Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo. La recensione di The Room – La stanza del desiderio
Chi di noi, da bambino, non ha fantasticato sull’entrare in possesso della lampada di Aladino per potere esaudire almeno tre desideri? È questo l’incipit su cui si sviluppa The Room – La stanza del desiderio, primo lungometraggio del regista Francese Christian Volckman, che dopo l’interessante film di animazione in “motion capture” Renaissance (2006), si cimenta in questo originale fantasy thriller.
Ciò che ci ha piacevolmente sorpresi della pellicola di Volckman, è la sua imprevedibilità, che lascia stupito lo spettatore, The Room infatti inizia come il più scontato dei film sulle case infestate e maledette: una giovane coppia (Olga Kurylenko e Kevin Janssens, che ricordiamo in Revenge) si trasferisce da New York al New Hampshire, in una palazzina d’epoca al margine del bosco, qui viene a conoscenza della tragica fine dei precedenti inquilini e, dietro un lembo strappato di tappezzeria, scoprirà una misteriosa stanza segreta. A questo punto tutti noi avidi consumatori di horror alziamo sconsolati gli occhi al cielo, convinti di trovarci di fronte alla solita storia, trita e ritrita, sulla falsariga de La Casa e Amityville Horror, aspettandoci di vedere saltare fuori da un momento all’altro l’ennesima entità demoniaca o il pazzo assassino di turno, invece il soggetto, dello stesso Volckman, vira prima sulla fantascienza dai contorni fantasy, infatti la stanza è in grado di realizzare qualsiasi desiderio viene espresso al suo interno e, come una avveniristica macchina, sembra essere alimentata da un fitto groviglio di cavi che avviluppano tutta la villa, per poi mutarsi in un thriller psicologico quando, dopo aver ottenuto ogni tipo di ricchezza materiale, da soldi a gioielli a champagne, fino a un quadro originale di Van Gogh, lei, contro il volere ed a insaputa del marito, chiede ciò che le manca e che più desidera, e qui non aggiungiamo altro per non spoilerare… ma sappiate che le conseguenze saranno terribili.
Volckman, con un susseguirsi di twist narrativi, riesce abilmente a non fare pesare la limitatezza dei set in cui ambienta The Room e, supportato dalle convincenti performance di Kurylenko e Janssens, che da soli reggono tutto il film, prende una semplice idea, che non avrebbe sfigurato come premessa di un episodio della serie televisiva Ai confine della realtà e la trasforma in una intrigante metafora sulle dinamiche famigliari di coppia e di come le relazioni tra i genitori cambino dopo la nascita di un figlio. La facilità con cui la stanza garantisce qualsiasi cosa ai due protagonisti, aumenta le distanze tra loro che, nella disperata ricerca di una effimera felicità data da beni materiali, non riescono più ad apprezzare la propria vita e vedono crescere un insopportabile senso di vuoto.
La stanza non è maligna o buona, nè il regista si sofferma sulle sue origini o su come riesca ad esaudire qualsiasi desiderio, ma la utilizza per costruire una favola nera in cui l’avidità e la contorta moralità insite nell’animo umano possono portare a devastanti conseguenze. Dovremmo tutti trarre insegnamento dall’aforisma, attribuito ad Oscar Wilde: “Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo!”.
Titolo: The Room – La stanza del desiderio
Titolo originale: The Room
Regia: Christian Volckman
Attori: Olga Kurylenko, Kevin Janssens, Joshua Wilson
Genere: Horror, fantasy
Durata: 100 minuti
Anno: 2019
Paese: Francia, Belgio, Lussemburgo