Recensione della dodicesima puntata di The Walking Dead 8: La chiave.

Finalmente una puntata adrenalinica con colpi di scena, risvolti inaspettati e l’ingresso di nuovi e bizzarri personaggi. The Walking Dead dopo un po’ di tempo torna a stupirci con un episodio epico, di quelli che ci hanno fatto innamorare di questa serie.

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Sì ok, ci sono stati alcuni avvenimenti alquanto “strani” come ad esempio l’incidente con le auto, non abbiamo visto il tamponamento, ma direttamente la macchina del gran capo ribaltata, evidentemente il budget è quello che è quindi ci passiamo sopra bonariamente.
Per il resto immagino siamo rimasti tutti incollati per il susseguirsi di eventi intriganti.

Simon trova la prima occasione buona per un ammutinamento e prende il comando dei Salvatori. Probabilmente il personaggio interpretato da Steven Ogg è il più cattivo della serie, Simon è un fottuto pazzo sanguinario diverso da tutti i villain visti fino ad ora.
Negan conoscendolo bene a questo punto, possiamo dire che sia cattivo ma ha una certa razionalità e un po’ di autocontrollo. Simon invece è come Trevor in Grand Theft Auto 5… un folle omicida. Per Hilltop su questo frangente, va di male in peggio.

D’altro canto, un incontro inaspettato ad Hilltop accende la nostra curiosità. Nuovi e alquanto buffi sopravvissuti fanno il loro ingresso consegnando appunto “la chiave” per il futuro della comunità. Chissà chi sono e quando li rivedremo?

Colpo di scena finale con Negan rapito da Jadis che mi ha fatto letteralmente saltare dal divano, cosa vuole fare la scavarifiuti al big boss? Non vedo l’ora di scoprirlo. Mancano quattro puntate alla fine della stagione e la trama si fa sempre più intrigante.

Alla settimana prossima Walkers.

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