Un piccolo dramma psico-lovecraftiano, un difficile adattamento. La recensione di Wounds
Il nero visibile è un breve romanzo di Nathan Ballingrud. Uscito nel 2015 (The visible filth il titolo originale) ha riscosso subito un notevole successo arrivando ad essere pubblicato in Italia dalla ottima Edizioni Hypnos, editrice milanese specializzata in letteratura weird e fantastica.
Wounds, presente da poco su Netflix, è il coraggioso adattamento cinematografico da parte dell’anglo-iraniano Babak Anvari.
Coraggioso perché il materiale che si va a lavorare è tutt’altro che di semplice modellazione. Si parla di sabbie mobili della psiche, fatiscenze morali, orrori striscianti e demoni invisibili.
Le vicende avvengono nella periferia di New Orleans, spogliata tanto da sembrare una provincia americana qualunque, perennemente immersa in una avvolgente fotografia tra il notturno e il crepuscolare.
Will (uno sfatto Armie Hammer) è un ragazzo con un passato di occasioni sprecate e un futuro con scarse prospettive. Una vita totalmente inerte nel quale il ragazzo sembra essere perfettamente a suo agio. È il barista notturno di un anonimo locale dove si annega la noia nell’alcol.
Una sera, durante una rissa più accesa del solito, dei ragazzi lasciano in fretta il locale dimenticando uno smartphone che viene raccolto da Will.
Una volta a casa lo smartphone comincia a ricevere strani messaggi e Will scopre contenuti inquietanti nella galleria fotografica. Da quel momento comincia la stretta discesa in inferi viscidi fatti di telefonate inquietanti e apparizioni misteriose che sembrano coinvolgere progressivamente ogni aspetto della vita di Will.
Tutto inizia a precipitare in un auto-abisso di abiezione.
Le premesse di un racconto dal sapore lovecraftiano calato nel contesto di una delle tante vaghe creepypasta che crescono nel web, si scontrano con la difficoltà oggettiva del delineare le complesse e debilitate dimensioni psichiche dei protagonisti alle prese con un progressivo disfacimento. La regia di Anvari fatica a concentrare gli sforzi nell’ambiguità della storia. Da un lato la necessità di mantenere alta la tensione e dall’altro quella di sprofondare in una dimensione sempre più silente e disumanizzata.
Certo qualche spavento il film lo regala ma è piuttosto la morbosa inquietudine ad impossessarsi dello spettatore più affascinato da misteri impalpabili. Per tutti gli altri la noia è un rischio realistico.
Un costante tappeto ambientale di sottofondo coagula la tensione tanto quanto la costante presenza di scarafaggi suggerisce un disagio perenne che fa da allegoria alla progressiva decomposizione delle vite dei protagonisti. Le stesse ferite che danno il titolo al film, sono una metafora di ben altro tipo di infezioni. L’apatica fidanzata di Will, una inquietante e poco sfruttata Dakota Johnson, sprofonda anch’essa in oblii misteriosi derivati da culti esoterici di cui si perde origine e natura. Questo non serve a unire la coppia. Tutta questa complessa rete di non-eventi dal sapore esoterico sembra acuire l’insicurezza e la debolezza di Will, che tradisce amicizie e legami con apparente indifferenza ma in realtà covando un senso di colpa latente, quasi sospinto alla deriva da un vento oscuro.
È facilmente intuibile quanto sia difficile da raccontare per immagini tutto questo. La ferma volontà di raccontare una storia di degrado psichico e morale, non cosi turpe da non essere riconosciuta da chiunque, cozza con la necessità di tenere in piedi una storia coinvolgente. Gli stratagemmi classici qui non bastano. Se non si fa parte di quel pubblico che ama i plot irrisolti e misterici dove antiche entità lambiscono appena la scena respirando alle spalle degli eventi, la delusione è quasi scontata.
Un film interlocutorio che ha il pregio di aver tentato una strada difficile. La sua presenza su Netflix darà di certo una chance che in sala non avrebbe avuto, ma sulla lunga distanza con molta probabilità Wounds per i più sarà ricordato come una occasione sprecata. Considerazione non del tutto sbagliata.
Titolo: Wounds
Titolo originale: Wounds
Regia: Babak Anvari
Attori: Armie Hammer, Zazie Beetz, Karl Glusman
Genere: Drama, Horror, Mistery
Durata: 95 minuti
Anno: 2019
Paese: USA