La recensione della puntata 3×05 di Twin Peaks.
[Attenzione! L’articolo può contenere spoiler!]
Dopo il susseguirsi mozzafiato di svariati avvenimenti durante le prime quattro puntate, il quinto episodio si prende una pausa per rallentare il ritmo narrativo e presentare nuovi personaggi chiave del revival. Tuttavia, anche questa volta non mancano momenti salienti che portano astutamente avanti l’andamento machiavellico della trama.
Sicuramente, uno degli istanti chiave dell’episodio è stato occupato dall’alter ego di Cooper, rinchiuso in carcere in attesa di giudizio. Come ho già accennato nelle recensioni precedenti, nell’episodio finale Oltre la vita e la morte si vide Bob (Frank Silva) possedere chiaramente il corpo di Cooper, la cui immagine allo specchio rifletteva ormai lo spirito maligno al suo interno. Adesso, quando il doppelgänger si specchia, però, non è il viso di Bob a riflettervisi. Fino a questo momento avevamo dato per scontato che Bob occupasse ancora il corpo di Cooper, ma se questo doppio fosse altro? “Sei ancora con me? Bene.” sussurra il doppelgänger mentre guarda il suo riflesso. Proprio in quell’istante, il volto si distorce e una sorta di ghigno inquietante, che ricorda moltissimo quello di Frank Silva, si dipinge sulle sue labbra. Forse, un corpo vuoto e lo spirito malvagio hanno creato qualcos’altro? Infatti, prima Bob aveva “nidificato” nel corpo di Leland, il padre di Laura, con l’anima dell’uomo ancora all’interno, mentre questa volta lo spirito di Cooper era rimasto nella Loggia, lasciando il suo corpo “vuoto” in balia di Bob. Che quest’anomalia abbia avuto conseguenze inaspettate creando una nuova entità?
Un’altra sorpresa ce la fornisce l’esercito. A quanto pare le impronte digitali del cadavere corrispondono a quelle del Maggiore Briggs che era stato dato per morto in un incendio 25 anni orsono. Inoltre, come ha riferito Bobby l’ultimo ad aver visto suo padre è stato proprio Cooper, prima che lasciasse Twin Peaks (e dopo essere stato posseduto da Bob). Tuttavia, non è la prima volta che vi è una tale corrispondenza d’impronte, bensì la sedicesima! Che sia davvero il Maggiore Briggs? Possiamo comunque azzardarci ad affermare che Briggs sia molto probabilmente morto in quanto il suo spirito è apparso nella Loggia Nera.
Infine, siamo stati catapultati a Buenos Aires, Argentina. Vi ricorda nulla? In Fuoco cammina con me era proprio in questa città che Phillip Jeffries era sparito nel 1987 per poi ricomparire all’FBI al fine di riferire a Gordon alcune informazioni. A quanto pare i sicari che vogliono uccidere Dougie Jones sono legati ai misteri di Buenos Aires. Quale “Rosa blu” dovrà essere colta in Sud America?
Decisamente, questa è stata soprattutto la puntata dei nuovi personaggi dai volti noti o meno. Spiccano tra loro Jim Belushi e Robert Knepper nella parte di due non troppo cordiali gestori del casinò “svaligiato” dalla fortuna sfacciata di Cooper. Knepper aveva già dimostrato in Prison Break d’avere la faccia del cattivo nato, ma vedere un Belushi così gelido e spietato, fuori dal suo ruolo comico e bonario, è stato davvero intrigante. Un altro viso noto è sicuramente quello di Amanda Seyfriend che qui interpreta Becky, la figlia di Shelly (Mädchen Amick). Il personaggio ha l’aria di una nuova “Laura Palmer” con la sua giovinezza spregiudicata e l’innocenza che si dissipa a ogni sniffata di cocaina. Tuttavia, rivedere Shelly e Norma insieme al Double R Diner è stato veramente nostalgico. La coppa “weird humor” va, però, al Dottor Jacoby che nel suo vlog fa discorsi pseudo-sociopolitici per vendere le sue pale laccate d’oro! Invece, una new entry inaspettata è quella di Eamon Farren nella parte di Richard Horne, un ragazzo decisamente oscuro imparentato ad Audrey Horne. Infatti, per chi ha letto Le vite segrete di Twin Peaks di Mark Frost, Audrey è infatti sopravvissuta all’esplosione in cui era stata coinvolta alla fine della seconda stagione. Qui lo dico e qui lo nego… ma mi stuzzica molto l’idea che possa essere figlio di Audrey e Bad Cooper. Lo dico perché c’è un’inquietante somiglianza con il comportamento che aveva il Bob originale, così violento verso le donne. Poi, potrebbe essere solo la Sindrome Twin Peaks che mi fa speculare e straparlare.
Inoltre, proseguono naturalmente le avventure di Cooper. Attendiamo con trepidazione il risveglio mentale del nostro Dale, sperando non sia troppo lontano. Cooper è ancora nascosto lì da qualche parte. Gli occhi lucidi che osservano Sonny Jim sono un chiaro segno della sua non lontana coscienza.
Diciamo comunque che Twin Peaks si conferma essere non un normale revival o una stagione da semplice “nuovo inizio”, ma un vero continuo per cui è necessario per seguirla al meglio recuperare il film Fuoco cammina con me e le precedenti stagioni, soprattutto la seconda che aveva lasciato molti filoni narrativi in sospeso. Consiglio personalmente di leggersi persino i libri, tra cui spiccano Il diario segreto di Laura Palmer di Jennifer Lynch, figlia di David, e L’autobiografia dell’agente speciale Dale Cooper: La mia vita, i miei nastri di Scott Frost, fratello di Mark. Tutto sommato soffrire della Sindrome Twin Peaks non è mica così male!