Recensione della sedicesima puntata di The Walking Dead 7: Il primo giorno del resto della tua vita.
L’ultima puntata della settima stagione ha soddisfatto pienamente le aspettative, un episodio bomba, ricco di colpi di scena e con eventi imprevisti che ci hanno lasciato col fiato sospeso per tutta la puntata, un finale epico che questa volta non ci lascia con l’amaro in bocca a causa dei ripetuti cliffhanger passati.
L’episodio è stato toccante quando nella prima parte Sasha ricorda una delle ultime conversazioni avute con Abraham è stato bello rivedere un personaggio con un carisma così forte, purtroppo caduto sotto i colpi di Lucille.
Salutiamo definitivamente Sasha che dona la sua vita nell’ultimo disperato tentativo di uccidere Negan dopo che i suoi piani in precedenza erano miseramente falliti, se da viva non era riuscita nell’intento l’ultima possibilità se la dà da zombie ma sfortunatamente non riesce neanche stavolta.
Sembrava tutto molto scontato dopo la confessione di Dwight di voler aiutare Rick a sconfiggere i Salvatori, la preparazione alla battaglia, l’arrivo di Jadis e dei suoi scavarifiuti ad Alexandria e l’agguato finale ma Robert Kirkman cambia le carte in tavola sorprendendoci con il tradimento di Jadis che aveva fatto un altro accordo con Negan in precedenza, da lì panico totale con l’apparente disfatta dei nostri!
Spettacolare la scena in cui, mentre Negan sta per fracassare il piccolo cranio di Carl, entra in azione Shiva la tigre seguita dall’ingresso trionfale con tanto di frase ad affetto del Re Ekekiel: “Alexandria non potrà cadere, non in questo giorno”
Ancora una volta il motto di The Walking Dead “Uniti vinciamo” si convalida con l’arrivo non solo del Regno ma anche di Maggie con gli abitanti di Hilltop e tutti insieme riescono a scacciare via i Salvatori e gli scavarifiuti di Jadis vincendo la battaglia ma ovviamente non la guerra.
Commuovente il discorso finale di Maggie a Rick e intrigante l’annuncio di Negan al suo numeroso esercito:
“Andremo in guerra” sì walkers ma a ottobre purtroppo.
