La prima vera trasposizione del videogioco Resident Evil. La recensione Resident Evil: Welcome to Raccoon City
Resident Evil: Welcome to Raccoon City è un film horror del 2021 scritto e diretto da Johannes Roberts. Nel cast troviamo Kaya Scodelario, Hannah John-Kamen, Robbie Amell e Tom Hopper. Il film arriva in home video con Eagle Pictures in formato DVD, Blu-Ray, 4K e Steelbook 4K (Bd 4K + Bd HD) con una corposa sezione di extra che comprende Replicare il DNA; Poliziotti, Cadaveri e Caos; Zombie, Lickers e Gli orrori di Resident Evil.
Siamo nel 1998 a Raccoon City, città che una volta era la sede della Umbrella Corporation, e che dopo il fallimento della società si è svuotata ed è diventata una destinazione morta e semi abbandonata. Claire Redfield ci torna per trovare il fratello Chris, che ora è un agente di polizia. I due fratelli, insieme ad alcuni poliziotti rimasti, si troveranno a doversi difendere dagli abitanti della cittadina che si stanno trasformando in zombie, a causa degli effetti collaterali di alcuni esperimenti della Umbrella.
Resident Evil: Welcome to Raccoon City è un nuovo film della saga tratta dal videogame Resident Evil, creato nel 1996 da Shinji Mikami e Tokuro Fujiwara, e conosciuto in Giappone con il nome di Bio Hazard. La prima trasposizione cinematografica definita “l’originale” è stata creata nel 2002 da Paul W. S. Anderson con Resident Evil, film del quale Milla Jovovich è l’eroina. Dopo i due capitoli Resident Evil: Apocalypse (2004) e Resident Evil: Extinction (2007), affidati rispettivamente ad Alexander Witt e Russell Mulcahy, Anderson riprende in mano il franchise da Resident Evil: Afterlife (2010), e si occupa anche dei due ultimi capitoli della saga Resident Evil: Retribution (2012) e Resident Evil: The Final Chapter (2016).
Resident Evil: Welcome to Raccoon City, invece, è il primo di quello che dovrebbe essere il progetto di reboot del franchise che si prefigge l’obiettivo, in gran parte raggiunto, di assomigliare il più possibile al primo ed il secondo capitolo dei videogiochi di Resident Evil. Infatti, nella pellicola diretta da Roberts, troveremo personaggi, costumi, scene identiche e ambientazioni storiche, come la Villa Spencer e la stazione di polizia riprodotte fedelmente.
Il film riesce nel suo principale scopo: appagare la fanbase di Resident Evil visivamente, rispettando gran parte della trama e l’accorpamento del plot del primo e secondo capitolo appare come una scelta logica, dal momento che si svolgono nello stesso arco temporale. Purtroppo, però, la regia non convince: Johannes Roberts, che con i due film precedenti 47 metri e 47 metri: Uncaged aveva mostrato le sue abilità, qui invece sembra non trovare un linguaggio cinematografico uniforme e deciso. Se da un lato riesce a creare benissimo le atmosfere surreali e solitarie di Raccoon City e i suoi ambienti, dall’altro purtroppo gli eventi e i comportamenti illogici dei personaggi sembrano troppo simili ad un intermezzo in computer grafica o ad una dinamica di gioco di un videogame dell’epoca. Soffre quindi, a causa di un tentativo pedissequo di clonare il gioco, dell’assenza di un’impronta narrativa più cinematografica, con uno svolgimento degli atti più votato alla scoperta della psicologia dei personaggi.
Nel video qui sotto, potrete vedere le scene del film confrontate con quelle dei videogames.
La pellicola, inoltre, non è aiutata da attori non di primissimo piano, dove l’unica a spiccare leggermente per personalità è Kaya Scodelario (Crawl, Ted Bundy), che interpreta Claire Redfield, la protagonista. Ma sia lei, che il resto del cast non saranno supportati da una sceneggiatura davvero poco brillante. Sopra le righe il comportamento di Leon: personaggio chiave nel gioco, qui si è scelto di stravolgerlo, facendolo diventare un character comico e un po’ idiota, trasformandolo in un altro elemento grottesco della pellicola. L’ultimo aspetto negativo che va citato è l’uso della CGI: infatti, se negli ambienti sembra funzionare bene (vedi la villa che è quasi tutta in 3D), nella realizzazione del modeling e delle animazioni dei mostri come ad esempio i Licker, i Dobermann zombie e il Dott. William Birkin trasformato dal T-Virus, il risultato è davvero scadente e disunito dal contesto.
Resident Evil: Welcome to Raccoon City però riserva anche qualche aspetto positivo: oltre ad appagare adeguatamente la voglia di “fedeltà” dei fan più incalliti della serie videogame,infatti, propone un make up molto convincente degli zombie, che risultano spaventosi, inquietanti nell’aspetto e nelle movenze. Degne di nota le scene dove i non-morti assalgono i protagonisti negli spazi ristretti di villa Spencer, situazioni creepy che ricordano le atmosfere degli zombie-movie made in Italy. È affascinante anche la scelta di far trasformare la popolazione di Raccoon City lentamente in zombie, con la perdita di capelli e il dilagare di comportamenti psicotici.
Resident Evil: Welcome to Raccoon City riesce a soddisfare i fan del videogioco, che dal cinema non pretende null’altro che fan service duro e puro. Ma il cast, la sceneggiatura, i dialoghi e la CGI scadenti ne fanno un prodotto di serie B che non si può salvare solo grazie a qualche buono spunto visivo qua e là. Il tentativo quindi di far ripartire con slancio il franchise con una versione più fedele al gioco fallisce miseramente, ma questo fallimento probabilmente non fermerà la produzione, che da questo brand sa di poter ricavare montagne di soldi anche senza portare prodotti vincenti.
Titolo: Resident Evil: Welcome to Raccoon City
Titolo originale: Resident Evil: Welcome to Raccoon City
Regia: Johannes Roberts
Attori: Kaya Scodelario, Hannah John-Kamen, Robbie Amell, Tom Hopper
Paese: USA
Anno: 2021
Genere: Horror, action
Durata : 107 minuti