La mente di David Lynch si apre sulle vie del perturbante e il fare serie tv cambia per sempre.
[Attenzione! L’articolo può contenere spoiler!]
Tutto il web ne parla: l’ottava puntata di Twin Peaks ha lasciato tutti, nel bene o nel male, senza parole. In quanto a numeri, è stato il secondo episodio con più basso indice d’ascolti di questa stagione, superato solo dalle puntate tre e quattro. Ciò non di meno come una pandemia l’ottavo episodio ha messo in tumulto gli spettatori a causa della sua controversa e perturbante rappresentazione. Personalmente, sebbene enigmatico, l’ho trovato un piccolo capolavoro ricco di significati.
Il suo inizio, in realtà, è stato alquanto lineare, per quanto lo possa essere Twin Peaks, con Bad Cooper e Ray che riprendono il loro viaggio. Ray, però, non fidandosi giustamente di Cooper, che alla prima occasione infatti tenta di ucciderlo, gli spara, lasciandolo cadere a terra “morto”. Tuttavia, forze oscure emergono dai boschi, i “woodsmen”, e furiosamente ripristinano la vita di Bad Cooper e trattengono lo spirito di BOB, il cui ghigno (Frank Silva) emerge per un istante dal cadavere.
Non sarebbe certo la prima volta che BOB si ritroverebbe a “sopravvivere” al suo ospite, proprio come accadde con Leland Palmer. Bad Cooper, però, non è un semplice umano, bensì un doppelgänger. Inoltre, se già prima non fosse apparso abbastanza chiaro, ormai è palese che qualcuno o qualcosa sta aiutando Bad Cooper. Per quale scopo? Per lo scontro finale con Dale? Perché sarebbe così importante? Non possiamo ancora saperlo. Il doppelgänger si risveglia, mentre Ray fugge nella notte e in preda al panico telefona a Phillip Jeffries per avvisarlo della probabile morte di Mr. C.
Jeffries continua ad essere una presenza di sottofondo costante avvolta nel mistero. In Fuoco cammina con me Jeffries aveva le fattezze di David Bowie, morto all’inizio delle riprese della terza stagione. Chissà se Lynch per sopperire alla mancanza di Bowie abbia optato per un recasting del personaggio oppure se Jeffries resterà un’ombra lontana dagli occhi degli spettatori.
Fino a questo punto tutto nella norma, direte voi. Il tumulto immaginifico avviene dopo la suggestiva interpretazione dei Nine Inch Nails, gruppo industrial metal, che si esibisce al Roadhouse. Tren Reznor non è certo una scelta casuale: l’artista è una vecchia conoscenza di Lynch con cui aveva collaborato allo score di Strade perdute, ma soprattutto il sound del gruppo è perfettamente in linea con il mood di questo suggestivo capitolo. Come avrete notato, l’esibizione musicale è stata spesso il nodo di chiusura degli episodi ed in effetti la puntata canonica “finisce” qui. La band con la sua She’s gone away sarà l’ultima nota reale prima dell’immersione nell’ignoto.
Infatti, la parte centrale dell’episodio è così evocativa e densa di significati che è difficile dargli un’interpretazione totale e soddisfacente. È come sbirciare nella testa di Lynch, nella sua personalissima mitologia del mondo dello spirito senza alcuna istruzione. Come spesso accade nelle sue opere, a Lynch non importa dare spiegazioni, ma lascia che lo spettatore sia interprete e fautore della propria visione. Probabilmente lo spettatore medio generalista non è rimasto soddisfatto da questo episodio, ma in esso Lynch grazie ad un uso sapiente della fotografia, colori, suoni e silenzi ha raggiunto un nuovo livello di capolavoro televisivo.
La sua visione si apre con l’esplosione di una bomba che sboccia in un fungo atomico. Siamo nel 1945 a White Sands, New Mexico, durante Trinity, primo test sperimentale del Progetto Manhattan. Il fungo atomico è l’ossessione di Lynch tanto da essere “citato” in moltissime sue opere, dalle fotografie in Eraserhead – La mente che cancella (1977) fino all’odierno grande quadro nell’ufficio di Gordon. La bomba atomica è il grande atto d’offesa al mondo e alla vita, la prima arma di distruzione di massa che qui diviene incubatrice del Male.
Da qualche parte in un altro mondo, la cui porta si trova proprio nei meandri dell’esplosione, una creatura mostruosa emerge dalle tenebre e vomita quella che sembra garmonbozia, similare a una sorta d’aberrante stringa di DNA. Tra i suoi fluidi si intravedono “uova” o “particelle” e su una di queste scorgiamo il volto di BOB. È possibile che abbiamo appena assistito alla nascita di questo spirito malvagio: al colmo dello sofferenza dell’anima del mondo, ecco che il Male si addensa e si “incarna” in BOB.
Chi sia questa creatura non è dato sapere. L’abbiamo veduta apparire all’interno della scatola di vetro a New York, poco prima di massacrare Sam e Tracy. Inoltre, la fisionomia dell’essere mi fa avanzare altri due collegamenti. Sul suo capo ha due piccole corna, così che le sue fattezze ricordano la figura ritratta sulla carta da gioco che porta con sé Bad Cooper, mostrata nel secondo episodio. Infine, la creatura ha un corpo “femmineo”, è un essere che crea, è una “madre”. Questo era proprio il nome con cui le due donne nella Loggia avevano soprannominano l’entità che stava tentando di sfondare la porta nel terzo episodio, alla ricerca di Dale Cooper. Che sia proprio quest’essere la “madre”?
La nascita di BOB non passa di certo inosservata. Nella Loggia Bianca, il Gigante è avvertito di tale avvenimento grazie alla “campana”, anch’essa incontrata nella terza puntata. Lo spirito allora fa qualcosa di del tutto inaspettato che cambierà di certo per sempre il significato di Twin Peaks: dalla sua mente sgorga della materia dorata che dà vita a una sfera contenente il volto di Laura Palmer! Dunque, Laura non era una semplice ragazza entrata casualmente in contatto con BOB? Il loro incontro/scontro era voluto, se non addirittura atteso? Il Gigante sembra creare Laura per bilanciare le forze del bene, dopo l’avvento di un nuovo tipo di male. Laura viene spedita sulla terra, proprio nei pressi dello Stato di Washington dove si trova la città di Twin Peaks.
La genesi della bomba non crea solo BOB, ma sembra aprire una via d’accesso tra la realtà e la Loggia Nera. In una scena vediamo proprio un gruppo di spiriti muoversi davanti a un “Convenience Store”, luogo nominato fin dai tempi della prima stagione da MIKE. “Viviamo tra la gente, tu lo chiameresti un Convenience Store”, così diceva MIKE riferendosi agli spiriti che infestano la nostra realtà. Addirittura, in Fuoco cammina con me si era visto il piano superiore dello stesso negozio in cui svariati spiriti lo avevano scelto come punto d’incontro. Proprio questa scena assume un significato del tutto nuovo dopo questo episodio, in quanto i presenti stavano proprio parlando di rincarnazione di spiriti, atomi e materia.
Infine, facciamo un salto temporale fino al 1956. Proprio nel luogo dell’esplosione un uovo si schiude e ne emerge un essere metà mosca e metà rana. Che sia l’incarnazione embrionale di BOB?
Contemporaneamente un “woodsman”, sosia impressionante di Abraham Lincoln, si aggira chiedendo ossessivamente “Got a light?” (“Hai da accendere?”), famosa battuto di Dick Tremayne, altro storico personaggio della serie. Non è la prima volta che questo spirito fa la sua comparsa: proprio lui era presente nella cella durante l’arresto del preside William Hasting. Che sia un alleato di BOB? Sappiamo ancora troppo poco, ma di certo è grazie a lui e al suo mantra trasmesso alla radio che il mutante insettiforme ha l’opportunità di insinuarsi in una giovane ragazza attraverso la sua bocca (“A little mouth opened up inside…” cantavano non a caso i Nine Inch Nails).
BOB si è quindi incarnato (sempre se di BOB si tratti)? Il suo insinuarsi nella stanza di una giovane donna indifesa mi ha ricordato molto BOB mentre penetrava in camera di Laura in Fuoco cammina con me. Poi, sarà una semplice intuizione, ma ho subito associato la ragazzina a Sarah Palmer. Il mantra del taglialegna, apparentemente senza senso ma in linea con una sorta di rituale, recitava di un cavallo, ed era proprio la madre di Laura ad avere visioni di tali animali. Che questa sua “vista” sia stata prodotta proprio da una precedente possessione? Sarebbe davvero perturbante scoprire che nello stesso grembo sarebbero stati generati sia il Male (BOB) che il Bene (Laura). Anche se, per come va il mondo umano, non sarebbe poi così strano.