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Zombieland – Doppio colpo – Recensione

Zombieland - Doppio colpo - Recensione
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Gli zombi si evolvono! La recensione di Zombieland – Doppio colpo

Zombieland – Doppio colpo – Recensione

Arriva in home video in formato DVD, blu-ray e 4K Zombieland – Doppio colpo, seguito che mantiene decisamente i livelli del suo predecessore. Intendiamoci, Zombieland non è il capolavoro della comedy zombesca (Shaun Of The Dead non si batte) ma merita e un altro capitolo poteva anche non essere all’altezza.

D’accordo, non c’è Bill Murray (murrayzato in modo ahinoi troppo precipitoso nel capitolo 1) e in fondo si tratta sempre della stessa storia, con i quattro protagonisti che tentano di sopravvivere in un mondo di zombie, bisticciando e praticando un vademecum tormentone di regole. Piano, però, la coppia di sceneggiatori, Rhett Reese e Paul Wernick aggiungono qualche trovata niente male, tra cui quel doppio colpo che stavolta non è solo, come può pensare chi ha ben presente il capitolo uno, il secondo sparo per accertarsi che lo zombie resti sul serio giù.

La cosa più interessante è che i morti, come ogni cosa in natura subiscono un’evoluzione. Già Romero tentò questo discorso nel terzo capitolo della tetralogia. Ricordate Bub che via via imparava a comunicare e usare una pistola? Qui non c’è di mezzo nessuno scienziato pazzo che prova a stabilire un ponte tra vivi e defunti impenitenti, è solo la Natura che rende sempre forte e prevaricante la specie che deve dominare. Il segnale di ciò che vuole la Terra è chiaro: i morti devono sopravvivere e i vivi devono adeguarsi al nuovo percorso evoluzionistico.

Ok, Zombieland puzza e di sicuro non è un posto piacevole per chi respira, ma immaginate un attimo di passare dall’altra parte. Chiaramente tutto diventa più semplice. I morti si cibano dei viventi non per un motivo di sopravvivenza. Riescono a tirare avanti anche senza masticare nulla. L’impulso cannibalico sembra più che altro necessario alla contaminazione e quella è necessaria per adeguare l’intera specie umana ai nuovi piani di Madre Natura, tutto qui.
La prospettiva non è tanto male, dai. Se al mondo restano solo zombi significa fine del problema della fame del mondo, fine delle guerre, fine dell’inquinamento, fine di Facebook!

Ma Tallahasse, Columbus, Little Rock e Wichita non ci stanno a omologarsi e da bravi perdenti quali sono tengono duro il più possibile contro un Golia evoluzionistico che vorrebbe spalmarli via. Non ci tengono a trasformarsi in quei cosi perché oltre a essere schifosi non hanno più una personalità, degli ideali, sogni o gusti cinematografici. Allora meglio restare vivi, sopportando l’onore di una complessa condizione dominata dagli impulsi esistenziali di sempre.
La piccola Little Rock entra nella fase più complicata dell’adolescenza, Tallahasse risponde all’impulso paterno e la adotta ideologicamente, Columbus vorrebbe sposare Wichita, la quale ha più paura di accettare l’offerta di matrimonio che fuggirsene di corsa tra gli zombi

Le paure precedenti all’apocalisse sono dure a morire. Nonostante la materializzazione del più grande degli incubi, i protagonisti devono vedersela con i propri tic, nevrosi, manie e fobie.
Niente di nuovo, certo, ma ribadito in modo meno lagnoso di The Walking Dead, citato e stroncato in Doppio colpo da Columbus con un lapidario: “spaventoso ma inverosimile”.
Le storie di zombie, tra cinema, fumetti e romanzi, ci hanno sempre fatto notare che in una situazione del genere, il vero nemico dell’essere umano cardiacamente attivo è ancora e comunque l’uomo stesso. Quindi i quattro superstiti, nonostante si definiscano “famiglia” sin dall’inizio di Zombieland – doppio colpo, perpetuando il concetto positivo alla fine del primo capitolo, devono vedersela con le difficoltà che nascono dal voler tenere in piedi una “vera famiglia”.

Ruben Fleischer è un regista quasi infallibile quando si tratta di gestire una commedia d’azione (recuperate 30 Minutes Or Less). La saga di Zombieland in fondo è soprattutto questo, corse, spari, battute, altre corse, spari e battute. Momenti terrificanti non ce ne sono e non ce ne vogliono essere. Ci si diverte, si cazzeggia e si prende la vita a calci nel culo per un’ora e mezza, senza scivolare mai nella volgarità gratuita e lavorando bene sui personaggi. Non voglio sminuire nulla, anzi. I protagonisti non devono solo calciare e saltare ma farci ridere e non è una cosa semplice, specie se intendono farlo volontariamente. Woody Harrelson e Jesse Eisenberg sono due fuoriclasse in questa impresa.


Come fa notare Columbus all’inizio, “rispetto al 2009, ormai c’è un sacco di offerta di film di zombie in giro, ma voi amici continuate a passare da Zombieland e vi ringraziamo”. La cosa non è per nulla scontata, ha ragione. Sull’assenza di Bill Murray non è tutto vero, aspettate la fine dei titoli di coda e vedrete.

Titolo: Zombieland – Doppio colpo
Titolo originale: Zombieland: Double Tap
Regia
: Ruben Fleischer
Attori:  Woody Harrelson, Jesse Eisenberg, Emma Stone 
Genere: Horror, zombie-movie
Durata: 99 minuti
Anno: 2019
Paese: USA

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