I lupi mannari lussemburghesi di Molitor. La recensione di Wolfkin

Wolfkin (Kommunioun) è un film horror del 2022 lussemburghese diretto da Jacques Molitor (Coyotes, Mammajong) scritto dallo stesso regista insieme a Régine Abadia e Magali Negroni. Conteso dai festival di cinema internazionali e apprezzato da critica e pubblico, uscirà in Italia al cinema giovedì 24 Agosto 2023 distribuito da Satine Noir. Nel cast troviamo Louise Manteau, Victor Dieu, Marja-Leena Junker, Jules Werner, Marco Lorenzini e Myriam Muller.

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Elaine è una madre single che cerca di barcamenarsi tra il lavoro e il ruolo di genitore. Dopo essere rimasta incinta di Martin, è stata abbandonata dal compagno prima della sua nascita, rimanendo così costretta a crescere il bambino tutta da sola. Martin, legatissimo alla madre (forse un po’ troppo) inizierà a sviluppare degli atteggiamenti aggressivi, fino al punto di mettere a repentaglio la sicurezza dei bambini che lo circondano. Per questa ragione Elaine, disperata, cercherà i genitori del latitante padre per chiedere aiuto, e forse anche per risalire alle origini di questo inquietante comportamento.

Molitor mette in scena un film horror drammatico in parte autobiografico, al centro del quale troviamo una famiglia in cui verranno a galla verità nascoste e scioccanti. Nell’opera si esplorano oltre alle dinamiche familiari, i valori sociali e l’identità genetica. Ma soprattutto, viene raccontata una commovente storia di incondizionato amore genitoriale. Mutazioni, mostri e personaggi dell’oscurità condiscono un racconto che, a quanto riporta il regista, attinge dall’immaginario del cinema di David Cronenberg, Guillermo del Toro e Clive Barker. 

Seguiamo la storia attraverso l’intrigante personaggio di Elaine, madre single anticonformista che trova l’ostilità della società per il suo modo di vivere e per un figlio che sembra integrarsi con enormi difficoltà nella comunità. La bella attrice che la interpreta, un interessante volto fatto anche di affascinanti imperfezioni, è la bravissima Louise Manteau. Una figura realistica in cui facilmente ci riconosceremo, tormentata dall’impotenza di risolvere i problemi del figlio, ma anche determinata a trovare una soluzione, ad ogni costo. Per fare ciò, supererà le strambe abitudini dei nonni paterni di Martin, situazioni violente e drammatiche fino ad accettare l’assurdo, il soprannaturale, le tradizioni più estreme. E anche se la pellicola si concede di sottolineare problematiche legate alle disparità sociali, l’immigrazione e l’intolleranza che ne deriva, il fine ultimo è raccontare una storia d’amore materno. Un amore che ti porta a non curarti del dolore che potrai provare, e che ti costringe a lasciare andare chi ami di più, per fare in modo che segua la sua natura, il suo bene.

In Wolfkin non mancano scene cruente, uccisioni, gore, rituali e trasformazioni per accontentare gli instancabili orrorofili in cerca di leggende e folklore. Una bellissima fotografia curata da Amandine Klee riveste questa ottima pellicola capace di toccare il cuore degli spettatori, commuovendoli con una scena finale struggente, che per qualche ragione mi ha ricordato L’uomo lupo (1941) diretto da George Waggner.  Due epiloghi in realtà diversi, che raccontano però entrambi la separazione tra genitori e figli, la morte come liberazione e la libertà come fine (morte) di un rapporto affettivo. Entrambi i film ci rammentano che il cinema horror è molto spesso un abito che veste dolorose storie drammatiche.

Titolo: Wolfkin
Titolo originaleKommunioun
Regia: Jacques Molitor
Attori: Louise Manteau, Victor Dieu, Marja-Leena Junker, Jules Werner, Marco Lorenzini, Myriam Muller.
Paese: Lussemburgo
Anno: 2022
Genere: Horror, Drammatico, Fantastico
Durata: 90 minuti

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