Recensione della terza puntata di The Walking Dead 8: Il Mostro che è in noi.
Siamo alla terza puntata e il livello sta salendo sempre di più. Le emozioni aumentano all’interno di una battaglia per il momento senza sosta. La vittoria dei nostri sembra sempre più vicina, ma sinceramente mi aspetto un colpo di scena ed un capovolgimento di fronte da un momento all’altro, Negan non sarà così facile da battere.
Una cosa che mi ha colpito molto di questa puntata è stata la sua parte introspettiva, il viaggio all’interno dei protagonisti della serie è sempre organizzato in maniera impeccabile da Kikman e soci. Ci sono stati alcuni eventi che mi hanno fatto molto riflettere sul carattere di alcuni protagonisti in particolare.
Partiamo subito da Jesus: è un personaggio estremante buono, forte anzi, fortissimo e picchia come un fabbro ma mantiene un’umanità notevole. Jesus nella serie, è il perfetto sostituto dello scomparso Glenn, colui che porta razionalità in un mondo che non ha più senso.
Morgan è un personaggio da capire, per questo ha sempre destato la mia attenzione. Ha perso totalmente la testa dopo la morte del giovane Benjamin, proprio com’era accaduto dopo la morte del figlio, ricordiamo tutti in che condizioni lo trova Rick nella terza stagione a King County. L’Aikido lo aveva riportato sulla retta via (diciamo) trasformandolo in una specie di Gandhi al punto di non volere più uccidere, ma dopo aver perso un’altra persona a cui voleva bene, Morgan ritorna ad essere la spietata macchina da guerra che era diventato.
Passiamo a Morales, e il suo ritorno (breve, ma intenso direi) La domanda che ci siamo posti tutti è: a cosa è servito il ritorno di un personaggio finito nel dimenticatoio ormai da tanto tempo? Morales faceva parte del primo gruppo di Rick ad Atlanta, ma successivamente ha preso un’altra strada insieme alla sua famiglia. Il suo ritorno è servito solo e unicamente ad evidenziare l’evoluzione del personaggio di Rick, a come è cambiato dall’inizio fino ad ora.
Immagino vi ricorderete, magari rivedendo le prime puntate della serie, la palese differenza tra lo sceriffo dal cuore buono che cercava la moglie e il figlio perduti e lo spietato assassino che è diventato Rick.
Perché Rick ormai è questo! È un leader giusto e responsabile, ma è anche un mostro, combatte per una giusta causa, solo che il mondo in cui vive lo ha cambiato totalmente, lo ha reso freddo e spietato. Mantiene ancora un briciolo di umanità salvando una neonata ma dopo averne ucciso il padre in combattimento. Più volte viene definito, dai personaggi stessi della serie, peggio dei Salvatori.
Sono state molto chiare le parole di Morales rivolte a Rick: “Lori, Shane, Andrea, Glenn lungo il cammino sotto tutti morti e l’agente amichevole è morto insieme a loro”
Cosa gli costerà questo cambiamento? È ancora presto per scoprirlo, il puzzle sarà completo quando arriveremo a “Possa la mia misericordia prevalere sulla mia ira”
Piccola curiosità:
A fine puntata Rick dice di dover andare in un posto da solo e successivamente Daryl parlando con lui dice: “Vuoi davvero parlare da solo con quegli stronzi?”
Dove deve andare Rick da solo? Con chi vuole parlare? Credo abbia in mente di tornare dagli scavarifiuti che l’hanno tradito, avrà una nuova proposta per loro? Io sinceramente non mi fiderei e non credo che Rick sia così stupido da farlo.
Vedremo Walkers, vedremo…