Il nuovo film antologico creato da Davide Pesca. La recensione di The Evil Building – After Midnight 2

Davide Pesca è uno dei nomi più noti del panorama del cinema indie horror italiano, non solo come regista, ma anche come attore e abile artista degli effetti speciali. Il nostro sembra inoltre avere un interesse particolare per i corti e per le antologie e lo dimostra questo secondo capitolo di After Midnight, The Evil Building, che rappresenta un po’ lo stato dell’arte attuale del cinema indipendente, coinvolgendo nomi come Daniele Misischia (The End? L’inferno fuori) e altri meno noti o emergenti. Il raccordo tra i vari corti è rappresentato dal vagare in un misterioso palazzo, dove ogni stanza contiene un racconto, e dove troveremo una sorpresa dietro ogni porta.

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Ci sono diversi modi di raccontare una operazione come quella di After Midnight: in questo caso ho scelto di descrivere gli episodi che più mi hanno colpito.

Il primo capitolo ad attirare la mia curiosità è sicuramente Soltanto parole di Davide Misischia. Un elegante racconto girato in bianco e nero che conferma una predilezione del regista per le atmosfere apocalittiche e che spinge lo spettatore a farsi delle domande e ad immaginarne le risposte. Un mistero sussurrato all’orecchio che porta alla morte. Un episodio silenzioso, che conferma le capacità di Misischia nel creare atmosfere tensive ed inquietanti, anche con pochi mezzi a disposizione.

Davide Pesca è il minimo comune denominatore della scena, in quanto appare in varie vesti oltre a quella di curatore dell’intera pellicola. Il paranoico episodio gore Ipocondria lo vede come regista in tutte le sue caratteristiche particolarmente angoscianti e morbose. Tuttavia risulta sorprendente il suo calarsi nelle vesti di attore in un episodio particolarmente riuscito, ovveroMandragoras, una storia che accarezza il tema molto attuale della violenza sulle donne girato da Francesco Longo. L’interpretazione di Pesca qui riguarda un carattere molto forte che viene reso in maniera decisamente disturbante, tanto da risultare il quid in più dell’episodio.

In cima a questa mia personale classifica troviamo infine “Khalimbu”, diretto da Nicola Pegg. Visto in anteprima alla scorsa edizione del Selva Nera Festival, è una ottima storia dal sapore lovecraftiano dove si percepisce come molto forte l’influenza del cinema horror degli Anni d’Oro. La storia che si sviluppa è sorprendente dal punto di vista tecnico e accompagnata musicalmente da reminiscenze carpenteriane. È inoltre molto ricca di dialoghi sull’orrore cosmico di origini misteriose che si perdono nella notte dei tempi.

Di ottima fattura anche i cortometraggi: Feralia di Davide Cancilia, Abyssus di Fabrizio La Monica, Che gita di merda di Roberto Albanesi e Il debito di Luca Bertossi, che vanno ad arricchire un già buon prodotto che fa ben sperare per il futuro del cinema indipendente italiano.

A giudicare da questo The Evil Building – After Midnight 2, la scena indie italiana sembra godere di ottima salute e non sembra affatto soffrire l’annoso problema dei budget vicini allo zero, reagendo anzi con il sempre valido Do it yourself, ma soprattutto con la fantasia e la capacità visiva sorprendente coltivata in questi ultimi anni. E non possiamo che esserne tutti felici, naturalmente in attesa del terzo After Midnight.

Titolo: The Evil Building – After Midnight 2
Titolo originale:The evil building – After Midnight 2
Regia: Nicola Pegg, Francesco Longo, Daniele Misischia, Davide Pesca, Davide Cancila, Roberto Albanesi, Fabrizio La Monica, Luca Bertossi 
Genere: Horror
Anno: 2019
Paese: Italia

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