Niente è lasciato al caso nell’opera di David Lynch. Ogni passo è essenziale in questo film lungo 18 parti. Ogni episodio regala tanti piccoli tasselli essenziali per la composizione mosaicale della storia. Siamo ancora lontani dall’ammirare l’affresco completo, ma appare legato strettamente al ritorno dell’agente Cooper a Twin Peaks.
Tuttavia, il viaggio per raggiungere la cittadina è lento, inesorabile e spietato, scandito dal “torpore” mentale che ancora attanaglia Dale Cooper. Tante piccole cose “toccano” la sopita coscienza dall’ex agente dell’FBI che sembra ancora ben lontano dal suo “risveglio”. Per la teoria del contrappasso, però, sebbene Dale abbia perduto se stesso, continua a dimostrare che la permanenza nella Loggia gli abbia donato poteri sovrannaturali. Dopo le slot machine e la percezione della menzogna, ora i suoi scarabocchi di scale sulle pratiche, apparentemente senza senso, rivelano probabilmente traffichi illeciti nella compagnia (prodotti forse dal collega bugiardo). Lynch non sembra ancora intenzionato a riportare indietro il nostro vecchio Dale, bensì più interessato al percorso e alle tante trame che conducono a Twin Peaks.
Sicuramente in questo episodio, però, Lynch ci ha fatto un dono del tutto inaspettato! Tramite Albert, alla ricerca dell’unica persona che possa dare a lui e Gordon conferma che l’uomo in carcere non è certo Cooper, dopo 27 anni il regista dà volto a Diane, interpretata da Laura Dern (Velluto Blu, Cuore Selvaggio, Nati per uccidere). Diane era stata prima d’ora sempre un mistero, quasi “un’amica immaginaria” con cui Dale si sfogava e confidava attraverso le sue registrazioni. Se fosse una donna reale o meno, non era molto importante. Ciò che contava era la sua funzione per Cooper. Tuttavia, ora il suo personaggio si è finalmente incarnato, manifestato e lo ha fatto è in puro stile Lynch. Albert la chiama e una donna si volta: così Laura Dern si incarna in Diane.
Durante l’episodio, fa la sua ricomparsa anche Carl Rodd (Harry Dean Stanton, 91 anni e non sentirli!), il proprietario del campeggio di roulotte dove viveva Teresa Banks. Proprio lui è testimone di una delle scene più scioccanti dell’episodio che vede protagonista Richard Horne dell’investimento di un bambino, proprio nell’incrocio in cui Leland, posseduto da BOB, e Laura si erano scontrati con MIKE/Gerard. L’anima del bambino fluttua e si dissipa, proprio nei pressi di un “albero elettrico” (un traliccio dell’alta tensione), un ideale passaggio spirituale nella mitologia lynchiana.
Tuttavia, il podio per la scena più macabra va sicuramente al massacro negli uffici. Duncan Todd ingaggia Ike “the Spike” Stadtler per l’omicidio di Dougie e Lorraine, la prima a cadere sotto i colpi di lama dello spietato killer. La scena è disturbante e spietata per il livello di violenza mostrata.
Infine, sembra che sia finalmente risolto l’enigma della Signora Ceppo. Così come una moneta si è dimostrata significativa nell’incontro tra Horne e Red, una moneta guida Hawk finalmente verso “ciò che è scomparso”. La targa “Nez Perce Manifacturing” (una tribù indiana) permette la scoperta di alcune misteriose pagine nascoste dentro una porta del bagno. Di cosa si tratta? Sono pagine del diario di Laura Palmer? Chi può averle nascoste lì e quando?
Tanti piccoli passi verso grandi verità.