The Visit, la recensione – Per gli amanti delle novità in fatto di cinema, dal 26 novembre nelle sale italiane viene proiettato il nuovissimo horror found footage The Visit, del regista statunitense M. Night Shyamalan, già famoso per il Sesto senso (1999). La pellicola racconta la storia di due adolescenti che vanno a trascorrere una settimana (raccapricciante) dai nonni mai conosciuti prima d’ora.
The Visit, può definirsi un horror non convenzionale ed a tratti anche un po’ troppo ironico, girato a tratti in stile mockumentary che gioca su uno dei punti di riferimento più comuni dell’infanzia di tutti, la figura dei nonni. Dal punto di vista degli incassi questa pellicola è già un successo, con un budget low cost iniziale di 5 milioni di dollari; solo negli Stati Uniti ha guadagnato 65 milioni. Sarà perché contiene tutti gli ingredienti tipici del genere horrorr che negli ultimi anni va per la maggiore, il found footage: budget basso, stile documentario, scene atipiche. Il fattore positivo è, che lo spettatore con questo stile cinematografico sente parte integrante del film.
The Visit è considerato il film meglio riuscito di Shyamalan, dopo il più volte citato Sesto Senso.
In questa pellicola, diverse scene risultano ben riuscite, ad esempio l’apparizione della nonna, interpretata da Deanna Dunagan e non manca un crescendo continuo di tensione. La maggior parte delle scene diciamo più “leggere”, risultano forzate, ad esempio il ragazzino che compone dei pezzi rap o le chat via Skype con la madre in crociera, il tutto sfocia in una pseudo comicità inappropriata. Le interpretazioni del resto del cast non le ho apprezzate, gli attori davanti alla camera risultavano del tutto inespressivi.
Gli amanti delle colonne sonore, potrebbero rimanere delusi. Non aspettatevi assolutamente musiche coinvolgenti alla Profondo rosso; in The Visit sono enfatizzati solo i “rumori” come gli scricchiolii di porte, e durante dialoghi le musiche sono del tutto assenti. Fattore a mio avviso negativo perché una colonna sonora d’effetto più aumentare il livello di tensione delle scene clou, come ci insegna il maestro Dario Argento!
Non intendo spoilare le scene, ma il finale mi è sembrato troppo sbrigativo e banale, comunque è da apprezzare il realismo che circonda molte scene della pellicola.