La recensione delle prime due stagioni di Z-Nation, la folle serie tv dedicata agli zombie.
Z-Nation è una serie televisiva post-apocalittica horror statunitense creata da Karl Schaefer e Graig Engler. Attualmente la serie è ferma alla seconda stagione e l’inizio della terza, in Italia, è prevista per il 2017.
Narra le vicende di un gruppo di sopravvissuti a tre anni dallo scoppio di un’epidemia zombie, che devono attraversare l’intero paese, dal New Jersey alla California, per portare Murphy in un laboratorio dove gli scienziati creeranno una cura con il suo sangue.
Murphy è un galeotto, a cui è stato iniettato il vaccino anti-zombie e in seguito sopravvissuto ai morsi degli Zeta, un tipo antipatico e irritante che durante il corso delle puntate creerà non pochi problemi ai protagonisti delle serie.
Z-Nation è una serie low cost ironica, trash, a tratti pulp e a volte paradossale, soprattutto considerando il contesto apocalittico, ma tutto sommato godibile se non la si prende troppo sul serio. Il paragone con la più rinomata serie The Walking Dead potrebbe risultare forzato a causa del differente investimento economico per la produzione, ma è d’obbligo.
Z-Nation rispetto a TWD risulta più “frivola”, ma anche più veloce nella narrazione, più ricca di azione e con molte meno scene sentimentali. Il paragone non sarebbe neanche da fare, perché stiamo parlando di due prodotti stilisticamente completamente diversi, ma la somiglianza quasi gemellare della trama a base di zombie le mette per forza “una contro l’altra”.
I protagonisti di Z-Nation nel corso del viaggio coast to coast, guidati dal Cittadino Z (DJ Qualls), un militare-nerd unico superstite di una base americana immersa nella neve, incontreranno molti altri sopravvissuti, cannibali, sette religiose, mercenari, gang ispaniche e comunità controllate da sole donne, su cui avranno sempre la meglio.
I dialoghi risultano semplici e a volte un po’ superficiali rispetto a quelli di TWD dove invece questi, creano una visione più introspettiva dei personaggi. I protagonisti di Z-Nation periscono meno facilmente, solo due morti di poco conto all’interno del gruppo, da questo punto di vista la serie manca indubbiamente di colpi di scena. Inoltre potrebbe risultare poco realistico l’enorme spreco di pallottole da parte dei protagonisti che aprono il fuoco come se non ci fosse un domani, ma questo è lo stile un po’ surreale di Z-Nation che ironizza sulla drammaticità di quella che sarebbe vera un’apocalisse zombie.
I costumi sono ben fatti ed adatti ad uno scenario apocalittico, alcuni eventi mi hanno ricordato Mad Max. L’azione non manca mai e neanche le scene splatter, in Z-Nation si spara e si frantumano crani in quantità industriale. La scelta di far interagire i protagonisti con altri sopravvissuti, è azzeccata, spesso infatti si trovano ad avere a che fare con un nuovo gruppo e con il loro modo di “vivere”.
Il low budget, con cui è stata fatta la serie, ha dato più spazio alle idee per lo sviluppo della trama, il trucco degli zombie è ben fatto. Infine è impossibile non notare, quando il gruppo scappa via dagli zombie, la corsa di Roberta Warren (Kellita Smith), per via della sua abbondanza anteriore, solo questo vale la visione.
In attesa della terza stagione di Z-Nation, ci chiediamo; riusciranno i nostri eroi a salvare il mondo? Lo sapremo solo vivendo o meglio sopravvivendo!