L’inferno scende sulla terra nell’antologia ultra-splatter di Olaf Ittenbach. La recensione di The Burning Moon.
Cominciamo facendo le dovute premesse, necessarie per capire e cogliere l’essenza di questo tipo di cinema, quello che io amo definire “diversamente bello”: il cinema di Olaf Ittenbach è povero, grezzo e girato con telecamere televisive in formato 4:3, le uniche risorse a disposizione del regista sono infatti l’ingegno e la creatività.
The Burning Moon è un film horror indipendente tedesco che rientra pienamente nel genere ultra-gore, ed è il secondo film diretto dal genio degli effetti speciali “home made” Olaf Ittenbach per l’appunto. La sua seconda “disgustosa” pellicola, è un film antologico in due episodi, che mostra una notevole un’evoluzione dal punto di vista tecnico rispetto al suo primo film Black Past (1989).
La trama racconta di un teenager drogato e alcolizzato e con nessuna voglia di lavorare, che viene costretto dai genitori ad accudire la sorella più piccola per una sera. Il giovane scapestrato avrà la brillante idea di raccontarle un paio di storie piuttosto macabre per farla addormentare, ed è con questo pretesto che il regista introdurrà i due capitoli dell’antologia che compongono la pellicola: Julia’ Love e La purezza.
Julia’s Love
Nel primo racconto, un pazzo psicopatico riesce a fuggire dal manicomio in cui è rinchiuso. L’episodio è narrato piuttosto bene, e le amabili scene splatter in stile Ittenbach questa volta sono impreziosite da alcune ottime trovate registiche. Le performance attoriali degli interpreti lasciano a desiderare, fatta eccezione per quella del killer-maniaco, particolarmente ispirata e tutto sommato efficace, interpretazione che mi ha ricordato vagamente Patrick Bateman, il serial-killer belloccio e impomatato di American Psycho. L’epilogo dell’episodio è un tripudio di violenza e scene splatter dirette ad arte. Gore, gore, gore da far rivoltare lo stomaco.
La purezza
L’episodio comincia con una scena di stupro che ha l’evidente intento di disgustare lo spettatore, e che è anche un chiaro attacco alle istituzioni religiose. Un prete commette impunemente violenze sessuali e atroci omicidi, ma ad essere accusato ingiustamente di queste azioni riprovevoli è uno sfortunato e mite contadino. Un episodio che parte con dei risolti drammatici e che finirà (come al solito) in una carneficina come non se ne erano mai viste: sangue e budella ricoprono i pavimenti, dolore e violenza vengono compiuti in ogni maniera possibile. L’omicidio diventa lo strumento creativo, i muri le tele e il sangue il colore per dipingere l’orrore nella testa del suo creatore.
Ittenbach è un sovversivo che mira al rovesciamento dell’ordine costituito: il suo cinema è l’arma per colpire le opprimenti istituzioni. Una motosega che maciulla la fibra del perbenismo moderno. The Burning Moon, bannato in nove Paesi, è un film imperdibile per gli amanti degli effetti speciali splatter e dell’omicidio perpetrato in modo creativo. Più maturo e strutturato del suo predecessore (Black Past), è un caposaldo del cinema ultra-gore tedesco. Violento, disturbante e insostenibile, è lo sfogo splatter dell’alienazione umana.
Nell’edizione inedita di Home Movies per la collana Spasmo Video, con la fenomenale cover illustrata da Giorgio Credaro, troviamo: la consueta introduzione di Alex Visani, il trailer, il teaser e il secondo episodio dello speciale German UltraGore curato da Silvia e Jason di Horror Dipendenza.
Titolo: The Burning Moon
Titolo originale: The Burning Moon
Regia: Olaf Ittenbach
Attori: Beate Neumeyer, Bernd Muggenthaler, Ellen Fischer
Genere: horror, splatter, ultra-gore
Durata: 86 minuti
Anno: 1992
Paese: Germania
Produzione: Home Movies