradimenti, si nasconde infatti un’allegoria piuttosto evidente sul patriarcato e il ruolo delle donne nella società. Forse non voluta, o non pensata in modo così esplicito, o forse semplicemente c’è perché il cinema assorbe come una spugna tutte le nostre paure e difficoltà. Troviamo infatti, il tradimento del marito: che baratta il corpo di Rosemary (e del figlio) in cambio del suo successo come attore, comportandosi come il proprietario di Rosemary. Il patto demoniaco con i membri della setta rappresenta la nostra società, cioè un sistema che mente e manipola per disporre del corpo delle donne. Questi sono alcuni degli elementi che evidenziano quelli che sono i messaggi inviati da un’opera che all’apparenza sembra un semplice film di possessioni demoniache.
Oltre alle tante chiavi di lettura, la pellicola di Polański è un emblema dello stile nell’arte cinematografica, e ha influenzato tantissima filmografia horror. Splendide inquadrature, scenografie e luci scrivono questa triste e cupa storia. I primi piani sullo splendido volto di Mia Farrow, grazie alla sua bravura attoriale donano al film un’immensa componente psicologica. I sogni di Rosemary sono videoarte pura, le angolazioni della cinepresa sono magistrali nell’infondere disagio e inquietudine nello spettatore, soprattutto nelle scene dei rituali. Le musiche sognanti e suggestive di Krzysztof Komeda, già con Polański ne Il coltello nell’acqua (1962), Cul-de-sac (1966) e Per favore, non mordermi sul collo! ci accompagnano fino a quello che si piò definire uno dei finali più potenti della storia del cinema horror. Un epilogo che suscita emozioni contrastanti, proprio come quelle che prova Rosemary in quel momento.
Ma oltre alla tecnica e i significati reconditi, c’è l’orrore, il male, la cattiveria. L’angoscia di scoprire di essere la sfortunata prescelta, la vittima del piano diabolico di una setta. Persone pericolose che ambiscono solo al potere. Rosemary’s baby, un angelo, un animo gentile, come il Sergente Howie in The Wicker man, ci ricorda che possiamo tutti essere le vittime. Il satanismo in Rosemary’s baby rappresenta il “Male” che vive in alcuni uomini, quelli che nessuno vorrebbe mai incontrare, come quelli che diversi anni dopo trasformeranno la vita di Polański in un film horror vero e proprio quando fu uccisa Sharon Tate, la seconda moglie del regista.
Titolo: Rosemary’s baby
Titolo originale: Rosemary’s baby
Regia: Roman Polański
Attori: Mia Farrow, John Cassavetes, Ruth Gordon, Sidney Blackmer, Maurice Evans
Paese: USA
Anno: 1968
Genere: Horror
Durata: 137 minuti