Recensione della quarta puntata della settima stagione di The Walking Dead: ora ad Alexandria comanda Negan.
Rick si è arreso, comanda Negan ora. Guardiamo in faccia alla realtà, ormai è Negan il nuovo protagonista di The Walking Dead, nella 4a puntata della 7a stagione si presenta, con una ventina dei suoi uomini, alle porte di Alexandria per visitare il suo nuovo feudo e per prendere la metà dei loro averi.
Vediamo un Rick impotente e rassegnato, ma carico di rabbia soprattutto, quando Negan lo sbeffeggia ricordandogli la morte dei suoi amici.
Negan col suo modo di fare sembra un mix tra il Joker di Jack Nicholson e Raffaele Cutolo detto “ò professor” noto camorista napoletano degli anni 80, ironico ma autoritario e crudele, sempre col sorriso sulle labbra, attua la sua prepotenza su tutta la comunità di Alexandria prendendo quello che vuole, in primis, i suoi uomini entrano nelle case portando via i materassi, il messaggio è chiaro: non dormirete sonni tranquilli.
Tuttavia c’è chi non digerisce questi soprusi, come Rosita obbligata da Dwight a portargli la moto di Daryl, Michonne che continua ad esercitarsi col fucile, ma soprattutto Carl che minaccia un uomo di Negan con una pistola, da qui il Boss decide di prendersi tutte le armi lasciando la comunità totalmente disarmata.
Cosa resta ai nostri amati oltre la rassegnazione? Reagire? Impossibile… Negan ha un esercito e si è preso anche tutte le armi, Rick è talmente frustrato che quando Spencer lo accusa di essere lui il colpevole di ciò che sta accadendo, incolpandolo anche della morte di Glenn e Abraham lui risponde da vero bullo minacciandolo di spaccargli la mascella, quasi ricorda Negan.
A fine puntata però c’è una situazione che apre uno spiraglio per il futuro, Rosita trova un bossolo di pistola e chiede a Eugene di farne un proiettile, Eugene nel corso della 6a stagione trova una fabbrica siderurgica ed è convinto, trovando un bel pò di piombo, di riuscire a fabbricare proiettili.
Che sia questo il punto di svolta in futuro per i nostri eroi? Credo proprio di si.